"Va bene! Secondo me vi posso vendere un asteroide che dorme in un letto matrimoniale..." [Gente Guasta - La Grande Truffa del Rap]
Siamo fottuti.
Le fumetterie non esistono, come fantasmi in balia del tempo un pò si aspetta il miracolo e un pò si tira a campare.
L'Italia è un paese di allenatori di calcio, ma i lettori di fumetti insieme ai fumettisti e agli editori, sono tutti ottimi fantafumettari, dove "fumettaro" è colui che vende fumetti, che ha una fumetteria. Ovvero io e quelli come me.
Come quelli dell'afui.
Ogni giorno incontro qualcuno, sia esso un editore o un fumettista, che sa il perchè il fumetto non va.
Il loro fumetto, nello specifico.
Può capitare che alcuni fumettisti e alcuni editori medio/piccoli credano fermamente che il fumetto non tiri (tra le altre cose) "per colpa" dei fumettari che, a quanto pare, schifano in qualche modo l'entusiastico e poco compreso potenziale economico che questi (loro) fumetti apporterebbero alla causa "fai diventare ricco il tuo simpatico fumettaro".
Certi che del valore potenziale del proprio prodotto, complessivamente, invadono di proposte (*proposte* non "offerte") le fumetterie italiane e, ignorando completamente in alcuni casi e sottovalutando in altri la situazione distributiva del sistema in cui si propongono, sperano (credono?) di potersi fare strada nel marasma di proposte che contribuiscono a creare.
Ogni mese, una piccola casa editrice si alza e sa che deve correre.
Quello che non sa è che a correre insieme a loro e al loro fumetto, ci sono altre case editrici per altre centinaia di fumetti. Dal Mega n° 136, rivista con le anticipazioni (non critiche) fumettistiche, si può vedere che nel mese di Dicembre 2008 usciranno 420 titoli a fumetti per un totale di 51 editori.
420 titoli che la fumetteria dovrebbe acquistare rigorosamente in conto assoluto, con una scontistica che va da un minimo del 25 ad un massimo (raro) del 40 con una media del 35%. 420 titoli che la fumetteria dovrebbe sostenere aquistandoli, conoscendoli, spingendoli e, infine, riordinandoli e ricominciando il giro.
Quello della fumetteria è un mercato a due facce: da una parte ci sono centinaia di proposte, dall'altra ci sono zero offerte. Zero promozioni. Zero pubblicità. Zero espansione del mercato.
Quando si parla di crisi sono tutti daccordo sul fatto che ci sia e all'unanimità si cercano le responsabilità della scelta, che in linea di massima è degli altri, nella migliore delle ipotesi un pò di tutti. Nel calderone le colpe del mercato ricadrebbero anche sulle fumetterie.
Ma le fumetterie in Italia sono poco più di 300 e spesso tra queste sono annoverate attività che sono perlopiù piccoli store, vie di mezzo tra sale ludiche, spaccio di gadgets e/o videogiochi, negozi in cui il fumetto non è più il motore economico, ma solo una parte del fatturato. Possono effettivamente quindi, 300 negozi come questi sparsi su tutta la penisola, poter assorbire il mercato di oltre 50 editori?
Possono conoscerlo, acquistarlo in contro assoluto e con bassi margini, sostenerlo ad ogni uscita, e spingerlo senza alcun aiuto da parte di editore e distributore (sconti, adesivi, poster, programmi di gestione...)?
Possono solo 300 negozietti, perchè tolti alcuni "grandi" gli altri sono solo negozietti, gli unici 300 negozi in tutta Italia disposti a queste condizioni a trattare questi articoli, danneggiare il mercato al punto da esserne responsabili?
Francamente dubito.
Io credo che editori e distributori dovrebbero ascoltare di più i problemi dei fumettari e i fumettari stessi dovrebbero confrontarsi tra di loro, accettando il fatto che un fumettaro ha tutto l'interesse a spingere un prodotto vincente e che se non lo tratta è perchè *da solo* non riesce ad aprire il mercato e che il suo rischio di impresa, i suoi investimenti, sono *giustamente* andati altrove, magari in favore di prodotti analoghi che però hanno qualcosa in più, come uno sconto maggiore, o un reso, o una piccola fetta di pubblico su cui iniziare a lavorare.
Accettare che il fumettaro vive (o cerca di vivere) con questo lavoro e che non lo fa come hobby o secondo lavoro come la maggior parte degli editori italiani che parlano di "scarsa imprenditorialità delle fumetterie" e poi si parano il culo con un secondo (primo) lavoro.
6 commenti:
BEL BLOG e BELLISSIMI POST!
quoto e ci provo....
togliere i passaggi in mezzo?
tempo fa vivi un servizio su raitre che parlava di pomodorini. Se ne seguiva tutta la catena commerciale dal produttore al consumatore e si scopriva che chi li produceva prendeva una miseria, che li consumava spendeva un capitale. In mezzo il pomodorino partiva dalla Sicilia, faceva centinaia di km. per essere lavorato, lavato ecc...per poi tornare nei negozi del paese dal quale provenivano.
Quanto costa la distribuzione ad un editore e di conseguenza al lettore?
tanto piu' che se ordini un fumetto di un piccolo-medio editore devi aspettare mesi perche' la fumetteria lo riceva (a meno che non sia spiderman..quello arriva subito) e quindi nemmeno il servizio serio ti viene dato.
E cmq, paradossalmente, su spiderman hai abbastanza torto. In genere se è targato Panini Comics il fumetto impiega un bel pò per arrivare (anche se bisogna dire che stanno migliorando i tempi).
Spero di aver ragione sul resto.
Per spiderman aggiusto il tiro anche se no ne' il succo della questione. Intendevo il fumetto in voga..quello col nome che va di moda e che tanto una copia da mettere in vetrina la compro cmq.
E cmq. era solo una battuta per sdrammatizzare il resto della mia risposta..
Ho capito ho capito :D
Ho dato uno sguardo al tuo blog, ti va di scambiarci i link?^^
poco ma sicuro...
fatto!
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