venerdì 23 novembre 2007

Buongiorno Mondo! Anch'io ti voglio bene.




Oggi mi sono svegliato stanco.
Sarà che ieri ho lavorato ininterrottamente dalle 10 di mattina alle 21 di sera, mangiando solo un panino, un pasticciotto e un cornetto alla nutella, bevendo solo un chinò, due caffè e un paio di bicchieri d'acqua, e che sono andato comunque in palestra e poi a prendere due birre da un litro abbondante in tutto, ma stamattina mi sono svegliato proprio stanco.

Una di quelle mattinate che se non fosse che ti stai alzando dal letto non saresti nemmeno convinto che hai dormito.

Faccio colazione. Una colazione spicciola, un po di latte nel tazzone, il primo che capita, un paio di cucchiaini di zucchero, niente caffè che si è finito.

Quando sono pronto scendo da casa.

Arrivo alla macchina

Il vetro della mia amata poderosa, il vetro laterale del guidatore, in frantumi.
Non so chi sia stato, so solo che il vetro è in frantumi.

Buongiorno mondo.
Anch'io ti voglio bene.

giovedì 22 novembre 2007

6 anni di Attività


"allegria una gran paio di coglioni." (Gruff)


E non parlo di seghe.
Sei anni di negozio signori.
Fatti ieri.

Perchè lo dico solo oggi?
Bè, sono un tipo distratto.

domenica 18 novembre 2007

Rapina a mano a mano [Parte 3] - Poliziotto Superpiù


Fossi figo guiderei una grande jeep fino in disco,
attesissimo in zona V.I.P.
il mio nome sarebbe sempre incluso nella lista
non dico proprio il primo della lista

ma neanche l'ultimo degli stronzi.
[Elio e Le Storie Tese]


Nota: per leggere la [Parte 1] Clicca Qui, per leggere la [Parte 2] Clicca qui.

Un negoziante attento sa bene come evitare attentati alla propria merce.
Basta una telecamera monitorizzata da 60 euro, l’occhio vigile nei punti morti del negozio e un cartello con la scritta "locale video sorvegliato" bene in vista.
Poi è chiaro che c’è sempre qualcuno che allunga la mano.
Ci prova. Ha tentato.

A mano a mano che vede i clienti, le diverse tipologie, i modi di fare, il negoziante impara a decifrare i movimenti sospetti, a delineare un identikit del sospetto.
L’identikit del sospetto è completamente distanziato da quel fare classista legato al modo di vestire, ai capelli lunghi e all’aspetto da barbone che qualcuno potrebbe avere.
Non siamo mica poliziotti noi.

Il negoziante sa che se uno sconosciuto entra in negozio che non sa nemmeno cosa vendi, completamente disinteressato agli articoli, la prima volta è perché ci è entrato per curiosità, la seconda è perché ha altri fini.
Comprare o semplicemente rubare.

Se la terza volta che una persona con questi requisiti non ha comprato nulla, è il caso di accendere le telecamere.


[Un mese prima, a Topolinia...]


Il nostro eroe nella sua prima visita in negozio, un mese fa, fece sibilline osservazioni sui videogiochi per PSP. Alla sua successiva visita (la seconda in tutto), ne prese 3 e se li intascò.
Non feci in tempo a fermarlo che già era andato via.

Non avvisai la polizia, come la polizia stessa invece, in conferenza stampa, a seguito della *rapina impropria* di cui vi vado a raccontare, ha dichiarato ai giornalisti. No.
Me ne andai in giro per due pomeriggi e due sere di fila a cercare questo ragazzo, tanto per chiacchierare, ma purtroppo e per fortuna non lo trovai.

L’unica era aspettare che si rifacesse vivo e che allungasse di nuovo le mani.



[Un mese dopo, a Topolinia...]

Quando lunedì il nostro eroe ha messo piede nel negozio non l’ho perso di vista un attimo. Ha girato toccando questo e quello per cinque minuti, alla fine dei quali si è intascato 3 giochi per Playstation2.
Un amante dei videogiochi? Dubito fortemente.
A parte che dei giochi presi due su tre facevano cagare, erano i primi tre dello scaffale, il che mi porterebbe a pensare che il fine ultimo fosse quello di rivenderli. Ricettazione mi pare di capire.

Una volta uscito dal locale lo incito a ridarmi i videogiochi sottrattimi, ben conscio, grazie alla precedente esperienza di "Manolestasemprefesta" che la sua azione rientrava nel "furto aggravato". Lo invito a restituirmi i videogiochi, gli dico più volte che nel caso contrario lo avrei denunciato, gli mostro telecamera, monitor e la denuncia fatta in precedenza ad un altro fautore del "io rubo a Mondi Sommersi", tanto per fargli capire che non bluffavo.

Evidentemente mi spiego male, perché lui continua a negare.
Gli faccio vedere materialmente il dvd con la registrazione del giorno in cui prendeva i 3 giochi per psp e anziché negare o rendere il maltolto molto male, dà la colpa al suo amico.
Immaginario, dato che era solo.

Immaginatevi solo la scena.
Io davanti a questo burbero che gli chiedevo se gentilmente mi evitava di fargli il culo a tarallo e lui che dava responsabilità a persone inesistenti, non negando il fatto in sé, ma ammettendolo dando però la colpa al suo amico, di cui non aveva il numero di telefono e che faceva una scuola di cui non si ricordava il nome.
Imbarazzante.

L'imbarazzo fu totale quando mi salutò tranquillizzandomi che non aveva preso nulla e che era tutto okkei. Amici come prima.

Prima che sparisse all’orizzonte, fuori dal negozio, ci scambiamo le ultime battute.
- sai cosa faceva uno sputo su una scala?
- Saliva!

Dopo fragorose risate andiamo sul serioso:

- Un’ultima domanda, poi ti lascio andare
- Dimmi
- Perché da quando sei entrato in negozio, hai sempre tenuto la mano sinistra in tasca?
- Così, tanto per...
- E perché non la tiri fuori adesso?
- Mah, così.
- Non è che ci sono i miei videogiochi lì dentro, no?
- No, che dici, te l’ho detto che non li ho proprio presi, puoi controllare se vuoi.

E così ho fatto.
Ed eccoli li, i videogiochi, tutti e tre, nelle loro confezioni, con il prezzo ancora sopra. Il tizio sbotta in un pianto che dura da li fino all’arrivo della polizia, 10 minuti dopo, passando per i due micro tentativi di fuga.
Lo invito a seguirmi in negozio, lui piangendo mi prega di lasciarlo andare. Lo tengo per il braccio, se lo lascio non lo vedo più e non so ancora chi sia.

Mi dice che lui queste cose non le fa mai, e io gli ricordo dei giochi della PSP rubati un mese prima.
Giustamente mi ricorda che è stato il suo amico a rubarli, anche se quel giorno era da solo.
Poi ritratta, si è stato lui.
Ci avviamo verso il negozio (eravamo pochi metri più in là), sotto la porta fa uno scatto in avanti per scappare, trasformando il reato da "furto aggravato" in "rapina impropria", io perdo la presa, prendo la presa, poi la riperdo e la riprendo.

In tutto questo finiamo per terra, ma non perché come polizia e/o giornali hanno dichiarato "c’è stata una colluttazione", ma semplicemente perché abbiamo perso l’equilibrio.
Meno eroico, meno criminale, ma veritiero.
In questo cadere mi sbuccio la nocca del mignolo della mano sinistra e quella dell’indice della mano destra. Certo, fanno male, bruciano, sono escoriazioni, ma nulla di così eclatante.
Insomma non sono finito "in ospedale a seguito delle lesioni e contusioni a un braccio e alle mani", come riportato da Quotidiano e Gazzetta.
E il ladruncolo l’ho fermato io in questi suoi ridicoli tentativi di fuga, non i poliziotti di quartiere, come riportato da Quotidiano e Gazzetta.

Una volta in negozio chiamo la polizia, lui mi prega di lasciarlo andare, dice che me li paga, anzi no, mi lascia il cellulare e va a prendere i soldi di differenza.
Ma non scherziamo...

In cinque minuti i poliziotti di quartiere arrivano sul posto, poi aspettiamo altri 10 minuti l’arrivo della volante. In questo frangente il ragazzo svuota le tasche e mette tutto nel cappello da b-boy che aveva in testa:

- 2 pacchetti di sigarette, uno da 20 e uno da 10
- 1 accendino a fiamma alta
- 1 pacchetto di cartine
- 1 mazzo di chiavi

Manca nulla?
Oltre ai documenti dico.

Chiedo alla polizia durante il viaggio in questura se ci fossero possibilità che il birbante, tra un pianto e un altro, mi avesse lasciato un po’ di amica droghetta nel negozio.
Lo chiedo perché in fondo è un ragazzo e nzomma, i guaglioni si divertono a st’età e poi si va tutti in giro a far bisbocce.
Ma nooo, l’hanno perquisito, figuriamoci.
E poi loro son poliziotti, hanno "il fiuto" e io mi sono visto troppe puntate di Prison Breack.

Dopo la denuncia vado al pronto soccorso, un’altra ora e mezza che portano a quattro le ore di vita perse fino a quel momento dietro a sta faccenda. Ci vado perché comunque, in qualche modo, dei danni ci sono stati e quindi è giusto che ci sia un referto medico a dimostrarlo.
Ma non lesioni e contusioni, come detto da Quotidiano e Gazzetta. E non era un "ospedale", ma il "pronto soccorso".
Mischiare le parole in quel modo faceva tanto figo per i giornalisti che gonfiavano la notizia fino a stravolgerla completamente, facendomi passare prima per un supereroe che ha sconfitto il male fermando un terrorista alieno con chiare intenzioni di conquista planetaria, e poi come un coglione che ha preso legnate da un terrorista alieno con chiare intenzioni di conquista planetaria, con tanto di pulotti di quartiere che salvano il principesso indifeso e contuso e assicurano lo Skrull ai Fantastici Quattro.

La nota positiva è che Reed Richards in poco tempo sbatte il malvivente in una zona della zona negativa, più precisamente al carcere di San Nicola, dati i precedenti per:
- spaccio
- minacce
- colluttazione
- furto
- rapina

Un po’ come collezionare figurine, solo che quella di oggi sarebbe stata un doppione di cui si sarebbe potuto fare a meno.

Quando lo portano via il cattivone non nega il fatto, anzi, confessa immediatamente il precedente furto dei 3 giochi (e non "dvd" come detto dal Quotidiano) per PSP e l’attuale per PS2 (e non per "miniplaystation" come detto dalla Gazzetta), riducendosi in questo modo e immediatamente la pena a un terzo di quello che sarebbe stato in caso contrario.
E voglio vedere, con tutta quell’esperienza qualcosa l’avrà imparata 'sto tizio.

Se non avessi chiamato io la polizia, non l’avrebbe fatto nessuno e quest’ultima che poco sapeva dei furtarelli che il ventitreenne andava facendo in giro, non lo avrebbe di certo preso.
I giornali locali invece, partendo dalla conferenza stampa della polizia, affermano che i poliziotti già erano stati informati da me della presenza di questo ragazzo e che quindi erano "pronti" a beccarlo.
Niente di più falso.

Osservazione finale.
Sui giornali la polizia, nel nome del dirigente delle volanti Giorgio Oliva, dice (cito dal Quotidiano di Lecce) nell’articolo intitolato "Ritorna a rubare i dvd: Preso dai poliziotti di Quartiere" del 14 novembre 2007, a pagina nove:

"la telefonata fatta ai poliziotti di quartiere è sintomo del rapporto di fiducia instaurato con i commercianti. Il titolare della libreria, sapeva di poter rivolgersi in ogni momento ai nostri poliziotti di quartiere: dei problemi avuti con il ladro di DVD ne aveva parlato loro la scorsa settimana in una delle visite quotidiane. Le informazioni raccolte ci avevano permesso di avviare un’indagine ma soprattutto di rasserenare il commerciante che avrebbe potuto contare su di noi. E così è stato."

Queste parole dette dal Signor Oliva sono false.

Io non ho avvisato la polizia, di conseguenza loro non hanno avviato alcuna indagine, o comunque non l'hanno avviata a seguito della mia precedente fantomatica denuncia, dato che questa non c'è mai stata. Di conseguenza io non sono stato tranquillizzato proprio da nessuno, e ho dovuto passare il mese che distanziava il primo dal secondo furto, da solo, in attesa che il malvivente si rifacesse vivo e io lo prendessi.

Da solo.

E così è stato.


La polizia in tutto questo era altrove.


Sconvolgere i fatti in questo modo, raccontare falsità, come l’ospedale, le contusioni, le lesioni, potrebbero generare nel malvivente cattive intenzioni nei confronti della vittima, nei miei confronti, perché poco ne sa se quelle cose le ho rese note io in sede di denuncia o meno.

Io sono uno scapocchia e poco mi importa, a torto o a ragione non temo per la mia persona, ma se al mio posto ci fosse stata una ragazzetta timorosa, tante falsità dette dalla polizia, dal "dirigente delle volanti" non avrebbe complicato quel famigerato "rapporto di fiducia" del quale va in giro vantandosi?

giovedì 15 novembre 2007

Rapina a mano a mano [Parte 2] - La Polizia S'Incazza


Fossi figo guiderei una grande jeep fino in disco,
attesissimo in zona V.I.P.
il mio nome sarebbe sempre incluso nella lista
non dico proprio il primo della lista...
[Elio e Le Storie Tese]

Nota: per leggere la [Parte 1] clicca QUI


A mano a mano che scrivo, mi arrivano sms scritti da mani amiche, telefonate di creditori preoccupati e persino email interessate di chi in genere cerca di propinarmi pompe a forma di grosse pimpe per improbabili pompini in pompa magna.
Ponte ponente ponte pì.

Rispondo a tutti che sto bene e che no, non sono morto, al contrario di quanto pare i TG raccontino.
Raccontarlo a mia nonna è stata l’impresa più dura di tutte, a causa della sua crescente e negata sordità. Neammeno conto più le volte che gli ho dovuto narrare il fatto prima di arrivare ad una storia falsissima e pattuita tra entrambi, con un senso compiuto.
Quando parli con nonna è un pò come rievocare il gioco del telefono, di quanto noi degli anni 80 negli anni 80 eravamo ragazzetti senza quattrini che si divertivano con poco, come con il gioco del telefono.
Mica come oggi, nel due zero zero sette, che siamo uomini senza quattrini e ci divertiamo poco, ma abbiamo tutti un bel telefono.
Portatile per giunta.

Giunto alla porta di casa di nonna, mi chiese cosa avevo fatto quei giorni in cui non stetti a Lecce.

- Sono andato a Napoli nonna, i miei amici Fabiolino e Letizia si sono laureati.
- Sei andato al concerto di Ligabue?
- No, sono stato a Napoli per una laurea.
- Ahh va bene, va bene, non sapevo fosse venuto a Gallipoli, Ligabue.
- Nonna, sono stato a Napoli. Fabiolino e Letizia...
- Non sapevo ti piacesse quel genere di musica. Mi fa piacere, mi fa piacere…
- Ma infatti non mi piace, e non c’è stato nessun concerto.
- Almeno ti sei divertito da Ligabue?
- Si nonna. Si. Grazie.
- Questo è l’importante.

Ora, spiegargli per telefono che tutti i telegiornali e i giornali locali avessero solo scritto una gran bella fagottata di cazzate travestite da cazzi miei, sapevo non sarebbe stato facile.
Cazzo mai sarebbe stato difficile.
Per i giornali io ero Cazzius Clay che lottava contro Alì, senza dolci data l’assenza di babà e con un solo ladrone. Cazzi amari insomma.

Per i giornali il ladro mi ha provocato dapprima escoriazioni, poi lesioni e solo il giorno dopo, "finalmente", contusioni a mani e braccia.
Insomma, per i giornali le ho prese.
A dirla tutta, per i giornali, meno male che è arrivata la polizia (chiamata da chi poi?) a difendermi e a bloccare il malvivente, altrimenti sarei morto chissà quante volte.
Applausi per i poliziotti di quartiere che mi avrebbero salvato la vita.

A mano mano che apprendevo le notizie da queste fonti di alta cultura della cronoca, mi allontanavo da ciò che mi era accaduto realmente.
Più leggevo i giornali, più mi sembrava di leggere la notizia sbagliata, perché le cose erano due: o avevano raccontato un sacco di cagate su ciò che era successo lunedì scorso nella fumetteria Mondi Sommersi, o era tutto vero e l’unico errore era che *non era accaduto* in quella fumetteria.

Giornalisti che hanno indubbiamente preso lezioni di verità nascoste da Silvio Berlusconi, trasformano video giochi in "dvd", una caduta in "colluttazione", un graffio in "contusione", l’arrivo della polizia in cinque minuti in "era già sul posto", e me che fermo il ladro in "la polizia ferma il ladro che tentava la fuga".
Da "La polizia sta a guardare" a "La polizia s’incazza", un bel passo avanti non c’è che dire.
Dare a cesare quel che è di cesare è un detto che a quanto pare ignorano e quindi a loro la gloria e a me la figura da pirla.
Ma se la polizia s’incazza a me girano i coglioni.
Ci ho fatto anche la parte di chi ha preso legnate...

Ma cosa è accaduto veramente?

Tutto ebbe inizio circa un mese fa, quando dall’espositore dei videogiochi me ne sparirono 3 per psp...

mercoledì 14 novembre 2007

Rapina a mano a mano. [Parte 1] - Ritorno al Futuro


"Fossi figo guiderei una grande jeep fino in disco,
attesissimo in zona V.I.P.
il mio nome sarebbe sempre incluso nella lista..." [Elio e le Storie Tese]



Ci sono pochi modi per diventare famoso in questo mondo.
Il primo è essere la figlia sfondata di qualche ricco sfondato.
Il secondo è fare fuori qualche innocente in una casa di montagna durante un periodo di netta difficoltà politica, di modo che la tua notizia faccia ombra sui problemi reali del paese.
Essendo che questo è il mondo e quest’altro è invece Mondi Sommersi, essendo plurale, ed essendo il "fantastico mondo del fumetto", ci sono altri modi.

Uno di questi è essere vittima di una rapina.

Un tizio viene in negozio, armato fino ai denti a tal punto che Rambo è li con il blocchetto degli appunti a prender nota dell’armamentario, brutto come in quei film di serie B, bloccati assieme a quelli di serie C per via del morto all’autogrill di un paio di giorni fa (bloccano le partite per non parlare della polizia che spara sui civili: netto problema politico).
Vestito di un male criminale che anche il pagliaccio di IT gli ha detto "ma come cazzo vai vestito? ._.", ti punta un cannone laser a reazione pornoatomica che più seghe ti fai più schizza lontano, un liquidator caricato a lattepiù e una mano appiccicosa che è riuscito a recuperare dagli anni ’80 grazie all’uso della macchina del tempo che ha sulla schiena. Una macchina del tempo così futuristica che faceva impallidire le vecchie macchine del tempo di un tempo, quel tempo vissuto in quei fantastici anni 80 di "Ritorno al Futuro" , di "Capitan Futuro" e della sua pasta e delle mani appiccicose che si trovavano nelle patatine fritte.
In fretta ti guarda e ti dice di dargli tutti i soldi, in banconote di piccolo taglio, bigliettoni verdi, rossi e gialli, con sopra tutti i loghi, quelli del dollaro, dell’euro e della "M" del Monopoli, tanto per star tranquillo.
Ci sono giorni in cui fai l’eroe, e fai l’unica cosa che un uomo vissuto in quegli anni 80 può fare per sventare una rapina di tal portata.
Porti la mente a ritrovar memoria: cosa avrebbe fatto McGuyver?
Avrebbe probabilmente preso quella graffetta lì sul bancone, l’avrebbe trasformata in un abile cavatappi e avrebbe cavato sia tappi che ragni dai buchi, come quello lì sulla parete. Una volta morso dal ragno radio attivo ma sessualmente passivo, avrebbe acquistato fantastici superpoteri e sarebbe passato al contrattacco, sventando la rapina e uscendone senza un graffio.
Ma qui non c’è McGuyver.
Qui devi fare tutto da solo.
E allora Prendi quella graffetta lì sul bancone, la trasformi in un abile cavatappi e cavi quel cazzo di ragno dal buco lì sulla parete. Ti fai mordere e acquisisci fantastici superpoteri passando poi al contrattacco, sventando la rapina e uscendone però con qualche contusione e diverse cicatrici che più ne hai più sei figo.

Se uno ha una fumetteria e non è contemporaneamente la figlia piacevolmente sfondata di qualche ricco sfondato, sa perfettamente che per diventare famoso deve subire tutto questo.

Io non ho subito tutto questo e quindi non sono diventato famoso.
Non ho subito una "rapina a mano armata", piuttosto ho subito una "rapina a mano a mano".

A mano a mano che i giornali e i telegiornali e i video giornali e i radio giornali raccontavano l’accaduto, questo si riempiva di dettagli fantastici che trasformavano l’evento da un furto aggravato a rapina a mano a mano.

E tutto questo mi sa di un terribile deja vù che mi riporta in mente Manolestasemprefesta.

giovedì 8 novembre 2007

Lucca Comics 2007





Di ritorno da Lucca ci sta tanto da dire.
Questa Lucca Comics è una storia di palle, bolle, balle, coglioni, cojoni e cappelle.
Da febbre alta a Nesly e Fibra, da Kellogg’s alla fibra a frutta fibrosa. Da Stefano Piccoli a "grandi distributori", passando da chi i fumetti li fa per passione, come quelli della Play Press, giustamente appassiti in questo autunno caldo da mezza stagione inesistente, con stelle nel cielo, come la Star Comics, piacevolmente cadenti.

Da Lecce a Lucca passando da Pisa, per poi tornare a Lecce, passando da Livorno, per un errore della tecnologia moderna. Le madonne buttate giù da Enrico possono pareggiarsi solo a quel piacevole russare, alternato a una fragorosa gara di peti caldi e gustosi, che dalla consistenza consistente crescente e incresciosa, allargavano abili le pareti della stanza da letto di Alessandra, che ci ospitava. Ora ha la camera più larga di qualche centimetro e il naso più stretto di qualche altro.

Lucca è li, a Lucca, e i comics sono là, sugli scaffali.
Anche Luca è li, a Lucca, nonostante si chiami Genovese e sia di Treviso, che poi non è proprio Treviso ma Montebelluna. La gente lo sa, ma lui fa tre viso a cattivo gioco e tutti contrenti.
Anche l’altro Luca è là, è il Berte lè, già a firmar allo stand Be dè.

Prima tappa al momento dell’arrivo, lo stand BeDè. "Ciao sono Max, a Lecce ho un negrozio, devo parlare con Schiavone."
L’abbiamo capita in due. Io e il mio cervello. E’ andata bene, a sentire lui era sicuro che io non l’avrei capita.
A Lucca Comics quest’anno ho girato poco, nonostante i 3 giorni avuti a disposizione.
Reduce dalle precedenti esperienze ho deciso che della zona "Games" me ne sbatteva poco e anche meno, che degli stand dell’antiquariato me ne sbatte poco e anche meno e anche dei cosplay me ne sbatte poco e anche meno.
Tranne della cosplay vestita da "melascopo" allo stand della Albatros dove il buon Enzo Troiano autografava il suo ultimo lavoro, che per forza di cose non ho visto neanche si sguincio.

Noi veniamo da Lecce, altra realtà, altro mondo e quello che è venuto fuori è l’impressione che a Lucca il male sia stato sconfitto e il bene abbia trionfato. Altrochè.
A Lucca è un po un altro giro altra corsa, la città pulita, solo un ausiliario del traffico per via…
A Lecce ne abbiamo due per macchina.
Prendo più multe che caffè ormai. L’ultima me l’hanno fatta macchiata.

Praticamente a Lecce funziona così: ti alzi la mattina, arrivi alla macchina, metti in moto, vai dove devi andare, spegni il motore e prendi una multa da 36 euro. Bestemmie comprese.
Mentre un ausiliario del traffico compila la multa, e tu gli spieghi che senza gambe gli sarà difficile andare in bici, l’altro ti custodisce la macchina assicurandosi che nessun’altro avvoltoio ci si avvicini, perché ormai la preda è incappata nel suo predatore e non sia mai che questo se la lasci fregare da un altro merdosissimo ausiliario del cazzo mio.
Non ho rispetto per gli ausiliari del traffico. Nella catena alimentare trovano una perfetta collocazione tra le zanzare e la multipla.
Ho rispetto per chi invece sconfigge il male, tipo Batman con la sua Gotham City e Cicciolina con il suo Partito Dell’Amore.
E per Lucca.

A Lucca il male è stato sconfitto, quindi va da se che il bene non ha un cazzo da fare dalla mattina alla sera. E allora che fa? Fa le multe.
Un po come i Thunderbolts della gestione Bagley, questi lupi travestiti da agnelli, questi parassiti della società, questi asessuati perennemente incazzati e poco scoperecci stronzoni, aspettano me il coglione per multarmi.
A Lucca abbiamo preso 3 multe in 2 giorni, per non perdere l’abitudine.
Quando siamo arrivati a Lecce un ausiliario ci ha applauditi.
L’altro ci multava e teneva lontani gli altri avvoltoi.

A Lucca Comics ci volevo andare perché è la fiera del fumetto più grande in Italia, dove la gente va e compra i giornaletti di Moebius e poi ne discute seriamente con l’amico vestito da Actarus. *Seriamente* vestito da Actarus.

A Lucca Comics ho meno peso in quanto fumettaro di quanto ne ho dal barbiere sotto casa. Almeno li mi fanno entrare gratis.

A Lucca Comics hanno il pass, riduzioni e omaggi praticamente tutti, tranne i negozianti.

A Lucca Comics se dici che hai un negozio di fumetti ti rispondono "ognuno ha i suoi problemi". E a Lucca Comics in genere in molti hanno molti problemi.

A Lucca Comics gli stand hanno offerte per tutti: dal proprietario di quel sito online di cui ho sentito parlare solo adesso, all’inviato di quell’altro sito che mi pare che una volta quel mio amico mi ha detto che era puntoIt ma no vedi che era puntoCom.

A Lucca Comics ci si scambiano fumetti tra editori come se chi edita le donne non sanno manco cosa sono e i pompini ce li facciamo solo tra di noi "ma quanto è bello sto fumetto" "ma no è più bello il tuo" "sto per venire" "sborrami sul petto".

A Lucca Comics ci sono offerte per tutti tranne per i negozianti. Loro pagano pegno.

Cioè se conosci è ok, vai allo stand ti presenti e chiedi "a quanto mi fate la vostra roba?" se no ti aggrappi. Non c’è niente di scritto, e tutti vorrebbero che in quanto negoziante prendessi una fraccata di roba loro, che per definizione è la migliore.
Se sono modesti non è la migliore ma sa comunque il fatto suo, dimenticando che ogni scarafone è bello *solo* a mamma soja.
A me per esempio, gli scarafoni fanno schifo al cazzo.

Comunque tu chiedi a quanto ti fanno la loro roba. A quel punto ti rispondono in base alla loro esperienza nel campo.
Se sono proprio niubbi possono dirti:

- dipende, quanto ti fa il tuo distributore?

A questo punto conta la tua di esperienza.
Se sei niubbo gli dici la verità, se no spari "il 40%" e li inculi.
Non ti crederanno mai, ma se ti chiedono "quanto fa il tuo distributore", in genere non salgono mai sopra il 40% e vedere la loro faccia con l’espressione tipicamente homeriana del "d’oh!" non ha prezzo.

Se si credono furbi ti dicono:

- tu quanta roba vuoi comprare?

Qui se senti qualcosa dietro la schiena è un brivido, se la senti vicino al buchetto è perché stanno cercando di incularti.
Una frase come questa genera un’apprensione che porta ad alzare la posta che si è disposti a spendere. E’ un gioco che fa il commerciante con il cliente, ma non con il cliente che ne sa, che potrebbe offendersi, ma con il cliente medio, quello della domenica.
E’ una tattica che non ti mette "alla pari", ma che alza un muro con su scritto "qui faccio io le regole del gioco".
Solo che la palla ce l’hai tu, quindi puoi sempre andartene.

Se hanno esperienza saltano ‘sti giochetti e ti sparano direttamente la percentuale.

- 37%
- 40%
- 50%

Qui puoi lavorarci. Se ti va compri, se ti piace trattare tratti, se no vai via.

Ad ogni modo c’è anche la categoria dei dubbi, quelli che fanno "bà tu prendi, poi vediamo…" e che se insisti forse arrivano a dirti "ti faccio dal 35 al 40%", come mi hanno detto allo stand della Alastor, come se tu i soldi li cagassi e per te non faccia nessuna differenza prendere a 966 chilometri da casa dei fumetti con uno sconto inferiore a quello che avresti semplicemente prendendoli dal negozio, o prenderli, appunto in negozio, senza sforzo fisico alcuno.
Tanto i soldi son tuoi, non stiamo li a guardare.
Tutti ricchioni col culo degli altri.

Ora io mi chiedo. Non faccio il fumettaro da ieri e so che la distribuzione non lavora gratis.
Non è che ne abbia le prove, ma non ho mai visto Alex Bertani e Pasquale Saviano al coro della chiesa la domenica e quindi ho modo di crederlo.
Le case editrici che hanno un’esclusiva con un distributore vendono la loro produzione a quel distributore al 50% circa, che la gira alla fumetteria al 33% circa. Da contratto quella casa editrice può vendere quei prodotti al negoziante e al privato *solo* in fiera.

Ora, essendo fumettaro, so che in negozio non prendo proprio tutto, qualcosa la tralascio. So anche che a Lucca si è portati a prendere di più, in base anche allo sconto che si ha dall’editore. In genere comunque in fiera si prende roba che in negozio magari non si ha o che si prende solo su ordinazione.
Se sono davanti allo stand dell’editore X e gli dico che vorrei prendere le copie di "quei" fumetti, so già che saranno delle copie "extra" a quello che prendo normalmente in negozio, con la differenza che pagandole di meno, posso avere più stimoli a spingere i miei clienti all’acquisto rispetto alla palata di produzione che il mondo dell’editoria a fumetti mi passa ogni giorno.

Essendo un "extra" per me come investimento, per l’editore è un extra come entrata.
Quello che mi chiedo è: perché l’editore non vende direttamente al negoziante, in fiera, al 50%, che tanto per quello che prende il negoziante li, è solo grasso che cola?
Magari il negoziante, sentendo uno sconto più forte è disposto ad alzare (notevolmente) il budgets che intendeva spendere. Poi sarebbe venuta una maggiore ed economicamente interessata spinta in negozio per l’acquisto di quei prodotti (magari validi) e qualche cliente in più avrebbe potuto imparare a conoscere questo editore, camminando poi con le sue gambe in futuro.

A Lucca Comics mi sono fatto autografare un bel po di fumetti, son contento. Ho conosciuto Alberto Ponticelli, che lavorava alla Shock Studio, quando io ancora mi facevo le micropippette sulle pagine dell’Intrepido. Mi ha disegnato un Uomo Ragno sul mio "book dell’uomo ragno", da spavento.

Sono stato bene a Lucca.
Alessandra è stata una brava padrona di casa e ha riso tutto il tempo.
Enrico e Fabiolino hanno fatto l’amore, di notte. Io mi sono limitato a tenere la mano di Enrico, di notte, quando si prendeva la paura nel sonno. "Enrico vuoi che ti tenga ancora la mano?" "No grazie, ora non serve più".
Letisky, fidanzata di Fabiolino, insieme ad Alessandra si è fatta una giornata con noi in fiera. Spero non si siano annoiate troppo.
Alla fine è andata bene, ho salutato gente, comprato fumetti, conosciuto altra gente.
Ho fatto anche qualche intervista.
Presto le metterò sul sito.