giovedì 4 agosto 2011

[Tipo-Rece] Maus


Spiegelman è un ebreo. Suo padre, anche.
La sua famiglia era una famiglia ebrea.
Poi è stata perseguitata, insultata, spodestata, vittimizzata e infine deportata nei campi di concentramento, dove sono stati prima soffocati con il gas e poi bruciati nei forni.
Vladek Spiegelman, il padre di Art, il fumettista, Spigelman è uno dei pochi sopravvissuti all'olocausto. Ha cercato di sfuggire al genocidio con forza, caparbietà e determinazione, cercando di salvare il salvabile (e fallendo), suo figlio Richieu (fallendo), i genitori (fallendo) e la moglie (qui non fallisce, ma poi un tumore se la porta via). Art nascerà solo dopo che la guerra sarà finita e ancora dopo realizzerà questo fumetto, Maus.

Maus è una storia vera biografica, dove il figlio di un deportato e sopravvisuto scrive e disegna e racconta la storia del padre, la vita terribile di un ebreo e degli ebrei che gli sono intorno, negli anni '40, quando questa "bella persona" faceva un bel pò di danni nel mondo.


Che faccia da cazzo che tiene, peraltro.

Maus è un capolavoro.
Art Spiegelman è un grande narratore. Quello che colpisce a primo impatto trovandosi tra le mani Maus, oltre al titolo indubbiamente evocativo, è il modo in cui rappresenta i personaggi, dagli ebrei ai tedeschi nazisti, fino ai polacchi.
Sorci, gatti schifosi e sporchi e porci maiali. La fotografia di un periodo terribile, scattata con un occhio che ancora piange al ricordo di quei giorni.
Maus è un capolavoro perchè ti prende e ti proietta con cura dei particolari in un contesto storico che non capisco proprio. L'olocausto, lo sterminio degli ebrei. Ma che storia di merda è?

Non è ciò che fa Art Spigelman con Maus a rendere Maus un'opera prioritaria per chi vuole conoscere la storia. A renderlo ciò che è realmente, un documento storico, è la povertà delle opere dedicate all'olocausto. Non solo qualitativa quanto quantitativa, numerica. Qualche film, in Italia ricordo solo La vita é Bella, di Benigni per la quale, tra l'altro, Spiegelman pare non avesse un buon pensiero:

«Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.»

Per il resto, abbiamo lo zero assoluto.
Mi chiedo come mai non ci sia nessun autore che faccia fumetti d'autore, che intraprenda una serie seria su questo argomento. Insomma, la storia c'è, è già scritta, le emozioni non mancano, e di certo, con un pò di onestà intellettuale, si potrebbe fare davvero cultura con il mezzo fumetto.


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2 commenti:

Fumettopoli ha detto...

c'è anche AUSCHWITZ di pascal croci. non male, ma qualitativamente molto lontano da maus.

Angela Leucci ha detto...

stavo riguardando il tuo blog per quello che ti avevo accennato, anzi dopo ti contatto. e nel frattempo rivedevo "la vita è bella". che in realtà non mi è piaciuto (e qui mi fermo, perché non mi va di dire che lo trovo una cagata). (e perché lo rivedi? storia troppo lunga...). sono d'accordo quando sostieni che "maus" è un'opera magistrale, lo è. non sono completamente d'accordo però con la citazione che hai riportato dell'autore, anche se forse noi della società del benessere e "della pace". non possiamo comprendere esattamente. credo che l'ironia sia fondamentale per affrontare qualunque cosa, altrimenti non avremmo film sull'olocausto davvero belli e divertenti come "train de vie". ultimamente ho visto "mein furher - la veramente vera verità su adolf hitler", che ti consiglio, di un regista ebreo di padre ebreo. comprendo che per chi l'olocausto l'ha vissuto sia difficile comprendere la leggerezza di chi non ha fatto quest'esperienza. tuttavia, sono abbastanza certa che neppure nei campi di concentramento piangessero tutto il tempo: ho parlato con qualcuno che c'è stato e tra la sofferenza mi ha anche raccontato come cercavano di farsi venire il buonumore, che in quei casi era anche la ricetta per sopravvivere all'orrore. ma questa è la mia opinione. per il resto, farei leggere "maus" a scuola.