giovedì 28 febbraio 2008

Alberto Ponticelli è... COME UN CANE!

(clicca per ingrandire)
(...più o meno come fai per il tuo pisello...)

In genere non posto sul blog notizie inerenti gli incontri in negozio, ma in questo caso mi ci trovo piacevolmente costretto. Intanto perchè mi ci sto sbattendo da un tre mesi abbondanti e quindi me la godo a dirlo in giro, e poi perchè il mio sito è andato out a causa di un server fatto di cacche e puzzette indurite.
E poi Ponticelli è Ponticelli.

Cioè, cazzo "io vi porto serietà, mica le cagate..."
Cioè, il 15 Marzo viene Alberto Ponticelli porca troia, mica il "signor Pizzighettone"...

Avete presente quell'uomo che galoppando negli anni '90 tirava fuori robe tipo EGON ? Roba da ShockStudio... dai, EGON cazzo, quello con quel nasone lungo, tutto muscoloso, che aveva delle magliette addosso che parevano tatuate a quanto erano strette...
Bè quest'uomo ha lavorato oltre che per lo ShockStudio, per la image, per la marvel, per le edizioni bd...

Bè, quest'uomo ha 36 anni sparpagliati e ha già realizzato robe come:

- Egon
- Sam & Twich
- Marvel Knight
- Alias
- Starlight
- Come un Cane

e io ve l'ho portato a Lecce.
E ve l'ho portato perchè tutti possiate godere delle sue matite, e gustarvi letture violente come Come Un Cane. Perchè è violento e tratta di mazzate.
Non è che possiamo star sempre a giocare d'altra parte.

Insomma, il giorno è SABATO 15 MARZo.
L'orario sono le 18.00
Il luogo è Mondi Sommersi Via Milizia 56/A

C'è una litografia esclusiva per chi ha abbastanza fegato da non perdere l'occasione.

L'incontro è all'interno del BD DAY - Festa Itinerante delle Edizioni BD.

martedì 12 febbraio 2008

Le Arti Marziali nei Manga

Dei fumetti che trattano le arti marziali, sul mercato nipponico, ce ne sono diversi.
Senz'altro il più conosciuto e rispettato è Vagabond, e vorrei vedere se con le matite e la capacità di narrazione di Inoue, non fosse così.

Certo però ce ne sono anche altri, e belli seri pure...
Nell'ultimo anno le mie letture hanno affrontato nomi come:

- Vagabond
- Shamo
- Shigurui


Vagabond è stato a lungo il mio manga preferito se consideriamo solo quelli "di arti marziali". Inoue, l'autore, dai tempi del pallacanestristico Slam Dunk è cresciuto molto, sia dal punto di vista grafico quanto da quello narrativo. Vagabond racconta la storia di Musashi Miyamoto, personaggio realmente esistito, talmente innamorato della via della katana da vivere solo per essa, come spesso accadeva nella sua epoca a personaggi, magari meno illustri, ma come lui. Il fumetto di Inoue ha ritmo e dipana la sua storia in diverse strade narrative, incentrandosi dapprima sul protagonista, per poi passare a questa o quella comparsa, per ritornare infine, nuovamente, sull'antieroe della vicenda. La pecca di questa saga è ciò che l'ha resa fruibilissima al pubblico: è troppo romanzata.
Per quanto sia fedele ai caratteri storici dell'epoca, ci sono aspetti eccessivamente romanzati, resi epici ed "infiniti". I tempi in cui Musashi affronta l'avversario raggiungono vette di tensione interessanti, ma sono anche un immenso utilizzo di pagine, che alla fine, non fanno altro che allungare inevitabilmente la conclusione della saga.
Al momento Vagabond conta 37 albi nella sua prima edizione italiana e 22 nell'edizione DeLuxe.


Shamo è ambientato ai giorni nostri.
Qui il protagonista è bel figlio di troia, senza se e senza ma.
Al contrario di Vagabond, in questa vicenda gli occhi non sono puntati sul personaggio positivo ma sul cattivo. Cattivo nell'anima, corrotto, infame.
Figlio di un'educazione non troppo permissiva, studente modello e bravo musicista, Ryo Narushima sbrocca, esce di melone e uccide i genitori in un attacco di ira. E' minorenne e viene rinchiuso in galera. Spinto da un istinto di sopravvivenza fuori dal comune inizia la strada del karate, diventando una vera tigre, prima per difesa, poi per diletto ed infine per sopravvivenza.
Questo titolo mi ha fatto traballare.
Il tempo non sembra preoccupare gli autori che lo realizzano, Akio Tanaka e Izo Hashimoto: le vicende si susseguono molto in fretta, molto più in fretta che in Vagabond e questo riesce a dare molto più senso all'evoluzione del protagonista, sempre più spinto verso la follia, sempre più a ridosso dell'irrimediabile baratro.
In Shamo non ci si innamora del protagonista, non si sente il desiderio di diventare come lui, al contrario ci si preoccupa di incontrarlo per strada, di essere una delle sue vittime e si finisce per fare il tifo per gli avversari, che tendono sempre a fare una brutta fine, un pò perchè più deboli di Ryo, un pò perchè più onesti e leali.
Perchè Ryo Narushima, il personaggio creato da Tanaka e Hashimoto, è davvero una merda d'uomo.
Shamo al momento ha al suo attivo 18 volumi.




Shigurui è il top.
Quando dicevo che Vagabond è stato a lungo il mio manga preferito sul genere, mi riferivo al periodo (lunghissimo) della mia vita in cui non ero a conoscenza dell'esistenza di Shigurui.
Se Vagabond e Shigurui sono l'alfa e l'omega, Shigurui, con i suoi protagonisti è senz'altro nel mezzo. Qui gli attori non sono buoni o cattivi, qui sono semplicemente più o meno fedeli al dojo e a ciò che comporta esserlo. Shigurui è un fumetto *serio*, senza le aspettative di risultare figo a tutti i costi. Qui non ci sono i vari Musashi di Vagabond che per pagine intere si fanno passare il vento tra i capelli guardando l'avversario con la faccia di chi sa di averlo più lungo dell'altro, qui non ci sono Ryo Narushima che violentano questa o quella donna per diletto dopo averne pestato il compagno. Qui ci sono samurai, katane e rispetto.
Rispetto per un sensei completamente fuori di senno, reso instabile dalla vecchiaia e dalla potenza datagli dalla vita condotta, e due adepti, Gennosuke e Seigen che ambiscono entrambi all'onore più grande di tutti: essere scelto come discepolo del Maestro Kogan e con questo diventare il signore della scuola e il marito di sua figlia.
Come è facile immaginare tutto va in vacca per delle scelte di vita di Seigen che tradisce l'onore della scuola, diventando il mattatore di una strage che ad uno ad uno, tocca a tutti gli allievi del dojo.
Shigurui è più storico di Vagabond, più maturo e con un tratto che ha decisamente meno hype di quello di Inoue e questo gli impedisce il grande salto al pubblico più vasto. Si presenta di contro come un titolo "a lunga scadenza", più difficile da avvicinare, ma impossibile da abbandonare, complice anche il tremendo flashforward presente nel primo capitolo della saga, che ci porta nel probabile ultimo capitolo di Shigurui.

giovedì 7 febbraio 2008

Crisi Infinita



- Oh, ciao Max, che stai leggendo oggi?
- Crisi Infinita.
- Ah bella lì. E di che parla?
- Della mia situazione economica. Per risolverla hanno dovuto chiamare Batman, Superman e Wonder Woman.

L'Hulklassifica

Cosa ci spinge a essere ciò che diventati?
Personalmente ci sono alcune cose che mi sono capitate tra le mani, senza le quali non sarei la stessa persona che sono oggi.
Ecco la classifica.


Al Quarto posto:


Il Conto dell'Ultima Cena
Un libro saggio, non c'è che dire. Mi ha insegnato a non soffermarmi sulle apparenze e a pormi sempre la domanda più importante di tutte, ovvero "chi cazzo paga?". Se Andrea Pinketts scrive un libro dove mi insegna a "non essere io", lo eleggo scrittore dell'anno.
E poi il "senso della frase".
Che dono.
Che superpotere.

Insomma, Pinketts si prende Mr. Fantastic e Martin Mystere e se li mette in tasca, loro e i loro pipponi del cazzo che alla fine non si capisce una sega. E' inutile avere il potere di allungarsi, caro Reed Richards, se non hai il senso della frase ed è inutile avere il potere di essere l'unico fumetto italiano a non farmi arrivare alla fine dell'albo se hai per spalla una scimmia di un'altra era se non hai il senso della frase, caro il mio Martino.



Al Terzo posto:


Preacher.

Insieme al suo creatore Garth Ennis, mi ha insegnato a pilotare le parolacce, senza le quali i discorsi non sarebbero altrettanto significativi. Diavola di una pizza con i funghi all'uscita! Io da grande voglio diventare come il Predicatore e conoscere più parolacce di Cassedy.



Al Secondo Posto:



Daniele Luttazzi.

I suoi spettacoli all'inizio mi facevano cagare. Cioè, ha una faccia come il culo, il sorriso di chi t'ha inculato e tu lo capirai solo quando sarà troppo tardi ed è così volgare che la nonna lo detesta.
Poi l'ho capito.
Non potrei fare a meno di Luttazzi: i suoi spettacoli sono dinamite, lui è un figlio di puttana assurdo e poi, cazzo, ha una faccia come il culo, il sorriso di chi t'ha inculato e tu lo capirai solo quando sarà troppo tardi ed è così volgare che la nonna lo detesta!
Di tanto in tanto mi devo sparare un 20 minuti dei suoi spettacoli, ma sto cercando di uscirne. Certe volte mi capita anche di beccarlo in tivù prima della successiva censura e sospensione, ma solo se sono fortunato.
Insomma, è sagace, pungente, figlio di sua madre che a vedere la faccia del figlio è chiaro sia stata stuprata da Schifani e dai suoi amici fattiapposta.



Al Primo posto:


Dj Gruff e il suo "O tutto o Niente"
Gruff ha stile.
Ogni volta che non capisco se qualcosa o qualcuno ha stile, lo paragono a Gruff. Quanto più si avvicina a Gruff tanto più a stile, tanto più si allontana da Gruff, tanto meno ha stile.
Non ci si scappa.
Gruff ispira questo blog ogni giorno perchè lui vi "porta serietà, mica le cagate", come il sottotitolo di "Storie di Nessuno".
Senza l'ispirazione che quest'uomo mi ha portato negli ultimi dieci anni, probabilmente io non sarei io.