martedì 16 luglio 2013

Che cazzo mangio oggi? [Friselle]



"Che cazzo mangio oggi" è la domanda che più spesso mi pongo la sera al mio arrivo a casa.
Nel frigo c'è un piatto che piange sangue che nemmeno la madonnina di Sant'Ambrogio.
E' vuoto, impaurito e stenta a riempirsi da solo e io la spesa non la faccio, un pò perchè me ne scordo, un pò perchè ci stanno da pagare gli F35 e non voglio sottrarmi al mio dovere di cittadino democratico, che ho votato per gli unici scemi che non stanno alla maggioranza di governo. Ed F35 siano, fa nulla che digiuno, per la difesa del paese questo e altro, sono un eroe io!

Quando apro il frigo vengo colto da un odore brutto, non violento, solo brutto. Quell'odore subdolo che ti aggredisce con lentezza e ti fa suo con l'ingannevole promessa di qualcosa di buono, promessa non mantenuta.
Odora di nonno.
Non so se avete presente i vecchi quando parlano, hanno sempre un odore stantio, non di morte nera, ma nemmeno di rose profumate, ecco. Odorano di prosciutto crudo andato a male, quel prosciutto che in genere nei pub smettono di affettare quando ti fanno il panino o il carpaccio perchè le fette sono troppo piccole e poi il cliente si lamenta. Non che io abbia mai mangiato il carpaccio in un pub, lungi da me, ma una volta ne ho visto uno ed era con le fette grandi, fette grandi di prosciutto crudo.
Quel tipo di prosciutto che poi tuo padre ti porta e ti dice "uèèè, guarda ce bellu prosciuttu!" e tu ringrazi e ti prometti di non farlo andare a male, almeno questa volta, che c'è crisi e poi pensa ai bambini africani. E tuo padre incalza "Non fare come l'altra volta che poi l'hai buttato!".
- No papà, tranquillo.

Detto fatto, dritto nell'immondizia finirai, creatura venuta dall'inferno.

Comunque dicevo, il frigo piange e io dietro a lui.
Ci sono quei momenti in cui torni a casa, è estate, fa un caldo boia e quando lo apri ad accoglierti non c'è nulla da mangiare. C'è qualcosa che avrei potuto mangiare se mi fossi sbrigato ma ormai è troppo tardi. Roba che non c'è nemmeno un cetriolo e nemmanco un ortolano.
Il frigo propone:
- Pomodori raggrinziti e ammuffiti di dubbio gusto.
- Un barattolo di acciughe sott'olio che purtroppo non sono rimaste immerse nell'olio. Esse si presentano dure all'estremità rimasta fuori dall'olio e putride la parte che giace all'interno.
- Formaggini.
- Una roba che credo sia stata dell'insalata e che dio che fetore.
- Prosciutto crudo andato a male con muffa, alla faccia di papà.
- Cacio cavallo con muffa, tanta muffa.
- Salsa di pomodoro con o senza botulino, lo si scopre dopo.

E nient'altro, macchie e ghiaccio a parte.

Potrei fare un'insalata di muffa e fare la fine Christopher McCandless in Into the wild, non ci tengo e passo. Boh, vediamo che c'è nel mobile.
Frise di grano duro di quando ancora a farle era il nonno, un pacco di biscotti finito che credo dovrei buttare, dei fagioli in scatola scaduti nel 2011, dei popcorn che stanno lì per coreografia, scaduti nel 2012, e della roba che preferisco non toccare. Ah, c'è anche una tazza di spiderman, ecco dov'era finita. Come pasta ci stanno degli elicoidali, spaghetti e mezzo pacco di rigatoni integrali.

Il congelatore propone del pesce spada che credo sia nato proprio lì e che ho difficoltà a staccare dalle pareti, delle fave di quando zio era bambino, e degli Allegrotti. Vediamo a gusto vorrebbero essere. Prosciutto e formaggio, mozzarella e formaggio, niente e formaggio.
Mmm... nel caso dovessi optare per gli Allegrotti devo ricordarmene così per avere la parvenza di sapore mentre mangio.
Per chi non lo sapesse gli "Allegrotti" sono come i Sofficini, solo più allegri. Ma non poprio allegri, allegrotti. Tipo quando non sei ubriaco ma brillo. Ma non brillo, allegro. No, non c'ho voglia di rovinarmi la serata con questa cosa, passo.

Avrei potuto fare una pizza tornando a casa ma ho pensato "qualcosa la troverò da mangiare, no?".
No.
Comunque ormai sono qui e mi sono denudato, perchè fa caldo, e c'è da preparare la cena. E poi nudo sono anche un bel vedere, chi me la fa fare a rivestirmi?
Vediamo se c'è dell'acqua fresca.
No.
Metto in frigo sta birretta artigianale fatta da me, così qualcosa di buono lo butto giù stasera.

Oggi opterò per delle frise a proposito delle quali vi delizierò con la mia ricetta creativa con elementi limitati alla disponibilità degli ingredienti. Roba di prima qualità, primizie della nostra terra...


1) Prendere le frise e immergerle nell'acqua, tenerle 2 minuti affinchè si sponzino. NON FATE come i miei amici polentoni che una volta gli ho dato un pacco di frise e se le son mangiate così, a secco, roba da ricoverargli i denti. Che a una certa mi chiamano e mi dicono "si abbiamo apprezzato, ma un pò dure queste specialità della tua terra. Voi come fare a masticarle?".
Che si pensano che siamo tutti cani in salento e che abbiamo i denti di John Rambo, quattro fila di molari. No, vanno immerse nell'acqua e tenute lì affinchè si sponzino.
DEFINIZIONE SPONZARE: Avete presente quel bel culetto che aveva il vostro primo amore a 17 anni? L'avete rivista ora ed è diventato il doppio, se non il triplo o il quadruplo. Ed è pieno di quei buchi cellulosi. E' un misto tra una mozzarella scaduta e un cagotto in un sacchetto, e quella roba tonica di un tempo è ormai solo un ricordo. Bene, quel culo, tecnicamente, si è sponzato. Da cui il mio aforismo "si è sponzata come una frisella".
Yeah.

2) Prendi i pomodori e togli quelli con la muffa e quelli raggrinziti che stanno dando all'acido. Ne restano tre. Molto male. Riprendi quelli con la muffa e lavali un pò, occhio non vede e cuore non duole. Quelli raggrinziti anche, rimettili sul tavolo. Stiamo a?
A sette. Ottimo, li faremo bastare.
Mozzarella ce n'è?
No.
Ci tocca il cacio cavallo, temo.

3) Spriculare i pomodori sulla frisa bagnata come se non ci fosse un domani e lasciare le scorze sulla frisa, sperando sappiano di qualcosa che non sia inacidito o muffolitico.

4) Prendere il cacio cavallo e lavarlo, lavarlo bene, poi togliere la muffa residua con l'ausilio di un coltello. Procedere solo quando il risultato è come quello in foto.



Un bel pezzo di formaggio esente dal male.
Farlo a pezzi come il mostro di Milwaukee con una prostituta.

5) Prendere l'olio e metterlo sulla frisa, abbondante, possibilmente extravergine, possibilmente non olio di merda. Questa è la parte più importante. Se l'olio non è buono la frisa non è buona. Potete mettere tutti gli ingredienti sfuggiti alla morte che volete ma sull'olio non transigo. Deve essere buono forte.

6) Mettere un pò di sale, a piacimento.

7) Aggiungere il condimento che nel nostro caso è un pò di acciughe morte e quei pezzetti di cacio cavallo.

8) Tirare fuori dal frigo la birra, la vera signora della serata.

9) Pregare dio e mangiare.


Tutto sommato però direi che si presenta bene :)



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6 commenti:

gigismondo ha detto...

Sei grande compà!

gigismondo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Giovanni Perazzi ha detto...

Complimenti allo chef! :)

Unknown ha detto...

Ho le friselle,i pomodori e la mozzarella...na biretta fredda ..e il rutto libero...che vvoi deppiu'..grazie per l'idea!

Anonimo ha detto...

Bel racconto molto intrigante

Anonimo ha detto...

Fantastico