lunedì 2 giugno 2008

I Giochi di una Volta [Parte Due]: Guardie e Ladri (al cimitero)



[Nota: La "Parte Uno" de "I Giochi di Una Volta" la trovate QUI]

Un altro gioco stile "ai tempi miei" che andava fortissimo nella comitiva era "Guardie e Ladri". Considerando la successiva abitazione con tanto di sbarre e pane e acqua dei miei vecchi amici, non mi sconvolge più l'idea che tutti volessero armeggiare tra le fila dei ladri.
Insomma essere "guardia" non è mai stato in voga...
Il nostro personalissimo Guardie e Ladri si svolgeva a ridosso dei "Portici", la nostra base, la nostra casa. I Portici a loro volta si trovavano a ridosso del cimitero della città, la città si trovava a ridosso delle nostre vite, attive, sudate, forgiate nel divertimento e nella pericolosità del singolo giorno in periferia.

Capitava spesso di assistere a rapine, scippi e non mancavano certo le vecchie sane sparatorie nel rione S.Pio X. Abbiamo visto in qualche occasione gente crollare al suolo, schiacciata da proiettili in piombo, degni del miglior Torpedo di Abuli e Bernet. Gente morta di overdose nel viaggio Portici/cimitero.
Ed era lì che vivevamo quando non eravamo al cimitero a giocare a Guardie e Ladri.

Il gioco è classico, quasi scontato, mai di moda ma per noi caposaldo sempre in voga. Si vagava tra tombe e cappelle, nel buio più totale divisi in due squadre distinte. Un gruppo cercava l'altro.
Guardie e ladri.
Era ormai diventato un classico salire sulle cappelle, stendersi all'occorrenza lì sui tetti, per non essere visto dagli amici giù a terra, appartenenti alle "guardie", mentre gli lanciavi pietre e quant'altro trovavi, sicuro che, esattamente come la tua, la merda che si stavano cagando addosso era densa e di cattivo odore.

Il buio è sempre stato nemico di chi ha vissuto nella bambagia. Il cimitero è sempre stato nemico dei vivi. Insieme erano decisamente una bella coppia.
Io e i miei amici invece eravamo solo un gruppo tremendamente spaventato, il che era anche il motivo per cui non potevamo esimerci dal gioco. Il buio nel cimitero, alle due di notte, crea delle ombre che ben poco hanno a che fare con i vari coniglietti e cagnolini che tanto amano i mocciosi, al contrario, sono capaci di trasformare la più piccola fogliolina in un macigno che vuole schiacciarti, il fusto di un albero in un criminale psicopatico che ti corre incontro.
Una tomba in una tomba.

Giocare a guardie e ladri nel cimitero era un pò una cazzata, a vederla adesso. Le cappelle sono spesso fornite di antri in cui i proprietari possano posare delle statue di qualche santo. Ancora più spesso però questi antri erano vuoti e sembravano il posto ideale per far posare i più mattacchioni di noi, mentre qualche guardia ti cercava, sola, terrorizzata.
Nascondersi negli antri delle cappelle non aveva prezzo.

In genere la prassi era questa e andava attuata appena la guardia ti vedeva e prendeva ad inseguiri per toccarti e quindi farti sua prigioniera:

- Passo 1: scappare
- Passo 2: mischiarsi nell'ombra
- Passo 3: entrare nell'antro
- Passo 4: assumere una posa "statuaria classica" (in piedi, immobile)
- Passo 5: lasciare che la guardia ti superi senza essere visto
- Passo 6: attirare l'attenzione della guardia (con schiamazzi, urla, pietre)
- Passo 7: assumere una posa differente da quella al Punto 4, al ritorno della guardia
- Passo 8: ripetere la procedura un numero di volte a piacimento

Cambiare le pose nei Punti 4 e 7 rendeva il gioco allo stesso tempo bellissimo e terribile.

Epocale Rafely quando sparandosi qualche posa pseudodivertente su una cappella nel "cimitero vecchio" (la parte del cimitero più antica, dove riposano anime bicentenarie e caduti in guerra), abbracciò una croce, simbolo della cappella, in pietra leccese (pesante e porosa) e, culeggiando una guardia che non quel buio non poteva nemmeno rendersi conto nè se quella figura fosse una stutua nè se nel caso fosse una persona, di chi si trattasse, cadde giù con tutta la croce, sfracellandosi al suolo, e sfracellando la croce sopra di sè.
Sulla gamba per la precisione.
Ricordo che partirono urla e grida e l'unico che gli andò incontro fu Stefano, che essendo guardià, lo toccò e lo catturò.
La scena era inquietante.

In diversi vedemmo quanto accaduto e credo che tra rumore devastante, e schiamazzi vari, quella notte perdemmo almeno 60 anni di vita in tutto, per lo spavento. Ma nessuno, e dico nessuno (oltre alla guardia Stefano) andò ad aiutare Rafely.
Tutti ignorammo quelle grida di dolore e richiesta di soccorso.
Eravamo "ladri" noi e col cazzo che saremmo cascati in quella che eravamo convinti fosse una trappola di quelle due guardie, Stefano e Rafely.

Guardie e ladri era davvero un gran bel gioco, sopratutto quando non ti perdevi nel cimitero, solo in piena notte.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che pezzi di merda, anzi, di mberda! :D

ilalà ha detto...

io sarei morta...e mi sarei trovata proprio nel posto adatto a farlo! pauuura...