Superclassificone dei momenti stile con gli autori in negozio.
Quarto posto:
Alberto Gennari.
Avevo 20 anni circa e scopro che Alberto Gennari lavora all'università di Lecce. Era il 2000 e stava dipingendo una cosa come la storia del mondo a grandezza naturale. Tipo un 20 metri per 3 che racconta il mondo da quando Dio lo creò ad oggi. Includendo anche tutte quelle scemenze sull'evoluzione che anticiperebbero Adamo ed Eva. Roba da Darwiniani e da comunisti.
Insomma vado all'università, sezione distaccata Ecotekne ed entro, sbircio e lo cerco.
E lo trovo.
Nel frattempo entra un signore che anche lui cerca Alberto e quindi arriviamo da Alberto contemporaneamente. I due iniziano a chiacchierare e io mi trovo nel mezzo. Una parola tira l'altra e alla fin fine son tipi socievoli, tanto che mi integro in discussioni che non mi appartengono, faccio domande di cui nessuno sentiva necessità, rispondo a cose che non mi riguardano, rido senza che la mamma abbia cucinato un cazzo di niente, e vado anche a prendere un bel caffè al bar dell'Ekotekne. Offre Alberto a quanto pare.
Nella passeggiata di ritorno dal bar ci sono anche momenti in cui parlare della famiglia. Quella di Alberto e del suo amico, dato che io non ne ho. Cioè, non ho una famiglia mia. Semmai ho una famiglia in comodato d'uso, dato che è dei miei genitori. Me la lasciano quando gli serve, fino a che avrò i soldi per comprarmene una tutta per me. Yo.
E' l'amico di Alberto a tirare in ballo l'argomento e vengono fuori cose che qui non si possono dire perchè non erano fatti miei all'epoca, figuriamoci se sono vostri ora. Fatto sta che dopo un mio commento che non posso ripetere e una volta scoperto che io e il signore di prima che anche lui cercava Alberto e che di Alberto era amico (mica come me) non ci conoscevamo nemmeno, Alberto mi guarda, strabuzza i suoi begli occhietti e mi dice:
- Scusa ma tu chi cavolo sei?
Ringrazio ancora Dio per essere uscito in maniera dignitosa dalla mia fase nerd.
Ad ogni modo con Alberto capita ancora di sentirci e di parlare di cose tipo "ma quel lavoro all'università lo finisti o no?".
Terzo posto.
Enzo Troiano.
Viene a Lecce, da Mondi Sommersi per l'incontro numero nu casinu, scketcha, disegna, acquarella, conferenzia e fa propaganda antiNestlé. Enzo è un tipo hardcore, uno di quelli a cui piace dare carne a carne e vino al vino. Al punto che poi viene voglia di far pipì. Di mucca pazza. Capita anche agli autori e per non farci mancare nulla, anche ai clienti. Fatto sta che il bagno in negozio è occupato da chissà chi e ad Enzo gli scappa proprio. E' una di quelle situazioni in cui se non vai in bagno e qualche bontempone ti fa "pishhhhhh... pishhhhhh" rischi grosso. E quindi gli faccio pishhhhhh... qualche volta, tanto per gradire, e la sua vescica si gonfia come se gliel'avesse toccata con l'indice sinistro Ken Il Guerriero.
Enzo sa che sta per esplodere e mi chiede del bagno. E' occupato, dico. Bisogna attendere un pò, dico.
E mentre mi diletto a perder tempo, cosa per la quale ho passione e capacità innata in egual misura, ecco che il bagno si libera. E siccome che oltre che un bontempone sono anche un signore e la pipì scappa anche a me, prima di andarci io cerco Enzo per dargli la precedenza. Lui è l'ospite e da noi a Lecce è come il pesce. D'onore.
Solo che Enzo è scomparso. Dov'è?, mi chiedo.
Dov'è andato?, penso.
Nessuno lo sa ancora ma quando, una volta tornato, è rientrato in negozio gli ho detto una cosa tipo "ehi Enzo il bagno è libero. Ora puoi finalmente svuotarti l'ampia sacca vescicale dall'urina stantia" alla quale Enzo, da buon napoletano, ha risposto:
- la pummarola ngopp, nu cce più bisogno.
- ma sono le 23, è tutto chiuso, dove l'hai fatta? ._.
- nu cce più bisogno, oehhh...
Fuori, solo un porticato e bar chiusi.
Da quel giorno continuo a chiedermi se l'abbia bevuta o poggiata da qualche parte su una di quelle colonne...
Secondo posto.
Werther Dell'Edera.
Werther viene in negozio per il BD Day dello scorso anno. Sono carico, contento e positivo. Solo che sono anche in negozio e Werther è arrivato di mattina presto. E l'incontro è di pomeriggio. Tardo. Abilmente spalleggiato dalla mia girl decido per un'abile staffetta e propongo a Werther e alla suddetta girl di andare a fare in passeggiata in centro. Che tanto è vicino, che tanto è bello e che tanto fa caldo. Fa molto caldo. Fa tanto caldo che in negozio accendo il condizionatore e sono abbastanza certo che Ilaria, la girl, saprà far stare a proprio agio l'autore. magari offrendogli una cosa fresca da bere. Tipo una limonata o non so bene cosa.
Credo che più o meno le cose tra i due siano andate così:
Ilaria: 'Mmazza che caldo. Ci sciroppiamo una limonata?
Werther: Ma anche si, basta che non ci sia dentro della granita o vomito.
Ilaria: Ma certo, basta non chiederla ;)
Quello che Werther pur annuendo non sapeva è che i baristi del loco se ne fottono altamente delle tue richieste, figuriamoci delle tue NON richieste, tanto che il barista del loco leccese, avuta grande e prosperosa idea, propone della bella, fresca e genuina granita nella limonata. Non ne voglio, si oppone l'autore. Certo, risponde il barista. Ma te la metto lo stesso.
Non ne voglio, risponde il giovane autore. Solo un poco, propone il barista.
- No.
- Si.
I baristi a lecce sono un pò come le mamme a pranzo, che quando ti chiedono riempiendoti il piatto "ne vuoi ancora?" la tua risposta conta quanto un tris di uno a Risiko. E' una battaglia persa.
E infatti vince la limonata con la granita.
Di li a breve sento la girl. Tutto ok?, dico. AttimoAttimoAttimoAttimo!, risponde.
Per alcune cose occorre qualche minuto di concentrazione.
E finalmente ricevo un sms.
Ho fatto vomitare Werther.
Apperò.
Primo posto.
Alberto Ponticelli.
Se credete che Alberto Ponticelli sia solo un bravo autore vi sbagliate. E' anche un bravo somigliatore. Somiglia a me per la precisione. E io a lui. E chi somiglia si piglia.
E ci somigliamo così tanto che io sembro la sua versione giovane. Quindi quella bella.
E lui è contento. Giustamente.
Peccato che conseguentemente io sembri la sua versione da vecchio. Quella brutta. E ci sta poco da stare allegri.
Ad ogni modo siamo a cena in una trattoria, da Mama Rita, dopo un incontro in negozio. Siamo seduti io lui, e altra gente. Passa la signora Mama Rita e lo saluta.
- Ciao!
- Buonasera signora
Risponde l'Alberto.
Poi passa il cameriere e lo saluta:
- Weeeeeeè!
- Oh salve.
Risponde l'Alberto.
Quindi la cameriera.
- Tutto bene?
- Si, si certo, grazie.
Risponde l'Alberto.
Il top lo raggiungiamo quando torna la Signora Mama Rita che gli mette una mano sulla spalla e con fare materno gli chiede come vanno le cose a casa e sul lavoro.
- Oh bene grazie. Tutto bene. Anche il cibo era ottimo.
Quindi l'Alberto si gira verso di me e mi fa:
- Ammazza quanto sono cordiali tutti, a Lecce.
Non è che sono cordiali. E' che ti hanno confuso con me.
HulkSpakk
P.S.
Cazzo. Sta foto è la dimostrazione che i nostri genitori si conoscono. In qualche modo.
5 commenti:
mi aggroviglio a novanta in sengo di gratitudine per aver vinto il momentostyle, e esco a vedere se le groupies sono aumentate (la mia vicina sessantenne già mi guarda con occhi diversi).
Occhi che probabilmente non sono suoi ma un ricordo del marito.
effettivamente ponticelli sembra il tuo gemello brutto. :-/
ahimè, era tè freddo...ghiacciato...diciamo da congestione, va!
Mitico il Ponticelli nazionale!
Insieme all'aneddoto su Werther è quello che mi è piaciuto di più.
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