martedì 7 dicembre 2010

Città del Libro 2010. Figata.


"L'impostazione di un chiuso il sipario si arrangia, la pompificazione come repertorio dopo mezzo chilo da un piniello di ganja. Mettici pure che non je a fai più, di base stai a pezzi lo so io e lo sai tu, il risultato è quel che è e il cielo è sempre più blu"
[Gruff - La Fantasia]


L'ultimo fine settimana di novembre si è tenuta a Campi Salentina (Lecce) la sedicesima edizione della Città del Libro, fiera notoriamente dedicata alla scrittura nobile ma che da un paio d'anni a questa parte si è aperta anche al fumetto. In piccolo e senza dirlo a nessuno. Sono stato lì con lo stand delle Edizioni BD e Jpop e ho passato 4 giornate al contatto col pubblico.
Mi sono reso conto, per il secondo anno di fila, che il mondo non è quello che ti prefiguri nella vita di tutti i giorni, nel negozio e che la realtà è ricca di contesti che spesso dimentichiamo, confondendo questa sfuggevole dimenticanza con la realtà.

A passare tutte le giornate con persone che in un modo o nell'altro apprezzano il fumetto, si finisce col credere che le cose siano diverse da come si credeva, o che quantomeno stiano cambiando. Che la visione del fumetto abbia ripreso quota verso chi non è avvezzo a questo media. In fiera, nella fiera del libro, mi sono reso conto che *assolutamente* non è così.
Centinaia di persone, migliaia (perchè la fiera è veramente visitata) che guardano il fumetto con diffidenza, pregiudizio e superstizione. E poi vanno via.

Diffidenza.
E' uscito Senza Sangue, opera di Faraci e Ripoli. Tra l'altro molto bella. La storia è ispirata all'ononimo romanzo di Alessandro Baricco. Si, quel tipo lì, che fai quel genere di fumetti senza i disegni. Quella roba strana. Com'è che si chiamano?
Ah, si. Romanzi.
Senza Sangue è stato il fumetto più toccato e sfogliato velocemente del mio stand. E quasi il meno venduto. Molto meglio sta andando in negozio. I commenti, quando ci sono sono toccanti e riassumibili in Ah, ma è a fumetti! come se la cosa invalidasse la qualità di uno scrittore, di Baricco. Ok, la storia è di Tito Faraci, ma loro mica lo sanno. Sono certi che fosse di Baricco e sfogliano il volume spinti da questa certezza. Perchè Baricco è Baricco e spesso è il loro autore preferito. Salvo scoprire che Ah, ma è a fumetti!
Che Baricco ha fatto un sacco di belle cose, e anche Senza Sangue sarebbe stato bellissimo se non fosse che Ah, ma è a fumetti!

Pregiudizio.
I fumetti sono cose per bambini, perchè chi è grande li leggeva da piccolo.
E non ci sono cazzi.
Più o meno è andata così:

- Si, ma sono per bambini.
- Ma no, ci sono opere anche per adulti.

- No, non è possibile, guardi non cerchi di convincermi, io i fumetti li conosco bene.


Gli ho mostrato le cose di Moebius, La Porta di Sion, Parker: Il cacciatore, Nazione Fuorilegge. Niente, nella sua testa era tutto una scopiazzatura di Tiramolla.
Non l'ho convinto. Sopravviverò.

Superstizione.
La supertizione è il top.
Si avvicina il bimbo di turno e guarda un fumetto. Lo vorrebbe, lo so che lo vorrebbe, lo percepisco. La madre è lì, attenta, mi vede, arretra. Per le mani ha le mani del suo bambino.
Il bambino guarda la madre, poi guarda me. La madre si accorge che Ah, ma è a fumetti!.
Se avesse avuto scroto e farcitura si sarebbe grattata forte.
- Dai piccolo, andiamo via, andiamo a comprare un libro vero.
E son soddisfazioni.

Poi ci sono state anche le scolaresche, con le maestre certamente convinte (non tutte, eh?) che ero lì per traviare il nutrito pargolame.
Ma ho visto anche mamme disperate, disposte addirittura a comprare un fumetto, pur di spingere il figlio alla lettura. Figata.
E ho visto bambini che io alla loro età avevo la metà dei loro anni. Momento epico quello in cui un bambino mi chiede come mai sti fumetti fossero stampati al contrario.

- Perchè sono fumetti giapponesi e in giappone il verso di lettura è opposto al nostro, quindi qui vengono stampati e letti allo stesso modo.
- Figata!

A me scappa il risolino per la parola usata. Figata. Non la sentivo dalle medie, mica a caso.
Lui se ne accorge e infastidito mi fa:
- Aò, che ti ridi? Che io ieri sono nato.

Applauso.

Di domande sul perchè sti fumetti fossero stampati al contrario ne ho ricevute molte. Tra tutte voglio ricordare anche:

Giapponesi e cinesi.
- Naaa, 'uarda, 'sti fumetti alla merza l'ane fatti.
- Sono fumetti giapponesi e lì il verso della lettura è da destra a sinistra.

- ...
- Qui li stampano allo stesso modo per rispettarne l'opera.

- Ce stannu arretu sti cinesi!


Originalità.
- Ehi, ma questi fumetti sono stati stampati al contrario! (entusiasta)
- Si, sono stampati al contrario per rispettare l'opera originale, che essendo giapponese, è stata realizzata da destra verso sinistra.

- Ah, quindi avete copiato. (palle a terra)

Quello che mi resta, a parte la stanchezza, le risate, e i buoni discorsi con chi ne sa, è che il fumetto è ancora più sconosciuto di quanto pensassi, e che questo settore è a tenuta stagna, circoscritto in un vortice di nulla, dove nulla entra e nulla esce da qui dentro, nè soldi, nè apprezzamenti, nè tantomeno interesse.
Credo che per generare questo interesse, bisogna scendere un pò dal piedistallo delle buone proposte e fare un pò di marchette in giro. Ma di quelle fatte bene.
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3 commenti:

[emo] ha detto...

Definisci "marchette" :)

Fumettopoli ha detto...

baricco fa cagare. non lo definisco uno scrittore. è pessimo.

faraci invece è uno sceneggiatore con le palle. guarda un pò! se magari la gente leggesse tutto e molto. forse ci arriverebbe.

Kappaman ha detto...

ehm.... Fumettopoli... sicuro sicuro???

:D