Scritto da Robert Kirkman, all'epoca ventitreenne, The Walking Dead è l'incarnazione di ciò che non è il fumetto dalle nostre parti: innovativo, mai stancante, sempre al top del climax.
Non avevo idea di chi fosse questo Kirkman anche se avevo già letto Marvel Zombie, una miniserie zombesca all'interno dell'universo Marvel. Una proposta inusuale quella di Marvel Zombie che mi era piaciuta tantissimo, merito anche degli splendidi disegni di Sean Phillips che accompagnavano una sceneggiatura scoppiettante. Anche qui c'erano quegli ingredienti indispensabili per fare breccia nel pubblico: originalità e innovazione.
Perdo di vista Kirkman e mi dedico ad altro.
Col tempo, molto tempo, Saldapress continua una pubblicazione che fino a quel momento mi era passata tra le mani, devo ammettere, con molta sufficienza, una pubblicazione a cui non avevo mai prestato un'attenzione che poi ho scoperto essere meritata. Mi viene consigliata da più persone ma non trovo il tempo di leggerla fino all'inizio del 2011, a gennaio. Sono in inghilterra e davvero non ho nulla da fare durante il viaggio, lo so da prima di partire. Avendo una libreria specializzata non mi è difficile reperire qualche lettura e sarà stato il periodo, sarà stato il clima uggioso e freddo che mi ricorda quello splendido film che è 28 Giorni Dopo, mi decido a leggere The Walking Dead.
In america edito a partire dal 2003 e importato in Italia nel 2005, The Walking Dead è una serie a fumetti a stampo horror. O almeno "horror" è l'aggettivo che più si avvicina a quest'opera per identificarne il genere.
L'inizio mi ricorda immediatamente proprio quel film, 28 Giorni Dopo, con il protagonista, Rick Grimes, che si sveglia in un letto di ospedale a cose già accadute. Praticametne è lo stesso incipit del film, ma la cosa non mi disturba affatto, anzi, essendomi piaciuto molto la pellicola sono riuscito a farmi coinvolgere altrettanto dal fumetto.
Ma cosa è accaduto?
A parte che il mondo è pieno di zombie, dico. Bè, a parte questo e a parte il problema che nessuno è a conoscenza del perchè e quindi di cosa fare per limitare i danni e riportare tutto alla normalità, ciò che accade è la vita. La vita in un mondo di morti che uccidono e che si ostinano a non morire. La peculiarità di The Walking Dead, è il tentativo di Kirkman di far trovare la strada ai protagonisti della storia, la strada verso la sopravvivenza, verso altri zombie da evitare, queste nuove inquietanti insidie che il mondo ha creato per stravolgere se stesso.
Leggendo l'opera di Kirkman si ha la sensazione di vedere i capitoli successivi dei film di genere. Robert risponde a quella domanda che ci si pone al termine dei film di zombie (quanto degli horror in genere), quando il protagonista si salva ma il mondo resta infestato. Quella domanda a cui i registi mai rispondono: e adesso?
E adesso ci sta che si va avanti a vedere che succede. Tutta la vita, finchè dura, anche se spesso dura molto poco.
Kirkman è un bastardo.
Uccide con la sua penna tantissima gente nel corso degli oltre 100 capitoli della serie, non gliene importa niente di quanto siano importanti ai fini della storia, e questo rende The Walking Dead reale, un'opera realistica. A dimostrazione di questo, quasi a sottolinearlo, c'è che i vivi diventano morti non tanto per mano degli zombie, che nel corso dell'opera si ritagliano uno spazio che fa solo da contorno alla vicenda, quanto per mano degli altri sopravvissuti, i vivi. Perchè il terrore, l'assenza di regole, la fame e la necessità di difendersi da tutti provoca nell'uomo una reazione assassina, sempre. Ed è da questo che si scappa in ogni contesto, è da questo che ci vorrebbe allontanare.
I protagonisti crescono. Altra peculiarità di The Walking Dead è che il tempo passa, non si resta congelati nello status temporale iniziale, ma si va avanti e andando avanti i personaggi maturano in un modo o nell'altro e cambiano. Cambiano punti di vista, le relazioni, le famiglie, un pò perchè si muore e un pò perchè altrimenti si muore. Ed è così che quelli che in un primo momento erano punti saldi di un credo morale, di una società e di un modo di vivere, diventano solo ricordi di un passato a cui è inutile ancorarsi.
The Walking Dead è scritto da Robert Kirkman e disegnato da Tony Moore (per i primi volumi) e da Charlie Adlard. E' edito in america dalla Image Comics e in Italia dalla SaldaPress. Nel 2010, il regista Frank Darabont, ne realizza una serie televisiva.
Personalmente è la lettura migliore che ho fatto in questo 2011.
4 commenti:
Bel pezzo, Max!
ps: A 100 numeri Kirkman & co. non ci sono ancora arrivati ma glielo auguriamo tutti di cuore di raggiungere il numero a 3 cifre. E di superarlo abbondantemente.
Immaginavo non fossero arrivati a 100, ma sono un tipo proiettato nel futuro :D
Tanto per "camiare" faccio un po' il bstian contrario della situazione. Ancora con sta mania degli zombie? A me hanno rotto un po' i cosiddetti. E poi cosa avranno mai da suscitare tanto entusiasmo? Cavolo sono zombie! Se guardate per strada ne vedete a migliaia che girovagano senza una meta (senza assalire la gente innocente ovviamente). A parte ciò direi che il mercato sta diventando saturo di quest'argomento. Come pure dei vampiri. Personalmente non ho mai letto Walking Dead seriamente (solo sfogliato) nonostante Max e altri appassionati di fumetto me lo abbiano raccomandato. Né ho ancora visto il telefilm. Negli ultimi anni film e fumetti hanno prodotto molte opere a riguardo, ma sono davvero poche le opere degne di nota. Gli zombie marvel furono un'idea originale ma da qui a dedicargli una serie o varie miniserie... Personalmente ho apprezzato molto invece film come "Shaun of the dead" e "Zombieland" che sono delle parodie dei film sugli zombie che raccomando a tutti. http://www.youtube.com/watch?v=1uUHamXmUAI
@Harlock: carlo quello che dici è giusto fino a quando non leggi TWD. TWD fa proprio parte di quelle "poche opere degne di nota" che citi ;)
E non è mania per gli zombie, è mania per The Walking Dead ;)
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