lunedì 17 agosto 2015



Che poi alla fine mi sta bene anche così. Turbe che andranno via, nulla saremo mai stati. Ma se tu pensassi a me ancora un minuto, se mi vivessi al meglio solo oggi, solo in un sogno ancora, se solo io sapessi d'essere tra quei pensieri che più non sono, sarei sollevato, sereno con me stesso come fossi ancora il sole attorno a cui girano i tuoi domani, pronto, sempre pronto ad esser pronto per un film ancora, una birra ancora, un'altra vita insieme.

mercoledì 24 giugno 2015

Il tocco degli anni novanta.



Oggi è uno di quei giorni in cui non succede nulla e allora mi prende lo scompenso, tipo tocco al cuore, ma non quel tocco che sà di magico, più un tocco di quando vedi una suora e tocchi l'amico tuo e dici "tua!" come negli anni novanta.

Ah, gli anni novanta, quanta nostalgia, quante botte ho preso, quanti "no" dalle ragazze che amavo, quanti viaggi verso l'isola che non c'è con quel motorino che non c'era. Mi dovevo accontentare della bicicletta, poi me l'hanno rubata e non c'è stata più nemmeno quella. E allora si andava a piedi, ah gli anni novanta, finchè finalmente qualcosa cominciava a muoversi, giù nel bassoventre, dopo una pioggia di calci degli amici meno acculturati, gente povera ma ricca di contenuti in quel grande calderone di avventure scomposte che era San Pio, e allora giù botte, quelle alla vecchia maniera, immotivate e rigorosamente in gruppo, a volte alle spalle, perchè il cambiamento ravviva il rapporto, da gente veramente motivata però. Motivata a darmele, e quello era il motivo per cui non avevo più neanche le gambe, suscettibili a calci ben piazzati tanto quanto una bionda davanti a una battuta sulle bionde che non ha capito. Poi ve la spiego.

Ah, gli anni novanta, quanta nostalgia.
Ma poi le cose son cambiate e la vita è migliorata, finalmente il militare con i suoi gavettoni di piscio, i turni di guardia, i turni in fureria, i turni per il nonnismo che la cinquemilalire dovevi darla tu, i turni per andare in bagno e i turni per pisciare, lì, nei secchi, per il prossimo gavettone. Che il militare è come il maiale, non si butta via niente e con le maiale le esperienze sono sempre dietro l'angolo.
Era il novantanove e le cose stavano cambiando, lentamente, ma inesorabili, in peggio.
In peggio perchè il peggio è sempre domani, perchè stavamo meglio quando stavamo meglio e se non te lo ricordi te ci pensano i capelli bianchi a suggerirlo negli orecchi, che a volte ci basta poco per abbracciare la depressione, il dolore, lo sconforto e quell'ex di cui ricordi solo l'attimo migliore, quello in cui l'hai lasciata, libera come un uccello nella stagione di caccia, ricordandoti la tua vera natura, perchè sei cacciatore e infatti l'hai cacciata da casa tua, ma senza mai tradire la fiducia nel domani. Li ricordo come se fossero ieri quegli anni novanta e ricordo quando negli orecchi mi è stato detto la prima volta "ah sai, per i capelli, è il tuo turno".

E giù di stempia, ah, gli anni novanta, era il mio turno. Un tocco di magia ed erano già bianchi, già grigi, color topo, frumento, colori che solo un grafico sa distinguere, ma che mi facevano rimpiangere quegli anni bellissimi in cui tutto era perfetto, in cui era sempre estate e io vivevo lì, sempre e da sempre a ridosso di quel mare di merda tipo bacino di San Cataldo vicino alle Pagghiare, dove si pescavano cefali grandi quanto un cefalo che si nutrivano di stronzi, ma non merde marine, proprio stronzi cacati perchè le Pagghiare erano lì, a un tiro di sputo dalla fogna.
E gli anni novanta stavano finendo e io che ancora guardo con ammirazione i vecchi che sputano rufando saliva con ecotabacco mandorlato al retrogusto fruttato, arrivavo sempre ultimo nelle gare con gli amici a chi sputa più lontano, e mi toccava pulire.

Ah, gli anni novanta.
Ma ora le cose sono cambiate e tocca a me, è il mio turno di vivere questa vita bellissima, emozionante, tocca a me che gli anni novanta, ah quanta nostalgia, sono finiti. Tocca a me, ma ci sono giorni come questo che penso agli anni novanta e dico "no, fiasco, tocco tacco e non ci gioco", e sono le sei di pomeriggio e voglio andare a dormire e svegliarmi domani, fa nulla se domani sarà peggio, cosa vuoi che sia a confronto con gli anni novanta.