martedì 19 ottobre 2010

Un fatto che difatto mi ha fatto sorridere




Che poi dici che il divertentismo e la dinamica avvincente dell'economia moderna.
Racconto questo fatto per ridere, eh, non allarmiamoci. Anzi, dato che è per ridere non faccio nomi. Indico soltanto mentre mi guardo il dito.

Stà che mi servo da diversi distributori, diciamo da uno di più e da un altro di meno. Cose che capitano.
Per anni prendo il materiale di questo editore che si chiama BD/Jpop da uno dei distributori, poi vedo che ho più convenienza dall'altro distributore e quindi passo gli ordini al secondo.
Diciamo da un anno a questa parte, ok? Ok.
L'editore BD/Jpop fa una promozione per un suo titolo per vendere tale titolo a 1 ricco un euro. Yeah. Per poter aderire bisogna prendere una certa quantità di copie del primo e una certa quantità di cope del secondo numero. Inoltre, sempre per poter aderire, il distributore deve girare ai propri clienti la promozione, chiamiamola così.
Per metterli a conoscenza della cosa, diciamo così.
Nello specifico i quantitativi richiesti (a quanto pare) sono leggermente ab... ab... abqualcosa. Una roba alla Frankenstein Junior. Una roba mostruosa. Ma tant'è.
Non ricevo la mail. Vabè capita.
Dato che sono ligio al dovere e che sono un curiosone, chiamo la mia referente e chiedo info.
Non ho registrato la chiamata per ovvi motivi, quindi ne trascrivo solo il lollosissimo senso, tanto non faccio nomi e chissenefrega.

"Siccome Caio mi ha detto che per questo editore sei cliente del distributore diverso da quello che sono io, ovvero il mio diretto concorrente, io, per non fare sgarbo al distributore che non sono io e che peraltro è il mio diretto concorrente, non ti ho girato l'offerta. Per non fargli torto."

E non me l'ha girata, eh? Maisia ti pensi.
Ma io non mi sono offeso che qua siamo tutti amici. Sò fumetti, c'hanno pure i disegni dentro, eh! Che all'età di mio fjo ne leggevo assai di tecchese.
No. Non è tanto questo, quanto la motivazione addotta:

dato che eri cliente mio, e ora non sei più cliente mio, siccome con questa promozione potresti tornare ad essere cliente mio, non te ne parlo nemmeno. Non sia mai. Che diventi cliente mio.

Ammazza che cartello.
Ecco in che mani siamo messi.
Marketing a palla.
L'apoteosi dell'economia.
La vittoria del libero mercato.
Il papà dell'incentivo alla crescita.

Ma chi è, l'economista mascherato che detta le leggi del mercato fumettistico italiano?
Almeno mi è venuto in mente questo e mi son fatto due risate:

venerdì 15 ottobre 2010

L'Impatto sul Magazzino


"In virtù del vale a dire, non ho idea su quel che accade, ma so che la gente prende piede, un sucker è per sempre ed è pur sempre un sucker a prescindere" [Gruff]

L'impatto del magazzino sulla fumetteria è notevole.
A scanso di equivoci premetto che la mia è una piccola attività, niente quindi a che vedere con negozi da 200mq, 3 dipendenti e 2 proprietari.
Non ho dietro le spalle catene come collanine e quello che dico non lo dico a nome di nessun altro a parte il mio. Questa nota è per i giornalisti d'assalto.
Quanto dico non è oro colato, ma quella che ai miei occhi è la verità.
Mai pe jabbu.

Il magazzino in negozio è un dito bello grosso e se il negozio è il tuo non gradiresti l'infilaggio. E qui ci sta poco da dire.
E' chiaro un pò per tutti quelli che non sono nè editori, nè distributori di fumetti, che comprare dei fumetti rappresenta per chi paga quei fumetti, un costo e che un costo a sua volta assomiglia molto, ma molto (diciamo al punto da esserlo sul serio ma serio) una spesa.
Fatta con soldi veri, eh, intendiamoci, non con banconote tipo quelle di quel gioco dove vicolo stretto non lo vuole nessuno. Ecco diciamo che più che al Monopoli il magazzino della fumetteria si avvicina molto di più a quell'altro gioco.
Crack, l'emozione di vincere perdendo un miliardo.


La situazione attuale del mercato fumetto, in cui i librai specializzati ordinano sempre meno, non si è manifestata per cause superiori all'intelletto umano, o per motivi astronomici tipo le eclissi che si verificano ogni 25 anni fahrenheit.
Non è una cosa tipo la venuta del Signore al contrario, in cui tutti la pigliano nel culo.
Non è nemmeno una congiura spontanea dei negozianti, o un fatto tipo le malattie temporali che ogni tot anni puniscono questa o quella generazione. Peste, lebbra, Boncompagni...
Si è arrivati a questa situazione perchè chi tiene i fili del gioco, chi si è autoproclamato re del condominio (i distributori) non ha voluto agire diversamente da come ha agito.
Si è arrivati a questa situazione perchè chi sta più in alto nella catena alimentare di questo microcosmo di ciabattai, rispetto alle ultime due ruote del carro, librai e clienti finali, e avrebbe potuto difendersi (magari perdendo, ma almeno avrebbe dovuto provarci) (gli editori), è stato lì a puppare, beatamente, la servula del potente, in cambio di quattro denari che manco giuda, quel caino, avrebbe accettato. Orcodio (tanto per citare il Premier e dimostrare che anch'io sono un buon cattolico).
Si è arrivati a questa situazione seguendo un disegno ben preciso, che anche ai più ciechi del sistema era evidente: raccogliere quanto più possibile oggi, disinteressandosi *totalmente* del futuro. Del domani.
Di oggi, ormai.

Non ci si è mai preoccupati del danno reale che può causare l'assenza totale di riciclo del materiale fermo. Non per ultima la perdita della fiducia del negoziante, nei confronti di chi pubblica e di chi distribuisce.
Il magazzino è un fattore importante che viene spesso sottovalutato. La situazione è intricata ma se esposta credo diventi molti intuitiva anche ai più esterni al settore:
- Metri quadrati di superficie in cui depositare decenni di invenduto, di materiale usato, di serie interrotte, di pupazzi, carte collezionabili, banner, registratori di cassa, estintori, cani morti;
- Mobili che non bastano mai, che aumentano, diventano più alti, riducono lo spazio tra ripiano e ripiano, aumentano la superficie espositiva, ruotano, si girano, si trasformano, alcuni cazzo si stanno ingroppando tra loro, pur di venire incontro alla mole di uscite;

L'assenza di reso, l'assenza totale, assoluta, ingiustificata e cancerogena, l'assenza indifferenziata del reso, ha raggiunto l'apice del male. Il guadagno del libraio specializzato è tutto lì, cioè, starebbe lì se fosse negoziabile uno scambio "merce/denaro". E' lì, nel capitale immobilizzato, paralitico e in coma irreversibile. E' quei volumi che ha acquistato e pagato regolarmente, è ciò in cui ha creduto, è il capolavoro che solo lui e l'editore hanno compreso, ma che il lettore, porello, è lento a farsi piacere. E' la mancanza di fiducia di cui parlavo prima, che ora finalizza tutta nel (non) acquisto delle nuove proposte.

A distanza di anni (il mese prossimo quest'attività compirà 9 anni) e da qualche tempo, ogni volta che faccio un ordine da quelle riviste improbabili che sono Anteprima e Mega, ogni mese, mi fermo e mi guardo intorno.
Vedo quei capolavori imperdibili che rappresentano il mio guadagno, fermi lì nei mobili. Vedo quei capolavori Lexy, Freebooks, Bottero Edizioni, Star Comics, Panini Comics, Planeta DeAgostini, BeccoGiallo, Indypress. Vedo quelle riviste NPE, le pile di Ganesh, gli indipendenti, la Factory, la Liska Prod, le montagne di supereroi, le colonne di riviste Coniglio Editore. Vedo i volumi Magic Press, vedo tutte quelle centinaia di volumi seriali ormai invendibili (magazzino a coma irreversibile) perchè orfani di questo o di quel numero, centrale, o iniziale, o finale.
Vedo questo e ordino di meno. Per non correre il rischio.
Non si tratta di aver ordinato male. E' che a furia di mettere piscio il pappagallo si riempie.
Per non correre il rischio.
Perchè in tanti anni questo ha insegnato l'esperienza: è meglio la certezza di non vendere che l'altissima probabilità di mandare in vacca un guadagno.
E allora niente più punizioni, che tanto nessuno è colpevole.
Niente punizioni, tiri solo calci di rigore. Vai sul sicuro e si fotta il resto che tanto di certo non ti manca l'offerta.

E poi comunque non c'è spazio.
Perchè quando si ordina del materiale nuovo, bisogna porsi due domande, prima ancora di pensare se il prodotto è vendibile o meno.
Una è con cosa pago? E vorrei dire...
L'altra è più imbarazzante.
Dove li metto?


Ho palate di merda così alte in negozio che se ci metto un volume di Magnus inizia a puzzare come un fumetto del peggio editore italiano, che non faccio nome che non mi piace cagarmi nel blog.

Per permettermi di poter prendere roba nuova e poterla esporre ho ideato anche un 3x2 il cui unico scopo è quello di fare spazio. Spazio per poter mettere altri fumetti e metterli nelle condizioni di essere venduti. Esporli, proporli, farli apprezzare.
Perchè è tutto racchiuso qui: se non esponi non vendi e se non puoi esporre, non compri.
Non credo che questa situazione sia solo mia, credo possa essere condivisa anche da altri negozianti, librai specializzati.
Il magazzino è una questione importante, spesso sottovalutata, del perchè oggi si ordini meno dello scorso anno, anno in cui si è ordinato meno del precedente, e così via.

lunedì 4 ottobre 2010

[Il Governo del Fare] La mia casa è casa di preghiera ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri



"La mia casa è casa di preghiera ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri" [Vangelo secondo Matteo, 21,13]

Ieri il Papa è stato a Palermo che nonostante tutto è una città italiana.
Anche il Papa si trova generalmente in Italia e questo ha delle conseguenze.
Il pellegrinaggio dei fedeli ha attraversato la città passando davanti alla fumetteria edicola e libreria di un collega, Salvatore Rizzuto Adelfio.
La fumetteria edicola libreria è Altroquando.
La fortuna ha voluto che Salvatore Rizzuto Adelfio nascesse in uno stato Democratico e Laico.
La sfortuna ha fatto si che questo stato fosse l'Italia.

Poliziotti e Digos sono cittadini italiani, come Salvatore Rizzuto Adelfio.
L'amore per Gesù ha fatto si che i signori poliziotti e i signori digos si prendessero la paura che il Papa rimanesse scontento nel vedere un manifesto appeso presso Altroquando, che recitava "La mia casa è casa di preghiera ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri".
Coincidenza ha voluto che questa frase l'avrebbe detta, se solo fosse esistito, Matteo, un vecchio fan di Gesù, e quindi amico di secondo grado del Papa. Lo stesso Papa che da giovane era iscritto alla Gioventù Hitleriana.
Che è risaputo essere una bella cosa.

I signori poliziotti e i signori Digos hanno pensato bene di eliminare, senza averne il diritto (che invece secondo la COSTITUZIONE apparteneva a Salvatore Rizzuto Adelfio), quel manifesto calpestando il diritto di un cittadino Italiano, e poi già che stavano, hanno anche calpestato un altro diritto dello stesso, ovvero quello che dice “Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale" [vedere video]

Vorrei esprimere con questo post la mia solidarietà a Salvatore Rizzuto Adelfio, uomo, lavoratore, collega e cittadino (come me) di uno stato LAICO, in cui il Vaticano è solo OSPITE (da me non gradito, peraltro).

E non voglio vivere in uno stato in cui i propri cittadini contano meno di un tipo che va in giro con un cappello buffo professando la venuta di un essere misterioso che nessuno ha mai visto.
Seguito da migliaia di genti che la pensano pari pari uguale a lui, ma senza il cappello buffo.

L'ITALIA E' UN PAESE LAICO.