venerdì 27 gennaio 2012

SouthlandShow

Un pò di marchette.
Questo che segue è quanto potete trovare QUI.



Così come questo:



Se vi piace il dolore, invece, QUI trovate i video di un gruppo di stronzi, uguale uguale a quello che segue:



Buona visione :)

lunedì 23 gennaio 2012

Intervista ai Paguri per Nirvana (Panini Comics)




Dopo aver parlato del numero 0 e aver quasi recensito il primo numero, ho deciso di intervistare Daniele Pagani e non mi ricordo il nome Caluri a proposito di Nirvana. Non volevo pubblicare l'intervista, pensata esclusivamente per fargli perdere tempo, ma dato che in questi giorni non ho molti argomenti da proporre, ve la propongo. La foto in alto serve solo ad indicizzare il blog. Yeah.

Con quale inganno siete approdati alla Panini Comics?

In verità Panini ci aveva già contattati qualche anno fa, dopo i tre premi Micheluzzi vinti con Don Zauker. Ci avevano proposto una miniserie, appunto di DZ e noi per l’emozione e la contentezza, ci eravamo pisciati addosso. Ognuno per conto suo, però.
Poi, come nelle soap opera di canale 5 con Gabriel Garko, le cose cambiano e il destino sembra voltare le spalle ai nostri eroi.
Sì, perché ci venne chiesto di ammorbidire di molto i nostri toni, di evitare battute o commenti di determinate situazioni, etc... il tutto in nome della Grande Distribuzione e dell’obbligo di dover/voler piacere a tuttituttitutti.
Così abbiamo rifiutato l’offerta. Sì, perché per pubblicare con una casa editrice grossa come Panini eravamo disposti a uccidere, ma non certo il nostro personaggio.
Poi, anni dopo, al Napoli Comicon del 2010, mentre giravamo per gli stand in cerca di fumetti da acquistare, ci mettemmo a chiacchierare con Sara Mattioli, che avevamo conosciuto a Mantova Comics & Games. Ci teniamo a specificare che abbiamo ascoltato quello che diceva, oltre i regolari 20 secondi, solo perché rientra nella categoria delle belle tope, tutto qui. Probabilmente se ci avessero avvicinato M. M. Lupoi, Simon Bisi o Alex Bertani, Nirvana non sarebbe mai nato. Lo hanno fatto apposta, bastardi.
Da lì, sono seguiti un paio di incontri a Modena, durante i quali abbiamo esposto il progetto (creato appositamente per loro) e soprattutto abbiamo chiesto, veramente fino alla nausea, tutte le garanzie possibili sulla libertà davvero di dire e fare quello che ci pareva.
Sara, Marco e Simon non ci hanno mai fatto storie, in questo senso, lasciandoci increduli e, per questo, sempre pronti a ribadire la cosa ad ogni incontro o giro di mail.
Ma ancora non credevamo possibile una cosa del genere. Per questo, per il primo numero, siamo partiti un po’ legati. Oltre a non saper muovere ancora bene i personaggi (come può capitare, all’esordio) non avevamo ancora ben chiaro fin dove potevamo arrivare.
Passato, senza problemi, il primo numero, con i seguenti ci stiamo divertendo da matti.



Tra quanto farete la fine delle altre produzioni italiane di Panini Comics, come Rigel e quelle altre robe di cui nemmeno ricordo il nome?

David Murphy? Vasco Comics? Le cronache del mondo emerso?...
Mah... probabilmente l’abbiamo già fatta, ma contiamo di arrivare indenni perlomeno al sesto numero. E sarebbe già un record. Per noi, per Panini e soprattutto per il tipo di fumetto che facciamo. In verità conosciamo poco i problemi che hanno portato alla chiusura o interruzione delle produzioni Panini succitate, quindi preferiamo non formulare un giudizio preciso. Riguardo a Nirvana, possiamo dire solo che abbiamo chiesto, e in verità ottenuto senza problemi, il completo controllo di quello che va in stampa. Tutto quello che leggete è opera nostra e, fino alla fine, cercheremo di giocarcela. E vorremmo ribadire che le pagine che compongono l’albo sono 64, 46 di tavole a fumetti e le restanti di extra che fanno comunque parte della storia; non capire questo, o ignorarlo volutamente, vuol dire capire – o considerare – solo il 70% dell’operazione Nirvana. La verità è che ci è stata data un’occasione troppo grande per lasciarsela sfuggire limitandosi a fare calcoli di marketing e di convenienza: ci è stata data la possibilità di ampliare i canoni del fumetto nazionalpopolare, di spaventare i moderati, di sconvolgere gli amanti della tradizione e del politicamente corretto, di essere cattivi, innovativi, stupidi, liberi e spregiosi. E tutto questo nell’equivalente fumettistico della prima serata televisiva. Una cosa che non capita molto spesso, soprattutto in un Paese bloccato come l’Italia. Per questo ci siamo detti: freghiamocene delle mode, delle parodie e degli ammiccamenti al pubblico e andiamo dritti per la nostra strada, ché ci sarà da divertirsi.



Quando i lettori vi dicono "che brutto Nirvana",  "com'è palloso Nirvana", "Nirvana non fa ridere", "la solita roba alla Don Zauker", "mi aspettavo fosse come Don Zauker, Nirvana", "i Paguri dovrebbero partecipare alle discussioni con i lettori a cui non è piaciuto Nirvana, e confrontarsi" e "non mi è piaciuto come i Paguri si sono confrontati con noi lettori", non vi viene da dire "che due coglioni, porco d*o!"?

Guarda, non siamo due lama tibetani, e per molto, molto meno ci capita di sfogarci in lunghe telefonate di bestemmie e commenti su quanto sia bella (o deprimente, dipende dai punti di vista) la varietà della specie umana, nell’italico Paese.
Ma in questo caso sapevamo in partenza che avremmo fatto qualcosa che avrebbe diviso il pubblico fra entusiasti e critici accaniti. In realtà lo abbiamo sempre fatto, semplicemente perché prendiamo una posizione che non si preoccupa di accontentare tutti e la perseguiamo, anche a costo di generare scontento (e assumendocene la responsabilità, ovviamente). L’evoluzione chiave rispetto ai lavori precedenti è stata l’allargamento alla grande distribuzione, che ha amplificato le reazioni per quantità e portata. Tutto qui.
La cosa bella, che probabilmente è anche quella che viene meno digerita da tanti, è che a noi vanno benissimo le critiche perché, così come i commenti positivi e forse più di questi, aiutano a guardare il proprio lavoro con occhi differenti e magari anche ad accorgersi di cose delle quali non ci saremmo mai accorti.
Certo, se queste critiche sono motivate e argomentate va ancora meglio, ma va bene lo stesso.
Per cui, ai nastri di partenza, mettiamo in conto anche critiche del tipo: “fate schifo al cazzo! Non mi piacciono i vostri fumetti e non vi comprerò mai più nella vita! Vi puzza il fiato! Siete due stronzi, etc...”
Ci lasciano un po’ perplessi, invece, altre critiche di persone che, per disinformazione, pigrizia, durezza, malafede (queste ultime due in quantità astronomiche) e perché no, anche nostra incapacità nel comunicare, dimostrano di non aver capito.
Cose tipo: “Che pezzenti, fanno pagare il numero zero quando non è composto da altro se non le stesse tavole che leggeremo anche nel numero uno!” quando il numero zero era totalmente inedito e lo avevamo ripetuto mille volte, ai 4 venti.
Ma gli esempi sono molti, e molti parecchio deprimenti.
Per questo abbiamo cercato di illustrare le nostre intenzioni sul forum di Comicus. Perché, nonostante abbiamo rilasciato un miliardo di interviste, nonostante abbiamo ben due siti internet e una pagina Facebook, ci sembrava che in tanti non avessero ben capito quello che volevamo fare.
Cioè un fumetto nuovo, diverso, grottesco, violento, coraggioso, moderno, che prendesse posizione su diverse tematiche e soprattutto con una sua trama che non fosse finalizzata solo alla costruzione della gag comica.
Poi, se uno queste cose le ha capite benissimo e non le apprezza lo stesso, pazienza, ci mancherebbe altro.
Però l’accusa – quella sì davvero tendenziosa – di non voler interloquire con i lettori la respingiamo fermamente.
Se uno si degna di leggere, senza malafede, preconcetti, o crisi isteriche degne di Vittorio Sgarbi o Maurizia Paradiso, nel comunicato abbiamo scritto due cose fondamentali:
1) Non ci piace alimentare polemiche artificiali per poi sfruttarne la risonanza in termini di visibilità.
2) Siamo più che aperti a parlare e confrontarci con tutti. Anzi, abbiamo invitato tutti a scriverci e a commentare sul nostro sito. E’da sempre nostra abitudine, piacere e premura, quella di interagire direttamente con i nostri lettori, per cui le polemiche in questo senso sono davvero pretestuose ma, stando al punto di cui sopra, noi ci fermiamo qui.



Quanto durerà questo primo storyline, e dopo cosa accadrà, ci sarà una saga completamente nuova o la continuity sarà serrata e quindi collegata a precedenti avvenimenti?

Se per primo storyline intendi la prima stagione (abbia pazienza, siamo gente semplice) durerà 6 numeri a cadenza bimestrale.
Un’eventuale seconda stagione è tutta da vedere.
Nel senso che non ci abbiamo ancora pensato; tante sono le cose che possono influire in tal senso: risultati di vendita, denunce penali, accordi commerciali, voglia, cazzi vari...
Diciamo che, da subito, la nostra intenzione era quella di fare un qualcosa che avesse comunque una fine. Le storie tirate per le lunghe solo per spillare soldi ai lettori o fare del merchandising non ci piacciono. Quindi, boh... se mai dovesse esserci una seconda stagione, avrà sicuramente una sicura continuity con la prima, ma sicuramente non sarà per sempre.



Avete già avuto risultati sulle vendite del primo numero e del numero 0? (se sì, come è andato)

No, non sappiamo niente. Non crediamo che sapremo nulla almeno fino al terzo-quarto numero.
In verità il numero zero è stato un esperimento. E’ stato distribuito solamente nelle fumetterie (niente edicole) e neanche in maniera diffusissima.
Le copie che Panini aveva portato a Lucca sono andate esaurite nei primi 3 giorni, però Lucca non fa testo.
Noi siamo comunque convinti che sarà il numero 2 a fare la selezione definitiva tra quelli che smetteranno, scappando inorriditi con il sangue dal naso e la perdita del controllo dei propri sfinteri, e quelli che intenderanno continuare la lettura della serie.
Sì, qualcuno è scappato già dopo il primo numero, ma non possiamo davvero accontentare tutti.
Solo i mediocri ci riescono.

martedì 17 gennaio 2012

Mega e Anteprima: sepolta l'ascia di guerra?



Questo mese è accaduto l'impensabile.
Tra Mega e Anteprima pare sia stata sepolta l'ascia di guerra ed entrambe le riviste hanno aperto le porte alle informazioni sulle future uscite dei propri editori di punta: Lion per gli eroi DC e Panini Comics per gli eroi Marvel. E i rispettivi manga, ovviamente.

La decisione delle due riviste al momento passata inosservata è importante perchè, dal punto di vista lavorativo aiuta il libraio nella gestione degli ordini; dal punto di vista del cliente, lo porta al risparmio di una delle due riviste o comunque ad un livello di informazione superiore, dato con un solo acquisto può venire a conoscenza di tutto il panorama proposto dai due distributori (PanDistribuzione con Panini Comics e Alastor con Lion/Goen).

Allo stato attuale delle cose è lecito pensare che dati i simili contenuti nel settore "proposte", l'utente finale possa scegliere tra un catalogo e l'altro in base ai contenuti "editoriali". Questo potrebbe far mutare qualcosa a livello di vendite da parte del distributore, al libraio.

lunedì 16 gennaio 2012

Devil e i Cavalieri Marvel



Dopo la chiusura di Devil & Hulk, Panini Comics ha pubblicato la testata monografica di Hulk, che prosegue la numerazione di Devil & Hulk, ed è ai nastri di partenza il nuovo spillato di Devil.
Questa nuova collana di intitola "Devil  e i Cavalieri Marvel" e potete leggere la preview cliccando QUI.

Devil e i Cavalieri Marvel oltre alla serie regolare del diavolo rosso a cura di Mark Waid e Paolo Rivera, proporrà anche le serie regolari del Punisher di Greg Rucka e Marco Checchetto e il Ghost Rider di Rob Williams e Matthew Clark.

Il primo numero di Devil e i Cavalieri Marvel verrà proposto in 4 edizioni, una normale e 3 variant delle quali al momento non sono ancora disponibili le copertine.

sabato 14 gennaio 2012

Tre Giorni in Europa



Tre Giorni in Europa
è un fumetto di Antony Johnston e Mike Hawthorne. E' pubblicato in Italia da Bottero Edizioni ed è uscito abbastanza recentemente.
E' un fumetto rosa e la copertina non inganna, dato il colore.
La storia è piacevole e scorre bene, una lettura leggera, una commedia d'amore che non impressiona mai ma che nemmeno lascia delusi. Tutto sommato una bella lettura.
Ma non  voglio parlare della storia.
Quello che più mi ha colpito di questo volume è il lavoro svolto dall'editore nel confezionarlo.

1) L'editoriale.
Mi ha lasciato basito. Probabilmente per dare riasalto al valore della storia che pubblica, Bottero definisce incapaci gli sceneggiatori italiani (e stranieri) di scrivere storie d'amore. Usa termini, in una presentazione ad una storia rosa, indicata ad un target presumibilmente femminile e con voglia di dolcezza, come "scopata senza limiti", "scopa come e più di un film porno sotto acido" e semplicemente "scopate". Francamente come libraio mai e poi mai suggerirei questo fumetto a un/una quattordicenne innamorato/a, proprio per via del linguaggio usato nell'editoriale.
E' totalmente fuori contesto.
Sembra di leggere la prefazione a Preacher.
Riesce poi a spoilerare il finale della storia, e compiacersi di averlo fatto ("ho fatto uno spoiler? Ecchisenefrega").
Devo ammettere che anche io ogni tanto ho detto il finale di un film a un amico, per il gusto di farlo soffrire e non fargli godere il film, o non farglielo vedere proprio, in alternativa. Ma sono cose che succedono se l'amico ti tromba l'ex o dice a tua madre che fumi quando hai 14 anni. Poi però, cazzo, cresci.
Forse Bottero voleva assicurarsi che il fumetto non venisse comprato da nessuno, è l'unica spiegazione logica.
Ad ogni modo dopo lo spoiler (e dopo la botta agli sceneggiatori) se la prende con:

1) le fumetterie
2) i distributori
3) Naruto
4) poi di nuovo con le fumetterie

infine la smette perchè "poi se no la gente si offende".
...
...
...
Che persona sensibile.
Giusto per ricordarvi, siamo ancora nella prefazione di Tre Giorni in Europa, un fumetto rosa.
Ora, non voglio nemmeno entrare nel dettaglio.
Non mi interessa che cosa Naruto possa aver fatto a Bottero, se gli ha lanciato una stelletta ninja sulla cassetta della posta o se se gli ha fatto il cosplay a Lucca Comics.
Non voglio soffermarmi su come cazzo si permettano i librai a spendere i propri soldi come meglio credono anzichè comprare le robe di Bottero Edizioni.
Non voglio immaginare il complicatissimo ragionamento che spingerebbe i distributori a non ordinare Tre Giorni in Europa dopo che Bottero pubblica cose che poi non si vendono.
Ma mi chiedo piuttosto cosa gliene possa fregare al lettore di questo volume, o alla quindicenne innamorata, delle sue cazzo di beghe personali.
Non è tanto che il fumetto costa 15 euro, ognuno è libero di comprare una storia rosa al prezzo che gli pare se il prezzo di copertina è quello, è che facendolo paghi anche due pagine intere di sfogo personale sul mondo a fumetti, in toto.
Non gliene sbatte niente, rovina la lettura, lascia basiti, interdetti.

2) Il tempo di pubblicazione e gli errori di stampa.
 Ci risiamo.
Tre Giorni in Europa è stato distribuito ai primi di dicembre 2011. E' stato presentato su Anteprima 203. Per intenderci, ad oggi Anteprima (che è un mensile) è al numero 245. Stiamo parlando di 42 mesi fa. Stiamo parlando di più di 3 anni e mezzo di ritardo nell'uscita.
3 anni e mezzo per confezionare un albo che, attenzione, ha due pagine ripetute e due pagine assenti in tutta la tiratura. Un albo che, stando a quanto scritto sullo stesso, è stato stampato nell'ottobre 2011, ovvero uno o due mesi prima che andasse in distribuzione. E nessuno si è accorto che le copie erano tutte fallate? Nessuno ha sfogliato il volume prima che venisse distribuito?

Il problema non è da poco, perchè quando si ha la faccia per dare in una prefazione (ad una storia rosa) la colpa preventiva del perchè l'albo non venderà, a fumetterie e distributori ("poi lo so già che le fumetterie si limiteranno a lavorare sull'ordinato e quindi i distributori mi faranno ordini ridicoli, ma le cose vanno così nel dorato mondo del fumetto italiano, nei primi anni del XXI secolo*. Inutile aspettarsi che si guardi al di là del proprio naso o del Naruto del momento") il minimo che si può fare è rendersi intoccabili fornendo un prodotto inattaccabile.

"Ma certo, se le fumetterie non ordinano nemmeno una copia da tenere in negozio per farla vedere e conoscere ai lettori, come farai tu, potenziale acquirente di questo volume, a vederla, valutarla e poi comprarla?"

Già, come farai ad avere un volume con una prefazione pallosissima e fuori tema, con degli errori mastodontici che annullano il piacere della lettura, con un finale che spoilerato dall'editore stesso, e che, peraltro, esce con 42 mesi di ritardo (sull'ordine di quelle fumetterie che hanno svolto il loro lavoro per tempo e in maniera impeccabile)?
Ti potresti perdere questo gioiello della tecnica. Son problemi.
Il mondo è proprio difficile nei primi anni del XXI secolo nella penisola bagnata dal Tirreno e dall'Adriatico**.



* sta parlando dei primi anni del 2000 se non l'avete capito, rimbambiti.
** sto parlando dell'Italia, se non l'avete capito, ignoranti.

mercoledì 11 gennaio 2012

Correzioni



Comunicazione uno:
QUI parlavo di Lion che regala JLA. All'interno di JLA e degli altri numeri 0 pubblicati dallo stesso editore (Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde, Superman) c'è una lista di librerie che hanno aderito ad una specifica promozione per vedersi pubblicizzati sugli stessi albi.
Come Mondi Sommersi ho aderito.
Peccato che il distributore ha comunicato l'indirizzo sbagliato, motivo per il quale la pubblicità servirà solo a generare confusione. L'errore resterà tale su tutte le uscite di gennaio 2012 (i numeri 0, Batman, Superman, Lanterna Verde) e l'indirizzo verrà corretto solo con le uscite di febbraio. Spero.
L'indirizzo corretto di Mondi Sommersi (per quel che serve segnalarlo qui) è Viale dell'Università 63/B - Lecce.
Comunque gli errori sono limitati, hanno sbagliato solo un indirizzo su 80, il mio.

Comunicazione due:

QUI parlavo dell'iniziativa Panini di pubblicare delle copertine variant per il numero 576 dell'Uomo Ragno aka Spider-Man. Figata.
Come Mondi Sommersi ho aderito.
Peccato che pur mandando comunicazione di adesione regolarmente e per tempo qusta non si è concretizzata per un errore di percorso che non riguarda me e la mia attività, ma il distributore presso cui mi son rivolto. Ovviamente la cosa mi è stata resa nota solo oggi, quando non si può più fare niente per rientrare in lista.
Uso il blog per comunicare a tutti coloro che mi hanno prenotato le copie con il logo del negozio che queste dunque non ci saranno e che gli ordini vengono quindi contestualmente annullati.
Comunque gli errori sono limitati, hanno mancato la comunicazione solo di un negozio su 80, il mio.

Che dire, io ci provo, ma sono troppi i mulini a vento.

venerdì 6 gennaio 2012

La ranocchia dalla bocca larga.



Ero un bambino e avevo sei o sette anni. Mio padre aveva degli amici, quegli amici di famiglia che tendi a chiamare zio convinto siano fratello o sorella di uno dei tuoi genitori, e perderti nei conti quando non capisci come si collocano in quello che scoprirai essere un albero genealogico.
Poi cresci e vieni a sapere che non sono tuoi parenti, non sono parenti dei tuoi genitori e non sono neppure tanto normali. Geneale.

Fatto sta che questo amico di famiglia aveva un nome che andrò ad identificare semplicemente come "lo zio". Lo zio aveva l'abitudine di terrorizzarmi.
E' un'abitudine abbastanza irritante quando sei tu a subirla, ma trovo che deve essere abbastanza piacevole nel praticarla perchè lo zio mi pareva venisse a casa di proposito per portare avanti questa sua missione.
E lo faceva con ogni mezzo possibile.

C'era il citofono.
Quando il citofono suonava di mattina o di sera, era sempre qualche persona normale. Ora il postino, ora i nonni, ora qualche impiegato dell'esattoria dello stato, magari il camion del pignoramento mobili. Ora qualche bambino che faceva gli scherzi. Certe volte citofonavo io stesso, tanto per vedere se mi mettevo paura. Ma quando il citofono suovana ed era passata da poco l'ora di pranzo c'era da cagarsi addosso perchè dieci a uno era lo zio.
E lui lo sapeva.
Sapeva che era egli stesso a suonare al citofono, e sapeva, non so come ma lo sapeva, che mi stavo cagando addosso. E al citofono diceva una cosa ai miei genitori, in genere a mia madre che rispondeva.
Diceva "di a massimiliano che sono arrivato".
E mia madre me lo diceva. Mi diceva "è arrivato lo zio". E io mi terrorizzavo.

C'era il telefono.
Quando il telefono squillava e mia madre si girava verso di me, era sempre lo zio, che mi pareva non avesse una casa propria e che doveva venire a cagare il cazzo proprio qui, perchè era qui che stava per venire. E voleva che io lo sapessi.
Da lontano sentivo questa voce dire a mia madre "dì a Massimiliano che sto arrivando". Poi il telefono si chiudeva e mia madre si girava verso di me lentamente, mi guardava e diceva pacata "sta arrivando lo zio". Pizza!
Sono sempre stato convinto che il ciclo di Saw fosse ispirato allo zio. Facciamo un gioco.
Ma facciamo anche che vai affanculo, zio.

Una volta telefonò un tipo con una faccia ambigua e la discussione andò pressapoco così:



Ecco.
Questo è l'effetto che mi faceva lo zio. Inquietudine e mistero con quel pizzico marrone che rallegra le mutande.

Lo zio usava terrorizzarmi con la storia della cameretta. Diceva che la cameretta doveva essere sempre in ordine, il letto fatto, le cose a posto, niente in giro. Che l'ordine veniva prima di tutto, di ogni cosa.
Col senno di poi credo si trattasse di un bieco accordo tra i miei genitori e lo zio per farmi sistemare cameretta con la tecnica del terrore. Ci fu un periodo in cui ero convinto fossero tutti delle ex SS.
Il problema non era tanto che io, seienne, non fossi pienamente daccordo col sistemare camera, quanto che non avevo il tempo materiale per farlo e, crescendo, ho capito che il mio problema è il problema di ogni bambino. Ogni bambino. Ricordatevelo quando crescerete.
Insomma, se un seienne si alza alle 7 di mattina e prende a giocare con i robot, con le costruzioni, con le mollette e con i citofoni, e poi arriva ora di pranzo, mi dite voi quando trova il tempo per mettere a posto ogni cosa? Personalmente non ero una signorina che stava lì a pettinar le bambole, avevo da fare, avevo da distruggere pianeti io, incendiare sottoboschi, salvare la stirpe umana da invasioni aliene...
Ma metti anche che io avessi trovato il tempo, anche solo una volta: che senso ha conservare tutto il casino prodotto, se già sai che tra mezz'ora riincasini tutto? La salvezza del pianeta non ha tempo da perdere.

Fatto sta che con la scusa della cameretta lo zio mi sgridava e mi sgridava duro. Non ricordo assolutamente cosa dicesse per terrorizzarmi, ma ricordo perfettamente che qualche volta ho pensato essere stati più fortunati quelli che lo zio li toccavano. Mi sentivo come Sarah Scazzi.
E se ero contrariato e aprivo bocca. Ahhh, se aprivo bocca.

Se aprivo bocca lo zio mi raccontava la storia della ranocchia dalla bocca larga, e la spacciava come fatto vero, roba riportata anche dal National Geographic, a suo dire.
La storia della ranocchia dalla bocca larga è una di quelle storie che hanno una morale e perciò insegnano qualcosa, ed era probabile che un uomo grande e grosso che, forse ancora non l'ho detto, si faceva di eroina, avesse parecchio da insegnare a un bambino di sei anni, tra un terrore e l'altro. Senza nemmeno sguainare le spade. A suo modo, lo zio era appassionato di fantasy.
Non garantisco che il modo di raccontarmela fosse lo stesso, ma io me la ricordo così:

In uno stagno nella giungla viveva una ranocchia dalla bocca larga, che si credeva simpatica e invece era una scassaminchia. La ranocchia, che si credeva essere anche molto curiosa e divertente, aspettava tutto il giorno di poter incontrare qualcuno perchè non amava farsi i cazzi propri.
Capitò un giorno allo stagno uno scimpanzè che si era avvicinato lì per bere. Appena lo vide, la ranocchia gli andò incontro e gli disse:

-
Ciaooooo! Tu chi seeeiiii?
E quello rispose:
- Sono lo scimpanzè.
E la ranocchia:
- E IO SONO LA RANOOOOOCCHIAAAAAAA DALLA BOCCA LAAAAAARGAAAAAAA!

E inizia a raccontargli storie di cui non gliene fregava un cazzo. E dopo un pò si salutarono.
Più tardi venne allo stagno una gazzella e la ranocchia dalla bocca larga subito si avvicinò facendosi i cazzi che gli competevano e dicendo:

Ciaooooo! Tu chi seeeiiii?
E quello rispose: 
- Sono la gazzella, e che non lo vedi?.
E la ranocchia: 
- E IO SONO LA RANOOOOOCCHIAAAAAAA DALLA BOCCA LAAAAAARGAAAAAAA!


E la gazella pensò "èccheccristoddio vuoi che me ne fotta?" ma dato che la gazzella sapeva farsi i cazzi propri non disse nulla. In compenso la ranocchia gli smaciullò i coglioni per un'ora e mezza raccontandogli cose di cui alla gazzella sbatteva un cazzo facendogli inoltre domande che fortuna ha voluto non avesse ancora incontrato Don Vito Corleone se no col cazzo che incontrava un altro animale allo stagno. E dopo un pò si salutarono.
Sul finire della giornata venne a dissetarsi un leone, che si vedeva lontano un casino avere i coglioni giratissimi. Si avvicinò all'acqua con fare lento e minaccioso e la ranocchia, incurante del pericolo perchè mossa dalla propria stupidità legata alla voglia di far domande del cazzo, gli andò incontro:


Ciaooooo! Tu chi seeeiiii?
Il leone la guardò, infastidito e stanco, esitò un attimo e poi disse d'un tratto:
- Sono il leone che divora, si incula e butta in un fondone le ranocchie dalla bocca larga.
La ranocchia strinse quelle mascellone che si ritrovava e disse:
- Ah.

Ora, la morale secondo lo zio eroinomane era che dovevo stare zitto perchè altrimenti sarei stato con tutta probabilità divorato, inculato e buttato in un fondone da non so chi.

Ora, caro zio che mi hai terrorizzato con l'aiuto di quella diabolica di mia madre che poi facciamo i conti, quando ancora non avevo la forza per pestarti, io sono ancora qui a parlare e tu, invece, chissà che cazzo hai combinato o con chi hai parlato, perchè sono più di vent'anni che sei scomparso e di te non hanno ritrovato nemmeno i resti. Hanno cercato in lungo e in largo, annunci in tivù, sui giornali e io me la ricordo la faccia disperata di tua madre a Chi l'ha Visto. E ricordo mio padre mentre guarda i tuoi quadri, che sono ancora sui muri di casa mia, e li guardo anch'io e ricordo, e mio padre scuote la testa.
In giro si dice che ti abbiano buttato in un fondone e nemmeno a Chi l'ha Visto ti ha mai visto nessuno.
La morale è che l'eroina fa male e fa più male di una bocca larga perchè la bocca te l'allarga e ti mette in giri davvero pericolosi.
Non usatela.

(campagna personale contro le droghe pesanti)

giovedì 5 gennaio 2012

Vagabond, Ikigami e Dorohedoro: ristampe di livello

Panini Comics sta ristampando diverse cosette davvero interessanti.
Per piacere personale vi segnalo e consiglio i titoli che seguono come letture immancabili, seinen di livello davvero notevole.


VAGABOND DELUXE N.1
A grande richiesta, ecco la “Vagabond Collection”, una ristampa completa della famosa opera di Takehiko Inoue in volumi uguali agli originali (dalle 208 alle 256 pagine), con alcune tavole a colori e nuovi redazionali. È l'occasione giusta per scoprire, o rileggere, le avventure di Takezo Shinmen nel Giappone del 1600. In questo numero, dopo la nattaglia di Sekigahara, Takezo trova rifugio con l'amico Matahachi presso le due donne Oko e Akemi, ma deve affrontare l'ira della famiglia Tsujikaze, di cui ha ucciso il capo: Tenma. Di fronte al furibondo attacco degli avversari Matahachi si comporta da vigliacco e sarà solo Takezo ad affrontarli. Riuscirà a sopravvivere? Un realistico Giappone feudale fa da sfondo alla vicenda, arricchendola di particolari e atmosfere lontane.



IKIGAMI N.1
Che cosa faresti se ti venisse detto che oggi è il tuo ultimo giorno di vita?Il governo nipponico ha legalizzato un incubo: notificare con un “ikigami” - un annuncio di morte - il decesso di una persona nelle successive 24 ore. Ogni giapponese porta in corpo una letale capsula velenosa pronta a dischiudersi per chi ha ricevuto un ikigami. Queste esecuzioni casuali si prefiggono di ricordare alla popolazione l’importanza della vita.
Ogni volume ruota intorno le storie differenti delle persone che hanno ricevuto un “ikigami”, seguendole nelle ultime ventiquattro ore della loro esistenza. Di Motoro Mase.


DOROHEDORO N.1
Un nuovo serial fa il suo esordio all'interno della collana “Manga 2000”. Si tratta di “Dorohedoro”, di Q Hayashida. Imprevedibile sin dal titolo, vi stupirà con le avventure di Cayman, una creatura dall'aspetto di rettile antropomorfo alle prese con un mondo violento e magico. Un nuovo tassello fantastico e visionario si aggiunge al complesso puzzle di “Manga 2000”, la collana della moderna fantascienza nipponica.

Sono titoli importanti che non hanno avuto lo spazio che meritavano, anche (e soprattutto) per via della politica aziendale dell'editore che non ha mai ristampato i volumi, impedendo a questi titoli di crescere a livello di vendite. Fatta eccezione di Dorohedoro infatti, gli altri titoli sono esauriti da anni anche laddove la tiratura si esaurì in fretta.
Ad ogni modo a breve torneranno disponibili e io ve ne suggerisco la lettura. Sono davvero titoli impressionanti.

mercoledì 4 gennaio 2012

Classifika Wikio Dicembre 2011

Wikio - Top dei blog - Fumetti e illustrazioni

Dicembre ha portato il blog Storie di Nessuno da posizione 67 a posizione 49!
E' il piazzamento migliore da quando sono in classifica.
Davanti a me, Scuola di Fumetto e Fumetti di Carta,

Ma come mai questo salto in classifica di ben 19 posizioni?
Non ne ho idea, ma mi godo il momento.
Tra qualche giorno ci sarà la nuova classifica e credo che tornerò indietro nel tempo manco fossi in ritorno al futuro.

Come abitudine segnalo i post che il Signor Wikio ha gradito maggiormente tra i miei scritti:

martedì 3 gennaio 2012

E tiriamo ste somme.



Volevo fare un superclassificone di fine anno, ma mi sono stranito.
Riflettendo mi sono accorto di non aver avuto il tempo per leggere nemmeno un libro che non fosse di karate.
Non ho letto nessun fumetto così bello che mi torni in mente anche ora.
Non ho ascoltato pezzi che mi abbiano flippato il cervello, non ho visto film che mi abbiano fatto esultare.
Non sono andato al cinema se non per vedere un film così rompipalle che nemmeno mi ricordo il titolo. Avrei voluto vedere "I Soliti Idioti" tanto per farmi due risate, ma è finita che pur avendo comprato due biglietti, non sono riuscito a vederlo. Astri di merda.

L'unica cosa che ricordo con entusiasmo degli eventi di quest'anno sono stati il rapimento della salma di Mike Bongiorno e le dimissioni di Berlusconi.

Ah, ecco, forse l'unica cosa che vale la pena segnalare come mia personale scoperta è il sito di Umore Maligno, che chiuso il blog di Luttazzi ha preso nel mio cuore il suo posto. Lo trovare a QUESTO link.