sabato 11 settembre 2010

La menzogna e il commercio.



Quando a un cliente dico che un fumetto è valido non è perchè credo nella ferma bellezza dell'opera, ma perchè credo che questa possa sposarsi bene con i gusti del cliente.
A me non piace, per esempio, Dragon Ball.
E' infantile, ripetitivo, poco originale sulla lunga distanza e soprattutto non si rinnova mai. Oltre al fatto che ha rincoglionito le masse. Anche a livello grafico è troppo comunicativo e lascia poco spazio all'interpretazione e al piacere visivo. E' il mio punto di vista. Non mi piacciono gli shonen tutti.
Ovvio però che tutti questi punti a sfavore diventano dei ricchi pro se chi chiede consiglio è un infante o un adulto ancora molto giovane (mettiamola così), che ha letto poco o niente, o che viene da altri generi di lettura, e magari non apprezza una grafica differente da quella degli autori in questione. O che ha una visione abbastanza limitata del media fumetto.
Sono gusti, dettati dalla televisione, inculcati dalla nostra cultura e dall'apertura mentale di ognuno di noi, ma pur sempre gusti. Rispettabili.
Dagli altri, non certo da me, ovviamente.

Arriviamo al punto. Se io dovessi consigliare Dragon Ball a un lettore, sempre per tenere in piedi lo stesso esempio, e questo mi chiedesse "è bello?", io cosa dovrei rispondere per rimanere onesto?
So per esperienza che rispondere la verità, brevemente riassunta con "a me fa cagare ma a te piacerà senz'altro", è controproducente anche se dovesse essere addomesticata a modino, quindi parole più cordiali potrebbero allontanare dall'acquisto il cliente.
E ciò non va bene, soprattutto se il cliente è il mio.
Purtroppo la verità a tutti i costi è una cosa da bugiardi.

Resta da dire che "si, è bello. Molto bello" ma c'è l'inconveniente etico che io so che a me fa cagare. Anche se a lui potrebbe piacere. Dal mio punto di vista avrei comunque detto una menzogna.
Sto mentendo nel momento in cui dico che è bello, ma avrei detto la verità se a lui poi piacerà.

Credo.
Mi sono un pò perso.


Mi capita tutti i giorni, per ogni cliente, per ogni nuovo arrivato. In base al mio bagaglio, alle mie letture, indico non solo ciò che onestamente mi piace e credo possa piacere, ma anche quello che a me non piace ma penso possa piacere al prossimo. Mi rendo conto che in questo modo tecnicamente dico una bugia (una fagottata di bugie, considerando 8 ore di lavoro al giorno), ma è l'unica per continuare contemporaneamente, a vivere di commercio e far vivere la chiusura mentale del cliente. Che poi tornerà a spendere per prodotti analoghi.
La menzogna quindi aiuta a fare soldi.
Non l'avrei mai detto considerando il nostro premier.
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2 commenti:

Il Prigioniero ha detto...

Il "problema" di noi evoluti è che ci preoccupiamo troppo per quelli che ancora si infilano il pollice (non opponibile, ça va sans dire) nel culo e lo tirano fuori compiaciuti d'avervi trovato Nutella...
I gusti e le idee s'affinano con l'esercizio proprio, non con quello imposto o anche solo suggerito da altri.
Al massimo puoi guidarli pian piano...

Antani Comics ha detto...

io di un volume di flash, dissi al cliente: a me non piace, ma per quello che sai tu del personaggio, sicuramente ti piacerà.
lo prese...