venerdì 24 luglio 2009

Le strategie AntiCrisi nella fumetteria moderna

"Il rap per me è dire cose che non credi su una musica non tua / Il rap per me è fare finta che domani muori / Il rap per me è dire cose che non credi, no / Il rap per me è fare finta che domani muori" [Dargen D'Amico]

Tremonti può dire il cazzo che gli pare, sono solo fregnacce.
Berlusconi farebbe meglio a stare zitto che a furia di far girare l'economia questa s'è offesa e se ne è andata.
Anche gli editori di fumetti certe volte sarebbe il caso restassero in silenzio. E fermi.

Cosa può fare una fumetteria per resistere alla botta della crisi?
Le stesse identiche cose che fa nei periodi felici, ma è il caso di farle in maniera potenziata: ridurre gli acquisti. Tagliare. Eliminare. Ridurre i costi. Annullare i refusi.

In un sistema come quello del fumetto, le cui vendite procedono in maniera piramidale, dove all'apice ci sono le vendite del settore asiatico (manga, manwa ecc) e alla cui base si trovano tutti i piccoli editori, dalle produzioni di supernicchia con edizioni più o meno curate e con i prezzi più o meno moltoalti, e al cui centro conseguentemente troviamo fumetti americani, di autori di grido o di rare eccezioni, è naturale immaginare che i primi a soffrire del taglio saranno i piccoli.

In un momento di crisi è difficile pensare di investire denaro in prodotti venduti con la formula del conto assoluto su editori medio/piccoli come Nicola Pesce, Q Press, Bottero Edizioni, Cagliostro Press, Flashbook, FreeBooks, Italycomics e altri, se non si dispone già di un bacino di utenza a cui proporre i relativi albi e di cui siamo certi che l'acquisto venga completato e quindi portato a termine.
E' ovvio, che se si sa di poter vendere un prodotto perchè si è precedentemente lavorato nell'ottica di creare clienti per quel ramo di proposte/articoli, da parte del negoziante l'acquisto dello stesso viene fatto in maniera più o meno sicura. Se si hanno dei preordini è ancora meglio, perchè salvo abbandoni delle caselle con i relativi prodotti messi da parte, l'oggetto è quasi certamente venduto.
Presto o tardi, a discrezione del rispetto che ha il cliente nel servizio reso dal negoziante, e delle abitudini che gli ha inculcato i/il fumettaro.

Per il resto bisogna muoversi con accortezza.
Laddove non si ha un bacino d'utenza generato col tempo e con gli sforzi del negoziante o dell'editore (ItalyComics con il FCBD e chi ha aderito ai conto vendita AFuI e di Golden Distribution, ma ci torno), bisogna evitare come la peste l'investimento in conto assoluto.
Per contrastare la crisi non è il caso di invistere su ciò che non è sicuro almeno al 100%.
Se volete proporre al pubblico gli editori minori è certamente il caso di partire con il (e rimanere sul) conto vendita.
Attualmente l'unico distributore che effettua il conto vendita è Golden Distribution.

Muoversi in questo senso permette al negoziante di limitare i danni procurati dall'invenduto prodotto dalle meccaniche del conto assoluto, fermo restando però che essendo i fumetti degli editori esclusivisti di Golden fin troppo di nicchia, senza lo sforzo del negoziante di leggerli, farseli piacere e individuare il cliente predisposto, l'idea della vendita resta lontana.
La capacità e la propensione del negoziante da cui dipende tutto il fumetto italico rivolto alla fumetteria rappresenta ancora una volta un fattore determinante, laddove non l'unico vero fattore.
Ma a queste condizioni si può provare.
Nota: attualmente (se non ricordo male) Golden Distribution ha in catalogo:

- Nicola Pesce Editore
- Q Press
- Bloom
- GG Studio


Per il resto il fumettaro taglierà, taglierà a taglierà.
Ok. Ma che taglia?
Si parte dagli editori sconosciuti. "Se già non sei presente nel mio negozio, non ci entrerai certo adesso. Non in conto assoluto. Non se non hai un cavallo di battaglia. Anzi di più: uno stallone da battaglia."
Questa è la filosifia con cui mi muovo.
Meglio lavorare con pochi editori disposti al dialogo, a promozioni, a incentivi all'acquisto e al reso (non necessariamente tutto insieme, per quanto mi piacerebbe e troverei corretto) e di cui conosco già lo storico e le relative proposte.
In questo modo si limiteranno le perdite e la diluizione dell'investimento.
Meglio 20 lettori che leggono UNA testata che 5 lettori che leggono 4 testate diverse.

Spingere quanto più possibile i volumi e le serie che si conoscono, individuando i clienti ad essi adatti e proponendoli fino a saturare il proprio bacino di utenza, limiterà gli sprechi rappresentati dall'acquisto di altri titoli che inevitabilmente rimarrebbero sugli scaffali per troppo tempo. Investire 200,00 euro su UN unico volume e investire 200,00 euro spalmandoli su DUE o peggio ancora PIU' volumi, è diverso: disperde l'attenzione del cliente e gli abbassa la soglia di fiducia. Nessuno è purtroppo abbastanza cretino da credere che tutto quanto è esposto in fumetteria sia un *capolavoro*, checchè ne dicano i rispettivi editori.

Già dire al cliente che sia Watchmen, sia V for Vendetta, sia Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, sono dei capolavori comporta il rischio di non essere creduti. Figuriamoci se dobbiamo spacciare per capolavori due titoli come David Murphy e Rourke. Puntare solo su uno dei due è meglio, poi se va bene, l'altro titolo lo venderai sulla scia del primo.

E' ovvio che nel sistema di taglio delle proposte ricadono tutti quegli editori che:

- vendono niente.
- vendono poco.
- mancano di rispetto ai negozianti.
- scrivono articoli su riviste e web che danneggiano l'immagine del fumettaro e/o della categoria.
- non danno comunicazioni chiare, decise e poi rispettate dei propri programmi editoriali.
- troncano le pubblicazioni.
- hanno prezzi alti e edizioni scadenti.
- pubblicano in maniera altalenante e/o caotica.
- sono sconosciuti.
- hanno scontistiche basse laddove non offensive.

Spesso ci si chiede se eliminare i piccoli editori non possa danneggiare l'immagine del negozio al pubblico informato, al pubblico che ne sa. No, non danneggia. Non danneggia niente perchè il pubblico informato, quello che ne sa, è così ridicolo al fine meramente numerico che lo sforzo profuso nell'offerta e nel servizio, sia dal punto di vista economico che da quello fisico (leggere, conoscere, esporre, far ruotare, ecc...) non viene assolutamente bilanciato dalla rendita di quella (a mio avviso purtroppo) limitata fetta di lettori.

Un altro aspetto che va preso in considerazione è la ricalibrazione degli ordini.
Normalmente un prodotto massmarket viene acquistato in quantità X con l'ottica di vederlo completamente venduto in 2 mesi circa, a seconda di come lavora il negoziante. Allo stesso modo un prodotto di nicchia viene acquistato per essere venduto in un lasso di tempo non superiore ai 5 mesi. E' naturale pensare che, se manca la materia prima, ovvero il cliente che compra questi fumetti, i tempi tenderanno ad allungarsi.
A questo punto le quantità del preordine dovranno necessariamente essere ritoccate e abbassate con lo scopo di ridurre quel tempo al momento identificato in X mesi di una percentuale di giorni sufficiente a coprire le spese. Personalmente identifico questa percentualmente in un 30% circa.

Ridurre, spesso però porta alla scomparsa dagli scaffali di tutte quelle proposte che sono state fino a questo momento acquistate nella quantità di un 1x (una copia per volume). A livello numerico apparrà che gli unici a subire la crisi siano appunto i piccoli editori che pubblicano queste proposte, quando invece il calo sarà generico e avvertito anche dagli altri, solo in proporzione differente.

A questi editori non resta che proporre il conto vendita o, in alternativa, scomparire. O magari fare entrambe le cose.
Ma magari di questo ne parlerò la prossima volta.
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15 commenti:

Antani Comics ha detto...

chiudono le fumetterie. molte.
è giusto che chiudano anche editori, e magari distributori.
se c'è crisi, c'è crisi per tutti.
ma vogliamo scommettere?

bravo max, bellissimo blog!

Alessandro Boni ha detto...

TRISTEZZA...sto per estinguermi????

Anonimo ha detto...

Dunque... tu lamenti che la formula del conto assoluto ti danneggia perchè paghi un tot di fumetti che non sai se venderai o meno.
Se li vendi ok, ma se non li vendi ti rimangono sul groppone.
Soldi buttati.
Hai ragione, meglio il conto vendita così pagherai solamente quello che vendi restituendo l'invenduto.

Tuttavia... provaimo a fare un ragionamento inverso.
Diciamo che l'editore per ottenere un certo prezzo di copertina debba stampare un tot di copie.
Quindi non si può giocare sul numero inquanto questo inciderebbe sul prezzo e di conseguenza sulle vendite.
Se l'editore usasse la formula del conto vendita ogni mese gli ritornerebbero un tot di albi.
Giustamente l'editore potrebbe fare il tuo stesso ragionamento dicendo che non può prendersi il rischio degli invenduti accollandosi in più le spese di stampa e distribuzione.
Quindi la soluzione è quella di fare il conto vendita direttamente agli autori del fumetto stesso.
Ovviamente nessun piccolo disegnatore potrebbe permettersi tale onere e si finirebbe per azzerare le piccole testate ed i piccoli editori.
I disegnatori emergenti dovranno essere scoperti e sovvenzionati dai grandi editori che si accolleranno anche eventuali rischi.
Che poi è quello che proponi tu, vendere solo manga e supereroi, fare i soldi e vivere bene.
Dopotutto il tuo è un business ed è giusto che sia redditizio.
Ok, per una volta sono d'accordo con te, al diavolo i piccoli editori e le piccole realtà artistiche e largo solamente ai grandi ed ai soldi.
Quello che conta è portare la pagnotta a casa la sera.

HulkSpakk ha detto...

"Che poi è quello che proponi tu, vendere solo manga e supereroi, fare i soldi e vivere bene."

Questo non è quello che propongo io. Questo è quello che deduce chi nn riesce a stare sul binario. Io propongo di vendere *tutto* se ci sono le condizioni per farlo. Se non ci sono le condizioni prendere le contromisure. Allo stato attuale, così come da 25 anni a questa parte, le condizioni non ci sono. Se ci fossero state o fossero state buone, il mercato del fumetto non si ritroverebbe in questa situazione, d'altra parte. Se non ci sono le condizioni, pace. Io dalla mia esperienza sul campo dico che il "conto vendita" di prodotti minori (non "manga" o "supereroi", per quanto, imho, sarebbe giusto che fosse) è una di queste "contromisure" e va incontro al mercato, raggiungendo spazi che senza di esso sarebbero vuoti di quel prodotto (e quello soltanto, dato che verrebbero riempiti da altri). Così facendo questi prodotti che allo stato attuale (quello di carenza di lettori e crisi economica internazionale) non raggiungono i mobili delle fumetterie, potrebbero invece raggiungerli. Se dicendo questo deduci che io Mondi Sommersi voglio vendere, o che vendo, solo manga e supereroi è un problema tuo, ma non è quanto ho detto o quanto faccio, assolutamente.

Per quanto riguarda il discorso su cosa poi dovrebbero fare gli editori e i disegnatori emergenti, ti dico che personalmente mi interessa poco, è un lavoro che non so fare e non mi piace il fantacalcio, quindi non mi esprimo perchè direi solo fregnacce. Problemi loro, come giustamente loro diranno "problemi suoi" a chi ha un'attività commerciale.

Anonimo ha detto...

E' un classico del ragionamento dell'italiano medio, dirare l'acqua al proprio mulino strafregandosene degli altri.
Da un lato ti do ragione, alla fine quello che conta è portare lo stipendio a casa alla fine del mese.
Quindi se vuoi vendere solo manga e supereroi potresti essere nel giusto.
Da un altro lato per cambiare le cose bisognerebbe cambiare tutto il sistema e non solo la parte terminale che interessa a te come Mondi Sommersi.
Cosa che non accadrà mai se tutti continuano a pensarla come fai tu: io guardo il mio e per gli altri sono problemi loro.

Anonimo ha detto...

oops... dirare = tirare ;)

HulkSpakk ha detto...

Ascolta Anonimo.
Ho fatto un ragionamento di 3500 battute e tu hai capito che voglio vendere "manga e supereroi".
Ti ho spiegato con un post di circa 800 battute che no, non voglio vendere "manga e supereroi".
Poi tu mi rispondi con "Quindi se vuoi vendere solo manga e supereroi potresti essere nel giusto.", dimostrando di non aver capito ancora una volta un ciufolo.
Non so che dirti senza entrare in polemica e spiegarti ulteriormente la cosa, quindi buona estate.

Anonimo ha detto...

3500 battute, 800 battute... si vede che a "battere" hai una certa pratica!

Hehehehe... dai che scherzo!

Quello che hai è un'altro attaggiamento da italiano medio.
Non metti in conto che il tuo scritto possa generare una certa idea, sei sicuro che siano gli altri a non capire.

Comunque quello che volevo dire è nè più ne meno quello che hai scritto tu nelle tue innumerevoli battute: con la crisi odierna comprare prodotti che si vendono molto difficilmente con la formula del conto assoluto è una cosa difficile da fare.

Come hai scritto tu ai vertici delle vendite ci sono manga e supereroi mentre il resto sono quei prodotti di editori medio piccoli che,o di adeguano al conto vendita o il negoziante dovrà diminuire drasticamente il numero degli ordini.
In entrambi i casi molti editori minori saranno costretti a chiudere.

Ergo se togli gli editori medio piccoli restano solo manga e supereroi... che è quello che vendi e venderai.



Comunque vorrei terminare dicendo che nemmeno io cerco la polemica, e vorrei scusarmi se non riesco ad afferrare i concetti che spieghi, evidentemente non sono in grado di tenere il passo con la tua cultura ed intelligenza.
Cerca di avere pazienza con me, prima o poi imparerò anch'io.

Buona estate anche a te.

Antani Comics ha detto...

tra le cose che vendono, non ci sono mica solo manga e supereroi... semplificare e fare battute non da automaticamente ragione, ne alleggerisce il peso di quello che si dice.
al momento, il 90% del "rischio" nel sistema distributivo, è a carico della fumetteria. Un reso, anche piccolo, "scaricherebbe" parte di questo rischio, GIUSTAMENTE, su distributore ed editore.
perché, poi, partire dal presupposto che si rende tutto? l'editore, che CREDE nel proprio prodotto... perché non accetta questa scommessa? Sicuramente non sarà perché non crede nei propri fumetti... no? no?

Anonimo ha detto...

Antani Comics, sono d'accordo.
Al momento il 90% del rischio se lo accolla tutto il venditore... che però ha un punto di forza grandissimo: può decidere se prendere o meno dall'editore dei fumetti che ritiene promettenti.
Se credi che una serie non venderà nulla allora azzererai i preordini al contrario li incrementerai.
Gli editori, in questo modo, sarebbero costretti a selezionare i prodotti piuttosto che stampare di tutto per poi non vendere nulla.
Tuttavia l'editore già si accolla spese di stampa e distribuzione col 90% di rischio che nessuna fumetteria poi compri quanto prodotto.
Come vedi i rischi li corrono tutti, ed in tutti i lavori mica solo quello del fumettaro.
Quello che voglio dire è che alla fine ognuno deve vedere il proprio tornaconto perchè il salumiere bisogna pagarlo.
Se l'amico Hulkk pensa che farebbe profitto vendendo solamente prodotti di moda... ok, è giusto così, nessuno gli da contro per questo.

P.S. Le battute servono per alleggerire la tensione che fa scattare su il nostro comune amico per un "nonnulla".
Se le battute non sono gradite consiglio massicce dosi di camomilla.

HulkSpakk ha detto...

Anonimo, io non so chi tu sia conseguentemente non sono tuo amico. Se sapessi chi tu fossi non sarei probabilmente tuo amico.
Le battute si fanno tra amici, cosa che tu non sei.
Quelli come te, che con la propria vigliaccheria nel nascondersi da UN ANNO dietro l'anonimato, pur conoscendomi e avendomi frequentato, come negoziante quantomeno (come tu in passato hai affermato), che parlano con saccenza, e che hanno la presunzione di avere voce in capitolo, non sono amici. Sono anonimi quanto il nick che usano.

L'"amico Hulk" spesso compie l'errore di parlare come se l'interlocutore anonimo e senza educazione avesse davvero le qualità per comprendere ciò di cui si sta parlando. Colpa mia.
Non cancello i tuoi commenti polemici perchè comunque mi aumenti le visite al blog, aiutandomi nella sua indicizzazione, ma se questi commenti dovessero risultare stancanti (come ho l'impressione che siano diventati), ed eccessivamente provocatori, li cancellerò.
D'ora in avanti, dunque, MODERATI o ti tolgo il tuo passatempo preferito, quello di passare per un coglione sul mio blog.

ilalà ha detto...

Caro anonimo, dato che parli tu (che a quanto trapela dai tuoi post non sai proprio niente del mondo del fumetto in Italia), allora mi permetto di parlare anche io, ignorante come te in materia. Intanto non mi sembra che "l' amico Hulkk" si alteri per un nonnulla, bensì per uno stupido: dico io, che mi chiamo ilalà, possibile che proprio tu non capisca?? esprime dei concetti così lineari e semplici da capire, che è proprio coraggioso uscirsene coi tuoi post! si può assolutamente non essere d' accordo con le idee di qualcuno, ma questo è diverso dall' utilizzare questo modo così fastidioso, e soprattutto inutile, di fare.
1)Battute sul 'battere' davvero fuori luogo, tipiche di chi non sa più che dire;
2)'evidentemente non tengo il passo con la tua cultura e intelligenza'...ma ti prego, queste sono risposte da sfottò, che neanche alle medie!!
3)se tu consigli massicce dosi di camomilla agli altri, io a te consiglio una dose di loperamide viste le cagate che produci al pc.(e vai anche ora su wikipedia a cercare cos'è la loperamide,così come hai fatto per far credere di saperne qualcosa sul lavoro del fumettaro)
4)perchè non vai a cercare un altro modo con cui sfogare la tua frustrazione? (puoi sempre vedere su wikipedia!)

Antani Comics ha detto...

caro "anonimo", c'è rischio e rischio.
l'agricoltore ha quello della siccità, l'editore quello che i propri fumetti non piacciano, la fumetteria quello che non ci sia domanda o che questa sia soddisfatta in altro modo. Su questo nulla si può fare.
tu editore "rischi" creando un prodotto, io "rischio" vendendolo. Ma... una volta che te lo ho preso, non posso ridartelo. "dividere" il rischio è dire: io ti do la possibilità di rendere l'X% di quanto ti vendo, tu accollati il resto. E' dire "collaboriamo", non "freghiamoci a vicenda". E' dire: io pubblico solo cose in cui credo, e te lo dimostro dandoti possibilità di renderle, almeno parzialmente; tu fai la tua parte.
poi, alcune inesattezze:
-il costo della distribuzione è a carico di editore, distributore e fumetteria (i cataloghi, ad esempio, li pagano le fumetterie);
-se un editore non ha acquirenti... CHIUDE, come è giusto che sia! l'editore non "deve" vendere: è il prodotto che deve essere valido!
-le battute sono irritanti, soprattutto se fatte da un anonimo.
-Ne esistessero di negozianti competenti, capaci ed in gamba come Max... mah.

Anonimo ha detto...

Antani Comics, hai ragione c'è rischio e rischio.
Io personalmente credo che rischi di più un editore che un rivenditore di fumetti e ti spiego il perchè.
L'editore deve trovare il talento, questo consiste nel visionare e valutare le opere.
Poi deve sondare il mercato per vedere quali opere saranno vendibili o meno.
Tutto questo tempo speso ha un costo.
Poi deve armarsi di coraggio e far stampare un tot di fumetti e poi distribuirli.
Questo ha un costo (ok, spalmato in parte con altre realtà).

Il tutto con un unico grandissimo rischio: che le fumetterie NON comprino il prodotto finito.
Se dovesse succedere questo l'editore si ritroverebbe in una situazione poco piacevole.
Di contro il rivenditore di fumetti non solo può decidere se comprare l'opera o meno ma anche in che quantità.
Tutto questo limita il suo rischio mentre aumenta quello dell'editore.
Ora io credo che il rivenditore di fumetti possa prendersi dei rischi solamente se vuole farlo.
Adesso dimmi perchè se un "fumettaro" sbaglia gli ordini a rimetterci debba essere l'editore.
Che ognuno si prenda le proprie responsabilità.
Rispondo brevemente ai tuoi punti:

- sì, hai ragione.
- sì, hai ragione.
Così come deve chiudere il fumettaro che non sapendo fare il suo mestiere compra porcherie invendibili cercando poi di spacciarle come opere d'arte al consumatore finale.
- le battute.
Dai, siamo seri per un attimo, tutti ve la state prendendo con la battuta del "battere".
Ho anche scritto che scherzavo proprio per evitare che qualcuno la prendesse seriamente.
Se vai a leggere i commenti sopra scoprirai che Hulk mi ha dato appellativi abbastanza forti... eppure nessuno dice nulla.
Per quanto riguarda l'anonimato è quello che tutti fanno quando si danno un nik.
Solo che se scrivo:"Sì Hulk, quanto sei bravo e quanto è vero quello che scrivi" allora è tutto ok, se c'è un minimo di discussione allora si arriva agli insulti ed a prendersela con l'anonimato.
Che cosa strana... o no?
- Ognuno ha le proprie opinioni.

HulkSpakk ha detto...

Anonimo.
Sorvolo sulle tue fantasie da lettore anonimo su come funziona il lavoro dell'editore e quello del fumettaro. Sul primo perchè, come detto, io non faccio l'editore e quindi non mi esprimo, sul secondo perchè tu non fai il negoziante e quindi hai infilato una sequela di cagate. La metto accanto alle altre, magari fraternizzano.

Volevo invece soffermarmi sull'Off Topic, argomento su cui ti trovo più pronto e ferrato, sarà certamente perchè "OffTopic" è l'angolo dell'aria fritta.

Tu dici:
"- le battute.
Dai, siamo seri per un attimo, tutti ve la state prendendo con la battuta del "battere".
Ho anche scritto che scherzavo proprio per evitare che qualcuno la prendesse seriamente."

Ti ho già risposto che le battute le si fanno tra amici. Tu che sei una testa di cazzo travestita da cazzo barzotto invece, non ti devi permettere. Quelli come te, anonimi e poco amabili spaccaballe non sono graditi al mio facoltoso sense of humor.

Gli altri utenti ti hanno dato il loro parere in merito e lo trovi rileggendo i loro post.

Poi dici: "Se vai a leggere i commenti sopra scoprirai che Hulk mi ha dato appellativi abbastanza forti... eppure nessuno dice nulla."

Ci mancherebbe. Questa è casa mia e faccio quello che mi pare e nessuno mi deve dire niente.
Tu non sei gradito e puoi andare altrove. Per esempio a fare in culo.
Te l'ho detto in altre occasioni, ma sapendo che non hai una vita, e che probabilmente l'unica patata che hai frequentato è stata quella di mamma quando le si sono rotte le acque, mi sono arreso all'idea di averti perennemente tra il testicolo e lo scroto.

Poi finalmente diventi vittima quando dici: "Per quanto riguarda l'anonimato è quello che tutti fanno quando si danno un nik. Solo che se scrivo:"Sì Hulk, quanto sei bravo e quanto è vero quello che scrivi" allora è tutto ok, se c'è un minimo di discussione allora si arriva agli insulti ed a prendersela con l'anonimato."

Ti sbagli. Tutti gli altri utenti che hanno postato, li conosco in un modo o nell'altro e loro conoscono me, spesso personalmente. Per quanto concerne l'anonimato, è ovvio che un commento positivo lascia il tempo che trova e che una costante e sterile polemica su ogni argomento trattato, da parte di un troll più fastidioso di un dito nel culo, è vista diversamente. Sai come si dice no? Parafrasando un mio collega "se mi sfondi la porta di casa a cazzo duro, non lamentarti se ti fai male al glande". Se sei anche bendato e mascherato non lamentarti se la gente ti prende a cazzi in faccia e se i tue 2 cents valgono quanto il due a picche in una partita di a chi sputa più lontano.
Concludo con una massima del mio Guru, colui che mi ha insegnato a relazionarmi col pubblico: "Siamo in un paese libero mi pare di capire e tu puoi fare quello che ti pare. Nel tuo spazio però, non nel mio."