martedì 27 settembre 2011

I fumetti in varia vendono davvero così tanto?



E' qualche anno che gli editori si rincorrono dietro alle maggiori probabilità di vendita, nel particolare il costante approdo nella libreria classica. La motivazione della scelta è delle più semplici: aumentare l'indotto.
E' ovvio in una politica commerciale vincente rincorrere sempre e comunque un risultato migliore, e lo sdoganamento del fumetto nella libreria classica (o di varia) è un passaggio che sta diventando la prassi per tutti.
Il potenziale che offre la libreria classica è la capillarità distributiva che il prodotto editoriale raggiunge e conseguentemente il quantitativo numerico (ma non qualitativo per quanto concerne il settore fumetto) di persone che potrebbero venire in contatto con lo stesso.
Le librerie specializzate, le fumetterie, per intenderci, sono invece numericamente inferiori ma hanno per loro natura un pubblico, seppur ristretto, più selezionato e quindi più a proprio agio col prodotto proposto.
Un altro canale di vendita molto importante per questa editoria è la fiera.
Ma quale tra fiere, librerie specializzate e librerie di varia, rappresenta lo sbocco migliore per gli editori?

Ho provato a chiederlo e ad alcuni di essi (NOTA: le percentuali sono indicative e non assolute):

Andrea Ciccarelli [SALDAPRESS]:
La nostra distribuzione in varia al momento è pressoché nulla e quindi direi che non fa fatturato. Diverso invece il discorso sulla vendita online passato da un 4% ad un 18/20% sul nostro fatturato complessivo nel giro dei primi sei mesi del 2011.
Io lo interpreto in questo modo: la gente continua a volere i fumetti ma sono sempre meno quelli che sanno che, oltre all'edicola, esistono dei negozi appositi per acquistarli.

Michele Foschini [BAO EDIZIONI]:
Librerie di varia: Circa il venti percento.
Librerie specializzate: poco più del settanta percento.
Fiere: poco meno del dieci percento.
Ma l'anno prossimo, con una nuova linea di prodotti pensati esclusivamente per la varia, le percentuali cambieranno sensibilmente.
La proporzione tra specializzate e varia è più o meno la stessa per tutti gli editori. Tranne certi, squilibrati al contrario, ma che vendono praticamente niente in fumetteria, quindi la percentuale diversa non è indicativa di un business florido. Siccome l'anno prossimo il numero delle nostre uscite praticamente raddoppia, ma quelle in più sono tutte pensate per funzionare in varia e con ogni probabilità verranno quasi ignorate in fumetteria, diventeremo decisamente diversi dal modello "standard" di editore di fumetti.

Marco Schiavone [EDIZIONI BD/JPOP]:
Le percentuali sono diverse tra bd e jpop:
Edizioni BD: varia 50%, fumetteria 40%, fiere 10%
JPOP: varia 1%, fumetteria 95%, fiere 4%


Emanuale Di Giorgi [TUNUE']:
Per il 2010 il fatturato era così diviso: 48% fiere, 29% librerie, 12% fumetterie, 11% altre entrate.
Per il 2011 il fatturato grazie al cambio di distributore dovrebbe essere: 44% librerie, 37% fiere, 10% altre entrate, 9% fumetterie.
Praticamente abbiamo una forte crescita nelle librerie e un sostanziale pareggio nelle fumetterie, che comunque hanno sempre pesato poco nel nostro fatturato.

Sarebbe molto interessante analizzare questi dati per cercare di capire come migliorare il settore della libreria specializzata e, guardando al futuro, immaginare se i risultati conseguiti nelle librerie di varia potranno migliorare con l'introduzione di altri editori in quel canale, assestarsi o addirittura ridursi.
In sostanza, nella varia, c'è spazio per tutti?

Pochi giorni fa agli stessi editori avevo chiesto il loro punto di vista sulla Legge Levi (legge sugli sconti).

lunedì 26 settembre 2011

Sergio Bonelli non c'è più.


La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto,
sento i tuoi passi esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.

Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.[Pessoa - La Morte]

Silenzio.

domenica 25 settembre 2011

Il giornalismo fumettistico fatto dai giornalisti del settore.


Fumettodautore.com
A seguito di un articolo, tizio, risponde lasciando il commento:


Essendo tre "realtà" sottoposte a stalking mediatico da siti di dubbia integrità, tutti e tre i comunicati sono estremamente plausibili e comprensibili.
Dubito tuttavia che Sergio Bonelli Editore scriverebbe "delle proprie attività editoriale" in un comunicato stampa. A meno che non sia un astuto metodo per mettere alla prova i lettori.
Complimenti comunque per la Moleskine, strutturata con grande spiritosità. Se il resto del sito riuscisse a trattare con la stessa ironia anche le polemiche alle quali tanto tiene, forse FdA smetterebbe di essere lo zimbello rosicatore del Fumettomondo.

Il giornalista ribatte così:


Ho controllato la mail con cui sei iscritto a questo sito, Mike, ed è uscito fuori che è segnalata da alcuni siti di pornografia "cuckold" con il nick di "Perverso". E poi vieni qui a parlare di "stalking mediatico" e a fare moraline varie. Quanto sei figo.

Che classe.

sabato 24 settembre 2011

[Tipo-Rece] The Complete Brian the Brain



Angel Miguel Martin è un autore complesso e controverso.
La spietata denuncia, di cui i suoi fumetti sono il mezzo, sembrerebbe assumere, per i suoi detrattori, i tratti d’una claustrofobica misantropia. La vita di Brian, il protagonista, è iperbolica esemplificazione delle aberrazioni della sperimentazione farmaceutica. Ma l’accusa non è così circoscritta. Essa investe un’umanità sorda e indolente che tesse ipocriti legami con protagonisti dalla mostruosità esteriore che, nella propria diversità, trovano risorse o volontà d’autoannientamento.

Diverso è Brian, che non è conforme nè a canoni estetici e biologici, né sociali e spirituali. Per il protagonista la difforme mostruosità d’un cervello ipersviluppato e telepatico è risorsa ultima per disvelare sordidi meccanismi sociali che soggiacciono nei buonismi inclusivi. Dolorosa diviene allora per il protagonista non tanto l’ostentata discriminazione del suo antagonista, quanto la falsità di coloro che mascherano il loro riso di scherno in una spesso conveniente e circostanziata cortesia. Grazie alla lucida consapevolezza della meschinità dei rapporti sociali Brian non ne soccombe e ne acquisisce per contrasto una forza immunizzante. In un setting essenziale si muovono protagonisti-bambini le cui morbide linee dal tratto manga si accostano in modo dissonante a caratterizzazioni spigolose e diabolici animi. I rimandi inevitabili sono quindi alla gioventù annichilita del RanXerox di Liberatore.

Ad una prima lettura il lettore è sopraffatto dal sadico cinismo dell’autore. Ma ad un’analisi più lucida e meno emotiva ne appaiono chiari gli intenti. I protagonisti di Martin, attraverso la catarsi del dolore, immunizzano, con la consapevolezza, alla nevrosi (se non psicosi) della conformità sociale.

Per l’autore la devianza dal canone, sia esso fisico o sociale, non deve condurre ad un ceco istinto omologante, ma alla presa di coscienza che l’omogeneità, la normalità, la perfezione non esistono ma sono solo un costrittivo costrutto sociale.In Martin non c’è quindi misantropia ma piuttosto liberazione.

Lo spagnolo Miguel Angel Martin è nato a Leòn nel 1960. Autore di una prolifica produzione, fatta di copertine di CD, locandine cinematografiche (Killer Barbies di Jess Franco), manifesti per festivals, per gruppi musicali spagnoli e inglesi, illustrazioni e disegni per giornali e riviste... e, ovviamente, i fumetti che non cessano di riservare sorprese. Pubblica regolarmente sul mensile spagnolo El Vibora (www.Elvibora.com) e strisce quotidiane su alcuni giornali. La rivista Time lo ha definito "uno dei migliori disegnatori europei". Ha vinto il premio "Autore rivelazione" nel 1993 al Salon Internacional de Comics de Barcelona e il premio YELLOW KID come "Migliore disegnatore straniero" all'Expocartoon di Roma nel 1999.

venerdì 23 settembre 2011

Il Marvel Omnibus Devil di Miller


Frank Miller e il suo Devil.
Sta per uscire l'Omnibus di un ciclo fantastico scritto e disegnato da Frank Miller negli anni settanta e ottanta. In questo tomo, che non sto qui a raccontarvi nei contenuti, sono presenti ingredienti importantissimi per la vita del personaggio Matt Murdok / Devil: la prima apparizione (e la prima morte) di Elektra, Stick e la Mano, ma anche l'introduzione di personaggi come Bullsaye.
Insomma l'omnibus di Devil è un volumone lussuoso che costa 60.00 euro, ma che a livello qualitativo senz'altro te li lascia godere. Ed è una ristampa.
Della prima edizione ne parlai, scherzandoci sopra, QUI.


La prima volta che queste storie furono raccolte in edizione "omnibus" fu a novembre del 2008, con la presentazione dello stesso tomo alla fiera fumettistica Lucca Comics dello stesso anno. In quell'occasione il Marvel Omnibus Devil di Miller, questo il titolo del volume, costava un euro in meno rispetto all'attuale ristampa e fu presentato al pubblico lucchese con uno sconto del 15% (fu venduto quindi a 50.00 euro contro i 59.00 del prezzo di copertina).
Le copie portate dall'editore in fiera finirono tutte e il volume andò esaurito nello strettissimo arco di tempo di due mesi, così, che già prima del Natale 2008 non vi era più traccia in catalogo del volume. Panini Comics riuscì a soddisfare i riordini solo per un periodo brevissimo. I negozianti persero la possibilità di lavorare, a causa della tiratura insufficiente, la strenna natalizia più importante dell'anno, e persero anche diverse vendite, imputabili ai volumi venduti ai clienti presenti in fiera che, ingolositi dallo sconto fortissimo e in prevendita, preferirono (giustamente) risparmiare 9.00 euro piuttosto che comprarlo il libreria a prezzo pieno o con promozioni differenti. In questo modo l'editore massimizzò l'indotto a scapito delle librerie che forniva, di fatto scavalcandole, librerie nelle quali si generalizzò un certo dissenso e malumore.

Dato che il Marvel Omnibus Devil di Miller sarà presentato anche questa volta in fiera al Romics, c'è da chiedersi se i librai dovranno aspettarsi la stessa spiacevole e imbarazzante situazione e se i lettori, nel caso in cui Panini Comics favorirà uno sconto come quello dell'ultima volta, decideranno nuovamente di acquistarlo in fiera o meno.

mercoledì 21 settembre 2011

La legge sugli sconti: il parere degli editori



A partire dal primo settembre 2011 è stata introdotta dal governo una legge che impone un tetto sugli sconti dei libri fissato al 15%.
Dal punto di vista degli acquirenti la questione è semplice ed può riassumersi in un "danno economico", in quanto questi non potranno più fare grandi spese maturando notevoli risparmi con mezzi quali amazon e bol.
E' facile pensare che una volta messi a sedere questi due colossi della vendita internet, gli acquirenti tornino a comprare nelle librerie. Certo è altrettanto lecito pensare che chi comprava solo, o maggiormente, in occasione dei forti sconti, taglierà le proprie spese, quindi in un certo senso la legge potrebbe portare ad un calo generale delle vendite (ma non strettamente degli introiti).

Ho chiesto ad alcuni editori (Tunuè, Edizioni BD, Bao Edizioni, Saldapress, e RW/Lion) cosa ne pensano di questa legge, e mi hanno dato le risposte che seguono:

Emanuele Di Giorgi [Tunuè]:
La legge ha luci e ombre. Luci perché livella tutti da un punto di vista finanziario, perché i piccoli editori non avevano la forza economica di sostenere forti sconti. Ombre perché il vero nodo è trovare un libro. Adesso noi di Tunuè siamo in una situazione privilegiata, perché Messaggerie ci assicura una penetrazione enorme, ma non tutte le case editrici hanno questa fortuna e la ricerca dei loro libri è difficoltosa.

Marco Schiavone [Edizioni BD/Jpop]:
Non sono ancora riuscito a farmene un'idea precisa. L'obiettivo credo fosse limitare Amazon, perché poi comunque anche il 15% rimarrà uno sconto flat per la gdo (Grande Distribuzione Organizzata -NdM) e un miraggio per le piccole librerie. Inoltre, dove non c'è partita credo sia sulle condizioni finanziarie, laddove la gdo potrà sempre strappare pagamenti a un anno, e senza troppe pressioni per eventuali ritardi. In ogni caso, il legislatore non credo abbia a cuore nè le piccole librerie nè i piccoli editori. Altrimenti ci sarebbe una rivoluzione dei fondi per l'editoria, che invece sono indirizzati in maniera cospicua sempre ai soliti che fanno quotidiani.


Michele Foschini [Bao Edizioni]:
Personalmente non amo nessun tipo di provvedimento protezionistico. La legge Levi è stata voluta dalle associazioni dei librai e degli editori, ma credo che si basi sul presupposto del modello di mercato francese, che ha dimensioni diverse dal nostro. Fa male a chi vende nella rete della grande distribuzione organizzata che, per quanto serva un bacino di utenza generico e meno fidelizzato delle librerie, è uno dei pochi settori con margini di crescita in questo periodo, e questo non è bene. Per sommi capi, mi pare un provvedimento che penalizza gli acquirenti, ma non favorisce in maniera significativa gli operatori del settore. Più inutile che dannoso, di certo non di stimolo alla crescita del mercato.

Andrea Ciccarelli [Saldapress]
La trovo una legge innaturale partorita senza guardare al contesto in cui veniva calata, ovvero quello in cui nuovi operatori con nuovi strumenti a disposizione creano nuovi canali di vendita in cui, scommettendo sui maggiori venduti, anche con prezzi al cliente finale più bassi si riesce a fare business. Ci sono molti modi per fare business e mi sembra assurdo continuare a pensare che quello del prezzo più basso sia l'unico.


Lorenzo Corti [RW/Lion]
Sinceramente, al momento non ho un'idea ben chiara sul come questa legge possa influenzare/aiutare l'editoria. Ritengo le vendite online ancora troppo limitate per avere una reale influenza sulle case editrici, e, tranne momenti particolari, non influisce molto sugli sconti medi del 15% realizzati dalle catene distributive come Coop, Mediaworld, etc...

Le considerazioni sono simili tra le varie parti, quanto meno nell'idea che la legge difficilmente aiuterà il settore e farà crescere le vendite. Ad ogni modo, staremo a vedere.

Gli stessi editori, inoltre, rispondono ad una domanda sulla capillarità dei loro prodotti.

sabato 17 settembre 2011

Ho la fila di ragazze fuori la porta


Tarantini porta a Berlusconi undici ragazze che aspettano a turno di essere trombate. Tarantini: "non ho avvisato il Premier che le pagavo". Berlusconi da parte sua non si è insospettino neppure quando le ragazze, uscendo dalla stanza, salutavano dicendo "ciao, io escort..."

venerdì 16 settembre 2011

Supereroi Marvel .1


Da qualche giorno sono disponibili nelle librerie specializzate degli albetti promozionali della Marvel, ad opera della Panini Comics, a 1.00 € ad albetto. Si tratta di un'operazione commeciale nata per attirare nuovi lettori ai supereroi Marvel, il che personalmente è un bene. Questi albetti di 32 pagine sono molto simili alle edizioni americane dei supereroi nel tipo di carta, molto leggera, e sono autocopertinati.
Tutti riprendono pari pari le rispettive edizioni americane uscite in America.

Attualmente sono usciti:


Capitan America .1

Thor .1

Iron Man .1

Tutti a 1 euro.
E' fantastico come Panini Comics, con poco, pochissimo, riesca a dare in testa a tutti gli altri editori.
Come negoziante quello che percepisco in buona parte, dai lettori, è una certa diffidenza (in senso lato e assolutamente non totale, intendiamoci) a iniziative come questa.
Esiste una fascia di lettori probabilmente scottata da precedenti iniziative che è restia a provare gli albi, indipendentemente dal prezzo. Le domande che mi vengono poste a riguardo sono sempre le stesse, abbastanza spontanee. "Ma sono ristampe?" "è l'ennesima ristampa delle origini?" "sono le stesse storie contenute nel rispettivo mensile?"
Non vogliono essere inculati, in sostanza, e purtroppo le indicazioni che fornisce Anteprima in merito sono abbastanza vaghe e poco precise.
Per fortuna in questo senso si può andare tranquilli: le storie sono inedite (in Italia) e anche ben fatte.

Il merito di Panini Comics, in sostanza, è averle pubblicate ad un prezzo contenutissimo (in America gli stessi albetti costavano 2.99 $). L'editore propone quindi queste storie a prezzo contenutissimo per risollevare o comunque incrementare il pubblico, il tutto avendo l'accortezza di non dare eccessivo risalto alla ridotta foliazione dei rispettivi mensili a cui gli stessi sono allegati, calcando la mano sul piano comunicativo che l'albo da 32 pagine è un allegato. Si gioca quindi sull'idea che recepisce il lettore di regalo.
Strategico e vincente.

Un'altra domanda che mi sono sentito porre è "ma perchè .1"?
Perchè ".1" era il titolo identificativo degli albi originali, usciti nei primi mesi del 2011 in America, tra un numero e l'altro della collana (Capitan America .1, per dire è uscito tra i numeri 615 e 616 con la numerazione appunto di 615.1). Una sorta di bis per intenderci.



Non è la prima volta che Lupoi fa una promozione di questo genere. Già nel 2004, in occasione del decennale della Marvel Italia, uscirono i "numeri X". Albi a 1 euro delle più importanti testate supereroistiche Marvel. Ai tempi però si trattava di ristampe di storie già pubblicate.

Non sarebbe male se anche altri editori, magari la RW di Lorenzo Corti (nuovo editore della DC Comics in Italia), prendessero spunto da questo genere di iniziative per risollevare le sorti del mercato supereroistico.

giovedì 15 settembre 2011

[Scuola Izumo] Gojushiho-sho



Sono entrato in possesso di tantissimi video della Scuola Izumo del Maestro Cosimo Spedicato. Quello che segue è il primo di tanti filmati che andrò a mettere su youtube per un mio persoale lavoro di ricostruzione storica di questa grande scuola tradizionale di Karate.

Quello che vedete eseguito in coppia dal Maestro Spedicato e da suo figlio Izumo, all'epoca rispettivamente 48 e 9 anni, è un kata avanzato. Il suo nome è Gojushiho-sho.
Il luogo dell'esibizione è il palazzetto dello sport di Barletta, è 15 marzo 1992. Lo stesso giorno nello stesso posto si tenevano i Nazionali di Karate Shotokan di Kata e Kumitè, per i quali la Scuola Izumo ha avuto un primo posto nel Kumite (con Dante Laudisa) un terzo e un secondo posto nei kata (rispettivamente con Dante Laudisa e Daniela Castelluccio).
Il M° Spedicato oggi è 8° Dan di Karate, si allena e insegna ancora il Karate tradizionale appreso dai Maestri Shirai e Tammaccaro presso la palestra Salento Fitness, a Lecce.




Chiamato precedentemente Useshi, è il più avanzato kata Shuri-Te della scuola di Itosu. Il Maestro Funakoshi lo chiamò Hotaku quando cambiò la lettura degli ideogrammi che compongono la parola Karate da "mano cinese" in "mano vuota", e per la sua somiglianza con un picchio che colpisce la corteccia di un albero con il suo becco aguzzo.
Gojushiho-sho è composto da sessantaquattro movimenti per una durata di circa 90 secondi e consiste principalmente di tecniche avanzate con la mano aperta come Keito-Uke e attacchi alla clavicola con entrambe le mani in Seiryuto.

Gojushiho-sho, all'epoca "Hotaku", era il kata preferito dal Maestro Toyama.

Keito-Uke.
Mano piegata verso l'interno.Si colpisce dalla base del pollice.

Seiryuto.
Mano aperta con dita tese e punte piegate. La mano deve essere piegata lateralmente.

mercoledì 14 settembre 2011

Classifica Wikio Settembre 2011

Wikio - Top dei blog - Fumetti e illustrazioni

Ho deciso che fino a quando me ne ricorderò, ogni mese posterò la nuova posizione di Storie di Nessuno all'interno della classifica Wikio, che in sè non significa un beneamato, ma che non stimo lì a guardare.
A settembre mi trovo in posizione 80 all'interno della sezione "fumetti", in posizione 267 per la "cultura" e 1758 in classifica generale.
Dato che la mia posizione 267 in cultura mi fa pensare alla situazione italiana e a come stiamo messi, mi scende la tristezza e passo ad altro.
Sono 80esimo in fumetti. Yeah. Credo di aver preso una cosa come 33 posizioni sto mese, sarà perchè ho aggiornato il blog spesso.

Il signor Wikio, che senz'altro di fumetti se ne intende, dice che i miei post notevoli sono questi:
Così se ve li siete persi, ora li recuperate. Volendo dico, eh, non sia mai per comando!
Comunque guardando la classifica generale vedo che ho scavalcato il blog UBCFumetti, e che sono subito dietro ad Ausonia, il che non significa che io sono figo, ma che sta classifica è quello che è :)

martedì 13 settembre 2011

Massimino e i Guardoni dell'Universo

Che poi a una certa dici.
Seriamente eh, è che sto solo lavorando e sto lavorando per bene, anzi no di più, sto lavorando per il bene. Per il bene mio e della società, per il bene comune. Anzi no di più, per il bene del comune.


Del comune di Lecce per la precisione.
Che ha delle ordinanze impeccabili a.k.a. fantasiose per tenere pulita la città, in ordine, come una cazzo di bomboniera sul comò della nonna, che ai miei tempi c'erano le tre scimmiette che adesso stanno a fare altro vedi un pò tu checcosa.





L'utilità delle bomboniere alle feste pre-suicide come i sacramenti tutti, immacolati dal signore, blasfemati da papà, e consacrati dal Don pricc, sono di una inutilità aberrante: l'unica cosa che ho sempre apprezzato delle bomboniere è il fatto che prima o poi si rompono.
Ho voglia di prendere un gatto, un pard, affinchè distrugga tutte le bomboniere sui mobili di casa. Anzi no, di più, ho voglia di prendere un gattopard. Il mio cane, Ringo, pace all'anima sua, una volta mangiò una caravella intera. Era inutile ed un inutile feticcio di non so quale ricorrenza cattolica, e Ringo se la mangiò. Ha cagato vetro di murano per giorni.
Caravella. Cagarella. E il passo è breve.



Bella città Lecce. E come tutte le cose belle, ti accorgi che è bella quando non sei qui, quando sei altrove. Tipo in un bel posto dove prima non sei stato che scopri che è bello solo ora che sei lì, lontano da casa tua. Scopri che ti manca Lecce, soprattutto se sei in vacanza tipo a Rimini, dopo un bel bagno. Un bagno di leghisti e antiterroni che gli abitanti alcuni gridano roma ladrona e altri ti prego torna.
Da dove sei venuto.

Scopri la poesia nascosta tra le mura a Lecce quando torni, ma nascosta bene. Scopri che ti mancano i verbali perchè hai parcheggiato sulle strisce blu e non hai fatto in tempo a scendere dalla macchina che già t'è arrivata la notifica da 39, che manco la febbre alta. E ti ricordi del termometro nel culo da bambino, che ora hai evitato il vetrino al mercurio, ma ancora non sei scaltro per evitare il nerbo.
Scopri che ti mancano gli ausiliari ninja che si calano dal palazzo di otto piano, felini, ma non utili come il gatto di prima.

Il signor Gargiulo, ausiliare del traffico, 54 anni mentre sta compilando un verbale da
39 euro per parcheggio non regolamentare ad una fiat 500 vecchio modello.

Ad ogni modo io sono sempre stato a Lecce quindi non ho scoperto proprio niente.
Mi ha scosso i traballeros, Lecce e le sue cazzo di ordinanze. Mi turbano.

Fai che devi gettare l'immondizia.
Lo puoi fare oltre un certo orario, le 22. Ed entro un altro orario, che tutt'ora ignoro.
Prima no.
Fai attenzione o vinci un verbale.

eh eh, ho vinto.

Se butti un sacchetto deve essere dentro al cassonetto, e ci mancherebbe.
O vinci un verbale.

eh eh, ho vinto di nuovo.

Ma se getti una scatola di cartone deve essere fuori dal cassonetto.
O vinci un verbale.

No, dai seriamente...

Se hai due scatole, attenzione, devono essere inserite una nell'altra e poi e soltanto poi, fuori dal cassonetto. Se hai tre scatole devono essere spezzettate e introdotte nella scatola Alpha e messe fuori dal cassonetto.
O inquini.
E se inquini, vinci un verbale, che è la nuova frontiera contro il buco dell'ozono.

Eddai! Eccheccazzè!


Ma se piove? Vabè, la pioggia te la risolvi come ai tempi dei sioux, abile marchetta a uno spirito guida e danza della pioggia.



Ma se c'è vento? Mi ritrovo la mattina dopo scatole e pezzetti di cartone sparpagliati per il quartiere, tipo Napoli:

 Napoli PRIMA del miracolo.


Che poi ci vuole un miracolo di Berlusconi, che meno male (mai pe jabbu) che Silvio c'è, per far tornare tutto alla situazione precedente al vento, tipo Napoli:

 Napoli DOPO il miracolo.

E devi stare attento oltre alla legge legale c'è anche la legge del vicino, il solito stronzo che ha l'erba più verde, la voce più forte e l'alzahimer galoppante. I vecchi al balcone.
Vi prego, fate qualcosa per i vecchi al balcone.
Se butto l'immondizia alle 22 c'è il signor Quarta che mi grida:


- GIOVANOTTO! GIOVANOTTO! NON QUA SOTTO, CHE LA VEDO DAL MIO BALCONEEEE!

E mi tocca spostare le scatole più in là, a destra, alla fine dei cassonetti, ma devo farlo prima che se ne accorga il signor Greco, che grida:

- LE SCATOLE PORTATELE A CASA!

Ma cazzo, rientra tu a casa e scongela tua moglie che è morta da due giorni e sembra un bastoncino Findus.
Aiutatemi, che quando getto la spazzatura mi sembra di andare a rubare un autoradio, cazzo, mi sento Diabolik.
Lo devo fare di nascosto.

Volevo parlarvi di altre ordinanze. Lo farò la prossima volta...

lunedì 12 settembre 2011

[Tipo-Rece] A History of Violence




Wagner, John Wagner, riceve una commissione per un editore, la Paradox Press.
E' il 1997. Vogliono una storia quotidiana che in sostanza, finisce in vacca. Wagner scrive A History of Violence. A disegnarlo è Vince Locke. Mentre Wagner è ricordato per aver creato insieme a Carlos Ezequerra il personaggio di Judge Dredd, Vince Locke è un disegnatore molto particolare e interessante che ha realizzato alcuni numeri, tra le altre cose, di Batman e Sandman.



A History of Violence, dicevamo, finisce in vacca e in realtà inizia allo stesso modo, con un paio di stronzi che dopo aver fatto fuori due autostoppisti decidono di andare a rapinare un anonimo sbagliato, in un fast food del Michigan. L'anonimo è Tom McKenna, latitante non per le forze dell'ordine ma per gente poco raccomandabile come Mr. Torrino sulle sue tracce da anni.
La potenza di Locke e del suo tratteggio valorizzano il ritmo serrato di Wagner che realizza una storia di mafia e violenza, accette e pistole. Non è un caso che questa storia abbia ispirato il film omonimo, nel 2007, dieci anni dopo la nascita dell'opera.
Ispirato. Perchè il film non è fedele al fumetto, anzi, è abbastanza rivisitato partendo dai nomi cambiati ai personaggi protagonisti, fino ad arrivare ai ruoli e ai legami che hanno tra di essi, il che in fin dei conti è un bene, perchè fa apprezzare ancor di più il fumetto rispetto al film, comunque molto buono.



A History of Violence è un volume di 300 pagine, in bianco e nero, imprescindibile per chi ama le storie di mafia, nettamente superiori peraltro a serie televisive stranote come I Soprano e a tanti altri film sul genere.
La percezione che si ha leggendo questo fumetto è che la crudezza della semplicità della sceneggiatura della storia, lineare e riconducibile ad una realtà probabile, siano state masticate e digerite da Wagner in maniera molto professionale. Insomma, A History of Violence non brilla di originalità, pur essendo una bellissima lettura, anzi, utilizza diversi stereotipi utili al genere. Il modo in cui parte la storia, una semplice rapina in un fast food, potrebbe accadere a chiunque sul posto di lavoro, o semplicemente passeggiando, e l'evento scatenante è il caso che va a richiamare errori di gioventù, di anni in cui l'incoscienza e la povertà del proprio stato familiare, sono i semi per i grossi problemi di domani. Un pò come in Sleepers per intenderci, che peraltro è stato realizzato un anno prima dell'opera di Wagner e Locke.




L'edizione Panini Comics, uscita a luglio 2011, è la seconda edizione per l'italia di A History of Violence. Precedentemente infatti (era il 1998) fu edita da Magic Press con il titolo tradotto "Una Storia Violenta".