mercoledì 15 dicembre 2010

Buonasera, Italia




Buona sera, Italia.
Prima di tutto vi prego di scusarmi per questa interruzione.
Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione. Ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 14 dicembre, un giorno ahimè sprofondato nell’oblio, sottraendo un po’ di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere.
Alcuni vorranno toglierci la parola
, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati.
Perché?
Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità.
E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione.
E lì dove una volta c’era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò.
Com’è accaduto?
Di chi è la colpa
?
Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole.. non c’è che da guardarsi allo specchio.
Io so perché l’avete fatto.
So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta?

Guerre, terrore, malattie.
C’era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il Caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all’attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso
. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio.
Ieri sera io ho distrutto la vecchia Roma, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato.
Più di 24 ore fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 14 dicembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l’equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive.
Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 14 dicembre. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 14 dicembre che non verrà mai più dimenticato.
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3 commenti:

Alex ha detto...

Ieri mentre leggevo le notizie della protesta a roma canticchiavo con tantissima soddisfazione l'overture 1821. L'unica nota dolente è che non c'era nessuno a lanciare molotov. Adoro le molotov.

Alex ha detto...

Overture 1812, pardon, misstype.

Antonio ha detto...

E' sorprendente quanto il discorso di V sia sempre attuale e enunciabile in qualunque epoca storica. Grazie Max per avercelo riproposto!
Il 14 dicembre 2011 (ma anche prima magari, se ci mettiamo d'accordo) ci vediamo tutti a Montecitorio...