giovedì 18 ottobre 2007

La Distribuzione Secondo Me...

La Distribuzione secondo me.

La distribuzione del fumetto, in Italia, è pessima.
Lasciatemelo dire.
A sentire quanto dicevano le persone in giro, amici, parenti, negozianti e fattoni tutti tuttofare, la distribuzione di ogni cosa, nel commercio, funziona pressappoco così:
tu ordini ---> la merce arriva ---> vendi la merce ---> paghi il venduto al distributore ---> mandi indietro l’invenduto.

Poi c’è il mondo del fumetto.
Nel mondo del fumetto ci sono persone che volano, uomini X che schivano pallettoni uZi, cavalieri oscuri di sessant’anni che spaccano il culo a superman, e piloti di robot di quindici che spaccano il culo a superrobot, pistoleri texabondi sulla cresta dell’onda da più di cinquant’anni dalla prima apparizione e fatine fatate fattone di fatima.
Qualunque cosa questo significhi.
Nel mondo del fumetto ci sono fumetti che parlano di fumetti, gatti che parlano a gatte innamorate e ragazzine in calore che si trasformano in cani di colore.

Nel mondo del fumetto c’è una distribuzione dove il fumettaro divertito compra "in modo intelligente" *tutto* con un margine medio del 32/34 per 100, in conto assoluto, con pagamento anticipato.

Nel mondo del fumetto l’equazione succitata non funziona.

Se hai bisogno di arretrati per completare una serie di tot numeri per venderla al cliente devi considerare diverse cose:
- casa editrice del fumetto
- distributore che detiene i diritti del fumetto
- disponibilità fisica del fumetto
- disponibilità reale del fumetto.

In alcuni casi devi consultare gli astri e valutare cosa ne pensa e i tuoi personali rapporti con Visnù.

Nel mondo reale, quello del lavoro, quello dove le persone svolgono i propri lavori per professione e non perché si sono persi, nel mondo reale, facciamo l’esempio delle librerie di varia tanto per rimanere in tema, se c’è un titolo che tira, che va forte, che si vende da solo, lo si trova in qualunque libreria, accompagnato da gadgets, merchandising, volantini pubblicitari e quant’altro. E non parlo di edizioni economiche o extralusso o in salsa tartara, ma di un’edizione qualunque.

Nel mondo del fumetto, se un fumetto tira, probabilmente non lo avrai mai.
Se, per esempio, vuoi una collezione di Berserk, "perché tira" avrai a disposizione le seguenti collane:

- Berserk
- Berserk Collection
- Berserk Collection Prima Ristampa
- Berserk Collection Seconda Ristampa
- Berserk Collection Terza Ristampa
- Berserk Collection Quarta Ristampa
- Berserk Collection Quinta Ristampa
- Berserk Collection Sesta Ristampa
- Berserk Collection Serie Nera
- Berserk Maximum

Apparentemente non hai che l’imbarazzo della scelta, all’atto pratico saranno tutte incomplete con albi esauriti nel mezzo. Questo porterà prima ad un mancato guadagno, perché un lettore di manga non inizierà mai una serie in continuity dal numero 4 (per dire) sapendo oltretutto che mancano anche i numeri da 17 a 26 (per dire), come chi segue serie televisive come Lost non accetterebbero mai di saltarsi delle puntate nel mezzo mettendo così a rischio la comprensione stessa della serie. Il secondo danno che questo sistema procura è consequenziale. Se nessuno compra quegli albi questi ti rimarranno sul groppone del magazzino.

E se ti distribuisci da "Alastor" ti arriverebbero comunque in ritardo perché Panini che pubblica il Berserk in questione, è esclusiva del distributore concorrente ad Alastor, ovvero "PanDistribuzione".
Di contro se vuoi un Batman (per dire) e il tuo distributore è PanDistribuzione avrai difficoltà a riceverlo perché la casa editrice che lo pubblica è esclusiva Alastor.
E questo con tutte le case editrici italiane di fumetti divise più o meno a metà.
Rivolgendoti a questo o a quel distributore non fai altro che scegliere con quali case editrici avere dei grossi, grossissimi problemi.

C’è chi è convinto che "monopolio" sia uguale a tirannia (e io faccio parte di questi) e c’è chi è convinto che un "duopolio" (PanDistribuzione + Alastor) sia invece sinonimo di concorrenza e quindi lealtà nei prezzi e nei servizi.

Nel mondo reale se un distributore non aggrada nei servizi il negoziante, questi lo cambia con un altro distributore, che nel frattempo gli avrà fatto la posta sottocasa nella speranza di averlo come cliente. Nel mondo reale il commercio funziona esattamente come danno a vedere gli operatori telefonici. C’è sempre qualcuno che si fa vivo per averti come cliente. In cambio offre sempre un servizio particolare, teoricamente tagliato sulla tua persona e sul tuo modo di vivere, con sconti migliori di quell’altro operatore, con tariffe più vantaggiose e con metodi di pagamento sempre più posticipati nel tempo.

Nel mondo del fumetto se un distributore non aggrada nei servizi il negoziante, questi può scegliere di andare dal secondo distributore e avere gli stessi disservizi con quest’altro. Per dire, io sono cliente di PanDistribuzione e ho scelto questo distributore anziché Alastor perché la mia referente ha una bella voce.
Ditemi voi se questa potrebbe essere una motivazione valida nel mondo del lavoro, quello vero.
Nel mondo del fumetto è la migliore che mi viene in mente.
Se mi cambiassero referente cambierei distributore probabilmente.

In sei anni (quasi) di negozio, il massimo che ho ricevuto dal distributore (quasi unico della mia attività commerciale, diciamo unico al 90%) sono stati:
- 5 biglietti di auguri per natale e anno nuovo. Sullo stesso biglietto ovviamente. Peccato che sono nato a ottobre altrimenti ci sarebbero potuti scappare anche gli auguri di buon compleanno.
- 1 espositore in metallo, da bancone, con l’uscita del n° 1 di "Ken Origini del Mito", nel marzo 2004
- 6 adesivi tondi di Civil War, pochi mesi fa
- 1 locandina di Hulk, nel 2003.

E tutto questo comprando da loro quasi tutto quello che vendo in negozio, in conto assoluto (che significa "compra tutto che tanto se non vendi sono cazzi tuoi"), pagamento anticipato o alla consegna, con un margine di sconto che non ha *mai* raggiunto il 40%.

Nel mondo del lavoro se un distributore leggesse questo blog mi telefonerebbe immediatamente con qualche offerta di servizi migliori, sconti maggiori, omaggi a natale, albi in regalo.
Nel mondo del fumetto nessun distributore o casa editrice mi ha mai chiamato per avermi come cliente. Distributori e case editrici non chiamano le fumetterie.
Non lo so perché. O non sono interessati e gli vanno bene i clienti che hanno o in cuor loro sanno perfettamente che per una fumetteria non ha senso cambiare distributore perché fanno tutti abbastanza cagare.

Nel mondo del fumetto non esiste la concorrenza tra distributori, esiste invece un ottimo cartello sulla scontistica che non sale mai, sul conto assoluto e l’assoluta assenza di reso, sui cataloghi pubblicitari a pagamento per i negozianti che per vendere i fumetti dei distributori devono *regalare* ai clienti, sulla scelta dei disservizi da offrire.

La metodologia della distribuzione del fumetto in Italia, impedisce lo sviluppo numerico delle fumetterie e castra quello di quelle già esistenti.
Impedisce lo sviluppo perché alle condizioni attuali l’idea di aprire una fumetteria non è appagante. Non c’è pubblicità di settore di alcun tipo, non è un mezzo di comunicazione ben visto dalla massa, e soprattutto non ha un sistema di distribuzione adeguato.
Castra le fumetterie già esistenti perché senza mezzi pubblicitari e di informazione di alcun tipo, tolti i siti internet che sono rivolti a chi appassionato lo è già e che quindi non aggiungono niente al bacino di utenza che il settore già possiede, è impensabile uno sviluppo in linea con l’offerta data dalle case editrici.

Ma di questo parleremo in altro post dal titolo "Le Case Editrici Secondo Me".

venerdì 12 ottobre 2007

Giovani Dongiovanni




"Giovia percè simu gioviali..." (Gruff)



Sono passati anni da quel giorno.
Ero a casa, nel cesso e mi facevo la barba. All’epoca per sbrigarmi usavo un barbatrucco che manco barbapapà. Mamma bussa con le nocche alla porta ed io porto la mano con tutta la lametta alla chiave.
Apro.
Il cellulare, un vecchio Trium che ora grazie al cielo non se ne vedono più, squillava con una suoneria che fastidioso è dire poco. La sentivo da molto, quindi aspettare a rispondere avrebbe significato perdere la chiamata. Aspetto.
Chiude.

Chiudo la porta, apro il rubinetto, mi sciacquo la faccia.
Il barbatrucco nel farsi la barba in poco tempo, consisteva nel non farsi la barba.
Mi lasciavo un bel becco peloso che nemmeno al mio cane sembrava così lungo. E non ero ancora nudo.
Facendo questo, col senno di poi, antipaticissimo becco, risparmiavo circa 5 minuti della mia vita ogni volta che mi radevo.
Ho rodato questa tecnica per anni, sin dal tempo del militare, per spendere sempre meno tempo davanti a quello specchio e poterlo quindi impegnare in altro. Sia il tempo che lo specchio.
Nel tempo risparmiato, per esempio, avrei potuto riflettere, così come nello specchio.
Hai detto niente.
Potete capire quindi, essere interrotto dalla suoneria squillante di quel Trium che non se ne vedono più, quanto mi rodeva quando mi radevo, soprattutto dopo il tempo speso a rodare.

Non faccio in tempo ad asciugarmi il viso che il Trium riprende a cantare come un uccellino al punto che valuto l’idea di metterlo in gabbia, così, tanto per tarpargli le ali. Aleggiava nell’aria puzza di bruciato durante la chiamata e posso giurare che non veniva né da me né dallo stufato di mamma. Onestamente mi ero un po stufato di queste chiamate fuori orario ma decido comunque di rispondere.
- Pronto?
- Chi sei?
- ._.
- Ho detto “chi sei”!
- Sei tu che mi hai chiamato, chi sei tu…
- Devi lasciare stare la mia ragazza, lei sta con me, dimmi chi sei che ti vengo a spaccare la faccia!

A parte il fatto che avere uscite del genere con uno sconosciuto può avere effetti collaterali da non poco, quello che mi chiedevo non era tanto chi fosse sto minchione che mi telefonava e senza nemmeno presentarsi mi minacciava fisicamente, ma chi cazzo fosse sta sgualdrina che io avrei dovuto lasciare perdere.
Colto di sorpresa dalla telefonata cercai di fare l’unica cosa che una persona per bene e con la coscienza pulita farebbe in questo caso.

- Vedi che forse hai sbagliato numero
- Sbagliato numero? Tu sei Max, vero?

Effettivamente non aveva sbagliato numero. Io ero Max.
Analizzai in breve la situazione perché magari avevo importunato qualche allegra donzella dal fidanzato in crisi mistica e non me ne ero accorto.
Con chi ero uscito negli ultimi 12 mesi, di sesso femminile?
Umm…
Nessuna pare.
Eggià, ero proprio uno sfigato.

- Senti, non so che vuoi, non so chi sei ma io non ho proprio importunato nessuno
- Che se chiami la mia ragazza di continuo! Dimmi dove ti trovo che ti spacco il culo!
- Ascolta stai cominciando ad infastidirmi…
- Devi smetterla di chiamarla o ti distruggo, va bene?
- Ma chiamare chi? Vedi che mi hai rotto proprio il cazzo che se non la pianti subito te lo do si l’appuntamento.
- Dimmi solo dove…

Quella sera mi vestii in fretta, tenuta ginnica, non si sa mai. Pantaloni larghi, scarpe da ginnastica, becco sul viso e barba fatta. Il mio amico si rullava un fattapposta, io mi preparavo a pestare un fattone. Fatto ciò, sarei andato a farmi una birra.
Arrivo in piazza libertini così puntuale che mi sentivo al primo appuntamento con la persona amata e invece aspettavo solo la sgualdrina di uno stupido fidanzato, pieno d’odio.
Pochi minuti di attesa ed eccolo apparire da lontano.
Giacca, camicia sbottonata sul collo, cravatta, pantaloni stirati, scarpe come quelle di mio nonno.
Un gran bel giovanotto a detta di alcuni.
Si vestiva come un coglione a detta della mia cricca.
Si dirige verso di me e ci fissiamo.
Lui mi conosceva, era evidente. Mi aveva visto a casa di mia nonna e da mia zia, durante le feste natalizie. E’ capitato che ci stringessimo la mano qualche volta, per farci gli auguri.
Ma ci siamo sempre stati sui coglioni, vicendevolmente, ma senza mai dircelo.
A pochi metri da lui, Paola, mia cugina, che poi seppi che di questa storia nonne capì molto. Giovanni se l’era portata dietro, ad un appuntamento con cui si sarebbe dovuto riempire di legnate con uno sconosciuto, a sua insaputa.
Un genio del male.

Capimmo entrambi dove era l’inghippo. Secondo lui probabilmente l’inghippo stava nel fatto che quello che si sentiva con la sua ragazza, era suo cugino, quindi la cosa era abbastanza legittima. Secondo me l’inghippo era nel suo cervello e forse soffriva anche un po dell’invidia del pene.
Insomma, se ce l’hai grande e scopi bene che senso ha essere gelosi?
Invidia del pene.

Molti anni dopo.
Oggi.
Sono a tavola, mi sparo la mia dose quotidiana de I Simpson, poi giro su canale5. La DeFilippi è una gran donna. In tanti anni di televisione è riuscita a fare un fottio di programmi e alcuni tra loro si differenziavano anche.
Uomini e Donne è tra le cose peggiori che io abbia visto in tivù, e io ho visto anche Platinette senza parrucca, quindi fate voi…
La telecamera lo inquadra.
Giacca, camicia sbottonata sul collo, cravatta, pantaloni stirati, scarpe come quelle di mio nonno.
Sta corteggiando un mignottone da paura e al mignottone pare piacere la cosa.
Un gran bel giovanotto a detta di alcuni.Un coglione a detta della mi cricca.

sabato 6 ottobre 2007

24 Hour Comics a Lecce






Fabrizio è un mio amico e ha una scuola di fumetto. Si chiama Lupiae Comix e quando ancora non aveva un nome e non era nemmeno una scuola l'ho frequentata anche io.
Non aveva una sede fisica e ci appoggiavamo alla sede provinciale dei DS, in via milizia, al n° 58.
Chi l'avrebbe mai detto che 3 anni dopo avrei aperto la fumetteria proprio alla saracinesca accanto a quella sede?
A distanza di anni questa cosa ancora mi affascina...

Con Lupiae Comix abbiamo sempre avuto una stretta collaborazione e questa volta il Team Lupiae sta partecipando al 24 Hour Comics iniziativa promulgata da Lo Spazio Bianco e colta al volo da Fabrizio e Co.
Tra i "Co." ci sta anche Mondi Sommersi^^

Ecco il comunicato stampa, con la preghiera di farlo girare ;)


24 Hour Comics

Lupiae Comix, scuola leccese di fumetto, lancia una grande sfida seguendo un’incredibile e importante impresa a livello mondiale: il 24 Hours Comics.
Il 24 Hour Comics è un evento che si tiene in contemporanea in tutto il mondo, dove gruppi di disegnatori di fumetto si radunano per raccogliere, appunto, una sfida: realizzare una graphic novel di 24 tavole in 24 ore, in media una tavola l’ora.

L’idea è di Scott McCloud (noto fumettista e saggista), che per gioco e per mettere alla prova la sua presunta lentezza nel disegno, decise di fare una verifica, coinvolgendo nell’impresa il suo collega Steve Bassette (autodefinitosi il più lento realizzatore di comics).
In breve l’iniziativa venne abbracciata da numerosi autori di fumetto, fino a diventare una grande manifestazione a carattere mondiale.

Nel 2005 il 24 Hour Comics arriva anche in Italia e trova terreno fertile, infatti l’iniziativa è accolta da autori e scuole di fumetto, riuscendo a entusiasmare gruppi di professionisti e dilettanti.Realizzare una storia a fumetti è un’operazione complessa: prima di mettere mano alle tavole, gli autori, trascorrono giorni dedicati a studi e documentazione. Quando poi è il momento di mettersi a disegnare bisogna fare i conti con le difficoltà oggettive che ogni vignetta pone: inquadratura, prospettiva, ombre, manichini... insomma in media un fumettista veloce realizza un tavola completa al giorno.

Come è possibile allora realizzare un’intera storia di 24 tavole in sole 24 ore? Improvvisazione!
Non c’è tempo per farsi prendere dai dubbi e affondare nella difficoltà di un’inquadratura sofisticata, non ci si può permettere il lusso di un eccesso di tecnica artistica, se si vuole raggiungere l’obiettivo è necessario andare all’essenza. Il fumetto è arte sequenziale non illustrazione, il fine è raccontare e il disegno è solo il mezzo.
Scott McCloud spiega tutto questo nel suo splendido saggio “Undestanding comics” e nel suo genio ha trovato un modo per far capire la sua teoria attraverso la sperimentazione. Non c’è dubbio che, se privati di ogni filtro d’eccesso estetico dalle lancette dell’orologio, si può fare un’esperienza importante e scoprire anche risorse in se stessi mai sospettate.

Da quest’anno quindi, il 24 Hour Comix arriva fino a Lecce grazie a Lupiae Comix, in collaborazione con Mondi Sommersi che si è già attivata per rendere questo evento accessibile a tutti gli appassionati, disegnatori o semplici spettatori. La manifestazione si terrà il 20 e il 21 ottobre a Lecce. Sono già numerose le adesione di dilettanti e professionisti, ma le iscrizioni sono ancora aperte: per maggiori informazioni telefonare allo 0832-228603 oppure 328-7047365, o ancora visitare il sito www.lupiaecomix.com o mandare una mail a: info@lupiaecomix.com .

giovedì 4 ottobre 2007

Addio a Magic




"ascolta mi risulta che con tutte queste luci alla ribalta ora alla bottega c'e`piu` scelta alla bottega molta gente paga e sono tutti contenti alla bottega grande festa quanti bei regali sotto l'albero pieno di balle e stelle colorate" (Gruff)




Sul sito della mia attività commerciale, altrimenti chiamata "fumetteria" e ugualmente conosciuta come Mondi Sommersi, qualche settimana fa ho dato l’addio al gioco organizzato.

Per chi non sa di cosa si tratta, spiego che dietro a tutti quei giochi di carte come Magic, YuGiOh, Heroclix, Naruto, One Piece, ecc, c’è un "organizzatore" che ne cura il gioco. Il modo in cui lo fa è presto detto: occupa in maniera più o meno duratura uno spazio del suo locale commerciale, o un sottolocale, per far giocare i ragazzi a questo o a quel gioco.
Organizza dei tornei, li gestisce, spesso li arbitra, e tutto questo per poter spronare i ragazzi stessi a imboccare il sistema piramidale di questi giochi, che ti spinge a spendere un bel po di quattrini per salire dalla parte bassa a quella alta della piramide.
In genere nella parte bassa c’è la massa, i noob, gli scarsi, i novizi, in quella alta ci sono i giocatori più bravi, i più esperti, i più capaci.
Questo sistema di gioco ha delle pecche insormontabili.

Una di queste è una medaglia a due facce, che se da un lato vede spendere un sacco di quattrini a un giocatore alle prime armi, per poter crescere come giocatore appunto, e raggiungere il livello di quelli più esperti, dall’altro riduce a zero gli introiti dati proprio da quei giocatori esperti, che per forza di cose, sono già in possesso sia delle carte che dei mezzi migliori per procurasele. E le carte sono il fattore più importante per un giocatore.
Per fare soldi con questi giochi è fondamentale rimpinguare di continuo la parte bassa della piramide, quella dei noob, che con le proprie spese in buste espansione e carte sfuse, sopperirà al meccanico “braccio corto” di chi si trova nella parte alta della piramide e che quindi, economicamente, non produce.
Con un po di fortuna l’organizzatore riuscirà a tenere viva la parte bassa al punto da far valere la candela, al gioco.
Se le cose non vanno come devono e i noob vengono a mancare, tutto il sistema si rompe e la piramide cade, irrimediabilmente ed indipendentemente da quanti siano i giocatori fighi nella parte alta della piramide.
Da questo si deduce che da un punto di vista economico sono più importanti i giocatori noob che quelli fighi.


Ma come fa un negoziante a diventare organizzatore, o T.O. (Tournament Organizer)?
Semplice: si alza la mattina e decide di essere organizzatore.
Richieste da parte delle case che gestiscono il gioco organizzato, nel caso di Magic, la Wizard?
Facile: devi essere in possesso di uno spazio per far giocare la gente e di un numero di tavoli e sedie sufficiente, di un pc e di tanta pazienza.
Il discorso diventa un po più complesso se nella tua città ci sono già uno o più organizzatori.
O diciamo che diventa ancora più semplice se nella tua città organizzatori non ce ne sono.
Il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, insomma. Vedetela come volete.

Fatto sta che un giorno mi alzai e decisi di diventare un T.O.
Da allora sono passati quasi sei anni e ho organizzato non so nemmeno io quanti tornei, di sicuro roba da 3 cifre, con successi alternati, in base all’entusiasmo che ci mettevo e alla fatica che sudavo, in base anche all'educazione e all'entusiasmo del giro di giocatori di turno.

E’ risaputo che lo sforzo di chi detiene i diritti del gioco, nei confronti del gioco stesso, in fatto di promozione, rasenta lo zero.

Tutto verte sull’organizzazione e quindi sul lavoro del negoziante.

Esattamente come nel mondo del fumetto, dove la politica dell’editore medio è "io ho fatto l’albo, se non si vende è colpa del negroziante che non sa fare il suo lavoro", dove "negroziante" non è messo lì per caso.
Non è un caso nemmeno che la maggior parte dei TO sono proprietari e/o gestori di fumetterie.

Per quella che è stata la mia esperienza, il gioco si è rotto quando ho realizzato quanto sia impossibile gestire contemporaneamente un’attività commerciale come una fumetteria (rapporto col pubblico pagante) e quella di organizzatore (rapporto con bimbini spesso maggiorenni, doposcuola, parking da parte dei genitori, ecc). Le due cose, nel caso in cui come me, non si possiede di un sottolocale (agibile o non agibile non ha importanza, tanto i controlli non esistono) in cui stipare i giocatori, sono in netto contrasto.

La coperta è troppo corta.


Se da un lato spingi il gioco e ingrassi la parte bassa della piramide, dall’altro ti togli linfa dal settore fumetteria, dove i trentenni o anche i ventenni estranei al discorso "gioco organizzato" vedono i giocatori come alieni in stretta necessità di cure urgenti dal neurologo.
Stranezze? No, più che altro ho capito che non tutti apprezzano bestemmie, parolacce, gente che si insegue, che vendono cose loro nel negozio e che, diciamolo, spesso sono portatori sani di odori nauseabondi.
Insomma, una volta un tizio mi vomitò a ridosso del locale perché ubriaco alle 10 di mattina. Appena ripesco il raccontino che ci feci lo pubblico.

Dall’altro lato, se vuoi alzare la media dei clienti della fumetteria ti troverai costretto a far scendere il numero della massa nella parte bassa della piramide, tentando un equilibrio tra le due cose che sarà valido solo fino ad un fatidico crack.

Ad equilibrio stabilito c'è da affrontare il "fattore tempo".
Già, perchè in tutto questo il tempo passa e i giocatori salgono dalla parte bassa verso quella alta della piramide, con tutto ciò che ne consegue, ovvero, un triste abbassamento degli acquisti presso il negozio e un incremento della conoscenza dei mezzi che porteranno questa fascia di giocatori "che salgono" a sapere *esattamente* cosa comprare e dove (ebay, grossisti che fanno concorrenza ai negozianti che comprano i prodotti da loro stessi, vendendoli su internet a prezzi inferiori, scambi in chat/forum/siti, ecc). Questo quando sono onesti, altrimenti si passa a ingannare il noob di turno facente parte della massa stuprandogli il raccogliore in cambio di vera the original fuffa, o addirittura, si passa a rubare.
Rubare una carta, un mazzo intero, un raccoglitore, uno zaino. A seconda dell’emozione che si vuole provare. A seconda se si è un mezzo professionista o meno.

La mia decisione, per il bene dell’attività, non disponendo di un sottolocale dove stipare la gente che gioca, è stata quella di diminuire il numero di noob e far spopolare, ma con cura, la parte bassa della piramide. La cosa ha funzionato per un po: gli incassi del settore fumetti crescevano, quelli del "mercato giochi" era stabile, anche perché l’epurazione da me effettuata è stata fatta sui "rami secchi" del pubblico, o meglio, su chi si parcheggiava dalle 4 alle 8 ore al giorno, senza far muovere l’economia.

Ci ho messo l’anima, sul serio, ma alla fine ho deciso di interrompere col gioco, la cosa si faceva troppo logorante e antieconomica.

Il calendario del campionato cittadino di Magic dello scorso anno, mi ha portato 24 tappe, 12 domenicali e 12 infrasettimanali, con premi obiettivamente alti e servizi perpetuati negli anni, quali la presenza di un Judge qualificato ad ogni tappa (ma sul serio, non come si legge su altri siti della concorrenza: e chi vuol capire capisca), la vendita di carte sfuse, il rispetto del regolamento del gioco e del torneo, autobus per andare al Torneo Regionale a Bari, punto di riferimento nell’organizzazione dei viaggi per il nazionale a Rimini, prerelaese a Manduria e PTQ vari.
La mia speranza tradita era che ad un servizio indubbiamente superiore a quello che offriva la concorrenza, avessi avuto in cambio una fidelizzazione del giocatore, che avrebbe scelto me come luogo in cui fare i tornei, di modo che la concorrenza, alle strette, abbandonasse il gioco e rimanere io l’unico TO in zona, col vantaggio di poter gestire ancora meglio gli avvenimenti legati al gioco e poter ambire a Tornei di natura più elevati.
Questo perché comunque cosciente che in un mercato piccolo come quello offerto in questa realtà, due TO fossero troppi, quindi il discorso inevitabile, cinico e realista era: o io o lui.
La coperta, ancora una volta, era troppo corta.

I giocatori, al contrario delle mie speranze, ma fedeli al mio cinismo, hanno invece premiato la sufficienza di TO con meno ambizioni, che, da un punto di vista economico, giustamente ambiscono a fare il proprio bene quotidiano. Buon per loro.
Messo alle strette da questo mercato piramidale, ho pian piano maturato l’intenzione di abbandonare il gioco organizzato e dedicarmi completamente al fumetto, certo che di questa decisione ci sarebbe stato:
- chi mi avrebbe capito e sostenuto
- chi ci sarebbe rimasto male
- chi ne avrebbe goduto
- chi avrebbe detto "ecco te lo avevo detto io!"

anche se magari lo aveva detto cinque anni prima.

Questo è il primo anno senza tornei da Mondi Sommersi e proprio due giorni fa sono scaduti i termini per presentare la domanda per il Campionato Cittadino, la batteria di tornei più importante per la località di un TO.

Ma i giocatori?
Ho toccato nel corso degli anni picchi di 67 giocatori ad una prerelase (è un torneo di presentazione della nuova espansione di turno) e nel campionato cittadino dello scorso anno credo di aver contato un’ottantina di giocatori. In tutto ho staccato più di 500 tessere DCI (identificano il giocatore al sistema di punti “elo” nelle meccaniche DCI, associando la persona a un numero).
Solo 4 ne ho sentiti, dopo l’annuncio sul sito dell’abbandono al gioco organizzato.

- Uno mi detto che mi capisce, che mi è vicino, che comprende la decisione e che comunque non mi devo preoccupare che per lui io o gli altri TO siamo uguali, per lui è proprio lo stesso. E’ per questo, dice, che va da entrambe le parti nonostante riconoscessi tutti quei miei sforzi e servizi in più.
- Un altro mi ha chiesto se ora che ho smesso potevo regalargli quei banner di magic che sono li sulla parete.
- Un altro mi ha chiesto se gli facevo una vendita in blocco per le carte sfuse.

La coperta è sempre troppo corta, quando è inverno, fa davvero freddino.


martedì 2 ottobre 2007

Di mail ricevute 2

Altro giro altra corsa.

Riassumendo: mi scadono delle inserzioni di videogiochi su ebay e ricevo questa email da parte di Fabio, chiunque esso sia.

"Caro shazamego,

Fammi una proposta di vendita per: I fantastici 4, Jack X e Pinball, più le spese di spedizione con raccomandata. Poi ti faccio sapere se la proposta è buona.
grazie"

Dico, mitico, un paio di vendite in più mica fanno male, no? In fondo si lavora per pagare le tasse oltre che per il piacere di dire "ehi, io ho un lavoro" e fare così il figo in giro.
Rispondo alla mail nel classico stile "venditore affabile", sorvolando su quell'ultima frase della sua mail, che non so perchè, mi lascia perplesso.

"Ciao,
i giochi li vendo a 14,99 cad + le spese di spedizione di 6,50 euro in busta imbottita.
Tutti e 3 sarebbero 52,47 euro compresa la spedizione. Fammi sapere se ti interessano,
Max!!"

Ecco quindi la risposta del Fabio:

"Senti Max,
Non ti offendere, ma mi vuoi fregare così alla grande?! Pinball era a 9 euro fino all'altro giorno... E comunque 14,99x3=44,97 + 6,50 di sped = 51,47 non 52,47 come tu hai scritto.
In questo modo ti sei guadagnato la mia sfiducia.
Per cui la mia proposta è: 12,5euro x2 giochi + 9,5euro x1 gioco(pinball) = 34,50euro+ 6,50euro spedizione = Totale 41,00 euro tondi tondi.
(pagamento paypal, e non venirmi a chiedere extra per paypal perchè non ne voglio sapere)
Se ti piace bene, altrimenti pazienza abbiamo perso tempo entrambi.
Grazie lo stesso saluti"

Bà.
Cioè... dai, si capisce che l'euro di differenza è stato solo un errore di digitazione. Anche il mio cane se ne è accorto, solo che quando ho scritto quel figlio di un cane stava cagando altrove. Il Fabio invece cagava nella mia casella email.

Quello che mi chiedo è come mai quando uno sta davanti al pc si sente in diritto di rispondere male alla gente, in toni poco garbati e senza un apparente motivazione.
Che bisogno c'era di dirmi che non vuole saperne di "extra" per l'utilizzo di paypal se io non lo ho chiesto (e tra l'altro non lo ho nemmeno citato tra i metodi di pagamento accettati)?
Che significa che mi sono guadagnato la sfiducia di un pinco pallino solo per aver fatto un prezzo a degli oggetti di mia proprietà?

Ci penso, ci ragiono, rispondo.

""mi vuoi fregare così alla grande?!"
"In questo modo ti sei guadagnato la mia sfiducia."
"pagamento paypal, e non venirmi a chiedere extra per paypal perchè non ne voglio sapere"

E poi non mi dovrei offendere?
Vedi che non sei al baraccone della piazza. Se non vuoi i giochi non prenderli, ma non venire a "trattare" i *miei* oggetti decidendo *tu*:
- prezzo
- modalità di pagamento
- modo di porsi.

Al più che agli arroganti non vendo proprio un cazzo.
Una buona giornata.
Max!!"

Sono simpatico come un dito al culo, mi rendo conto. Realizzo che anche io dietro al pc dico un sacco di cose pompose, belle ricche di parolacce e imprecazioni.
Nemmeno due secondi che mi rendo conto che le dico anche dal vivo, agli amici, ai nemici, ai clienti, alle suore.
Molti invece diventano fighi solo dietro alla tastiera, lieti di non essere visti, sicuri di stare al sicuro.

Altra mail, questa volta non rispondo nemmeno.

"Senti bello,
Non sono mica io che ho deciso il prezzo dei tuoi videogiochi?!
io ti ho solo fatto una proposta come tu l'hai fatta a me!
Poi non sono mica io che voleva vendermi un gioco a 14 euro e passadove il giorno prima era a 9 euro?!
Non sono mica io che faccio le regole di paypal per cui il venditore NON PUO' chiedere il costo di paypal all'acquirente...
Ribadisco anche che io ho fatto una controproposta, è naturalmente tua scelta vendermeli o no, non ho obbligato nessunoho solo posto le condizioni della mia proposta, ma come vedohai la coda di paglia e ti incazzi quando ti scoprono.
Mi dispiace, e mi scuso se ti ho fatto perdere tempo.
addio"

Sti cazzi.

lunedì 1 ottobre 2007

Di siti e di mail ricevute.


"La gente prende piede, tal'uni facendo finta di niente, tal'altri facendo finta e basta. Va di moda essere vaghi sulle cose della vita, fa figo essere costipati nell'impossibilita' del fare, dice "ma io ci provo, faccio del mio meglio". Cosi' mi han detto svariati sucker cercando di giustificarsi... idioti!" (Gruff)

Stamattina ho ricevuto una email.
Una ragazza che non si firmava mi ha scritto a proposito di un articolo apparso sul mio sito a
QUESTO link. L’articolo è sul terzo capitolo del film dell’uomo ragno, è firmato da "Nargioman" autore di molti altri articoli del sito e fa un raffronto tra l’"emo" e "Spiderman 3".
Poco male. Io lo avrei fatto tra l’emo e l’omo concludendo probabilmente col fatto che le due cose si sposano benissimo, checché ne dica il papa. E "checchè" non sta li per caso.
E l’Uomo Ragno nel frattempo avrebbe fatto un paio di foto ai due innamorati, nei panni di Peter Parker. Peter Parker di contro, vestito necessariamente da Uomo Ragno.

Purtroppo però l’amico Nargioman ha pensato di usare l’emo come premessa ad un articolo poco omo ed io per questo sento che lo amo.
Ad ogni modo ricevo questa mail, la apro, la leggo. Prima rido, poi sudo.
Le rispondo, decido di postare mail e risposta sul blog, tanto la mail non è firmata quindi non credo di fare torti a nessuno.

La mail la leggo così come ve la incollo.

"Sapete che cos’è un emo? No? Bene, vi illumino.Gli emo, sono delle persone che si contraddistinguono da noi altri per diverse cose: quella che salta all’occhio prima di tutte e la loro pettinatura al limite dell’imbarazzante, a metà tra quella di Hitler e quella di un mentecatto; la seconda è che se viene offesa la loro sensibilità corrono a chiudersi a chiave nel loro bagno a piangere e tagliarsi con una lametta..."

Basita da quel che ho letto, sono" costretta" a dire la mia.
Prima di tutto preciso di non essere EMO, ma una normalissima ragazza di 28 anni che ama la musica senza seguire un genere preciso.
Mi chiedo chi sia la persona che ha scritto quelle squallide righe riguardo gli emo e la invito ad abbandonare l'arte di scrivere perchè non solo è stata/o smodatamente parziale, ma ha anche dimostrato profonda ignoranza e insensibilità riguardo l'argomento che ha deciso di affrontare.
1) EMO non è una cosa, ma prima di tutto è un GENERE MUSICALE2) Se ci sono delle persone che hanno deciso di chiamarsi emo perchè seguono questo genere e vogliono vestirsi in un determinato modo, LIBERISSIMI di farlo! Siamo in un paese libero, moderno ed è profondamente squallido chi punta il dito su di loro per sentirsi meno insignificante.
3)" Se viene offesa la loro sensibilità corrono a chiudersi a chiave nel loro bagno a piangere e tagliarsi con una lametta..."
Non è così! Ma mettiamo che sia così.......una persona che si chiude in bagno a tagliarsi con una lametta sicuramente avrà qualche problema...con che coraggio la insulti????????
SONO SCHIFATA!!!
Era la prima volta che curiosavo in questo sito, ma non penso che ci tornerò più se continuerò a leggere frasi del genere, come non ci torneranno le altre persone che hanno letto queste oscenità.
Spero tanto che eliminiate l'articolo perchè sporca il sito.
Grazie per l' attenzione.


La mail finisce qua.
Già che sto vi posto la mia risposta, come se avesse importanza.

Ciao a te sconosciuta.
Vorrei dire "ciao Sara" o "Ciao Paola", ma non ti sei firmata e quindi mi viene difficile.
Mi spiace che l'articolo ti abbia procurato questa reazione, d'altra parte non è che possa piacere a tutti :)

> Basita da quel che ho letto, sono" costretta" a dire la
> mia. Prima di tutto preciso di non essere EMO, ma una
> normalissima ragazza di 28 anni che ama la musica senza
> seguire un genere preciso.

Bene, siamo coetanei :)

> Mi chiedo chi sia la persona
> che ha scritto quelle squallide righe riguardo gli emo e
> la invito ad abbandonare l'arte di scrivere perchè non
> solo è stata/o smodatamente parziale, ma ha anche
> dimostrato profonda ignoranza e insensibilità riguardo
> l'argomento che ha deciso di affrontare.

La persona è "Nargioman", come indicato all'inizio dell'articolo.
Quelle "squallide righe" come tu le definisci, sono una recensione di un film.
Il film è "spiderman" è nello specifico, il terzo capitolo della serie.
La faccenda degli "emo" è solo una premessa per poi far partire la recensione vera a propria.
Comunque gli ho girato i complimenti per la "profonda ignoranza", per "l'insensibilità", per le "squallide righe" e per il così pacato invito "ad abbandonare l'arte di scrivere".
Ringrazia vivamente :)

> 1) EMO non è una
> cosa, ma prima di tutto è un GENERE MUSICALE2) Se cisono
> delle persone che hanno deciso di chiamarsi emo perchè
> seguono questo genere e vogliono vestirsi in un
> determinato modo, LIBERISSIMI di farlo!

Scusa se intervengo, ma mi puoi incollare le frasi dell'articolo dove qualcuno VIETA (lo scrivo maiuscolo per pareggiare il "liberissimi") agli emo di essere emo?
Cioè, chi ha scritto la recensione è omo, sai che gli frega degli emo? :)

> Siamo in un paese
> libero, moderno ed è profondamente squallido chi puntail
> dito su di loro per sentirsi meno insignificante.

E infatti la recensione è stata scritta nella piena facoltà di essere in un paese libero e moderno. Profondamente squallido è che questo paese sia anche bigotto e privo del senso dell'umorismo e della misura.
D'altra parte sei tu che stai puntando il dito sullo scrittore della recensione, che a tuo dire è "profondamente ignorante" ed "insensibile". Ne deduco che se a tua volta non ti reputi profondamente ignorante e insensibile, ti consideri superiore allo scrittore in questione.
Forse lo fai per sentirti meno insignificante? :D (si scherza, eh.. non offenderti^^)

> 3)" Se
> viene offesa la loro sensibilità corrono a chiudersi a
> chiave nel loro bagno a piangere e tagliarsi con una
> lametta..." Non è così!

Ma ci mancherebbe che sia così.
E' una provocazione quella che viene fatta. -.-

> Ma mettiamo che sia
> così.......una persona che si chiude in bagno atagliarsi
> con una lametta sicuramente avrà qualche problema...con
> che coraggio la insulti???????? SONO SCHIFATA!!!

Ma chi l'ha insultata?
Cioè, io ho i miei problemi, sai che me ne importa degli emo, della musica che ascoltano, delle lamette che usano...?
Mizzeca te la sei presa manco ti avessero stuprato il gattino.
Mi spiace che tu ti sia SCHIFATA (lo scrivo maiuscolo per tenermi alla pari ;) ), ma se ti schifi per questo sei tu ad avere dei problemi, non chi ha scritto la recensione di un film che tu nemmeno stai considerando.

> Era la prima volta che curiosavo in questo sito, ma non
> penso che ci tornerò più se continuerò a leggerefrasi del
> genere, come non ci torneranno le altre persone che hanno
> letto queste oscenità.

E vai a leggerti il sito di famigliacristiana allora.
Lì di cose sagge ce ne sono un casino.
Tipo la parte in cui ti chiedono i soldi per l'abbonamento alla rivista.

> Spero tanto che eliminiate
> l'articolo perchè sporca il sito. Grazie per l'
> attenzione.

No.
Mi spiace.
Il mio sito è uno spazio libero.
Le persone ci scrivono senza peli sulla lingua.
Se dovessi cancellare ogni articolo che infastidisce questo o quella persona mi troverei con un sito bianco. Di persone "schifate" e "offese" ce ne sono a bizzeffe.
Che poi non scrivono mai per dire "mi è piaciuto questo pezzo", si sfogano solo quando gli tocchi qualcosa che sanno ("emo è un genere musicale!" -Brava, hai vinto una bambolina.)
Mi hanno chiesto anche di togliere l'icona che porta al mio blog perchè ricorderebbe il gesù cristo, e pertanto qualche cattolico l'ha reputata "blasfema".
Se non vi piace, ripeto, cambiate sito.
Io scrivo per piacere, non per piacervi.
Max!!
aka
HulkSpakk