lunedì 17 settembre 2007

Il Grillo che Canta



Mi piace molto Beppe Grillo.
Non in senso fisico chiaramente, a me piacciono i magri.

Mi piace perchè è un sovversivo.
Dal mio ignorantissimo punto di vista ovviamente.
Mi piace perchè è un comico politico che fa il serio su una politica che fa ridere.
E piangere.
E poi Grillo è all'avanguardia. Ha la sua età, la sua vita vissuta, i suoi perchè e i suoi percome. Come pochi ha scoperto la potenza di internet insieme a quella dell'energia pulita e poi negli ultimi giorni, tramite il "Vaffanculo Day" ha ripreso ad apparire sugli altarini delle pagine web, del televideo, della televisione.
E' all'avanguardia e sa muoversi, sa scrollare le masse sa muoversi da pecora tinta di rosso in un gregge di pecore nere a cui resta molto poco da essere munto.
Monta sulla sua tastiera e scrive sul suo blog il Grillo. Parlante di politica, finisce anche oggi su libero.it, che da qualche giorno (e probabilmente ancora per pochi) è diventata la prima pagine che il pc mi visualizza quando apro il web.

L'articolo, che farebbe riferimento a parole lasciate sul suo blog, lascia parlare Beppe Grillo che direbbe:

"La politica, all'improvviso, è invecchiata di 10 anni. E' nuda di fronte ai cittadini con le sue rughe, il suo belletto, le zampe di gallina intorno agli occhi, i suoi giornalisti. Le sue parole decrepite che fanno fatica a uscire dalla bocca. Sembrano le nuvole dei fumetti. Non vengono più ascoltate. La parata surreale di politici la domenica fa quasi compassione. Chi guarda la televisione spera che un commesso si avvicini a D'Alema o allo psiconano e gli sussurri in un orecchio: 'La festa è finita, non si renda più ridicolo'"

Ahia.
Tra i vari meritati "insulti" alla politica leggo un grossissimo passo indietro per il progressista Grillo. "Sembrano le nuvole dei fumetti." usato in tono dispregiativo, come si usava definire la parola "fumetti" sul Piccolo Palazzi, o sulle enciclopedie e i dizionari che stanno a casa di mio nonno.
Non letteratura, mezzo di comunicazione, ma "lettura di scarsa importanza", "per bambini", o quell'uso dispregiativo di "hai la faccia da fumetti", degna di un ignorantone dell'ultima ora e non del "Grillo che Conta". Utilizzare la parola "fumetti" per dire che qualcosa è vecchio è un po come dire "negro" a qualcosa che è sporco.

Caro Beppe, a proposito dei fumetti e del tuo V-Day, leggiti V-For-Vendetta affinchè non debba mandare te a V-Affan-Culo.
DIFFONDI STORIE DI NESSUNO! CONDIVIDILO!
Condividi su Google Plus Vota su OKNotizie

5 commenti:

fede ha detto...

A giudicare dalla forma della "V" del V-day direi che l'ha letto... o forse ha visto il film...

Kappaman ha detto...

Enrico!! scrive:
il post del blog è bellino
Enrico!! scrive:
però un po' moscio...
Maaax scrive:
ebbè
Maaax scrive:
avevo lavorato molto la sera prima
Enrico!! scrive:
non c'è quella verve polemica che ti contraddistingue e ti porta accanto all'ausiliaria del traffico a spiegare: "questo, signora, è un volante... lo prende tra le mani e la macchina gira"...

Enrico Teodorani ha detto...

Secondo me hai travisato il senso della frase. "Sembrano le nuvole dei fumetti. Non vengono più ascoltate". Il senso della frase incriminata sta nella frase successiva. I politici parlano, ma nessuno li ascolta (come appunto i personaggi dei fumetti che non hanno la forza per emettere suoni ma devi leggere la nuvoletta per sapere ciò che dicono). Voleva essere una battuta, anche vagamente poetica, non un voler sminuire i fumetti. E poi, se anche a Grillo i fumetti facessero cagare, questo forse farebbe venir meno le ragioni di ciò che dice sulla politica italiana?

HulkSpakk ha detto...

se a Grillo i fumetti fan cagare non cambia certo le ragioni politiche che discuteva. Ma sono due argomenti staccati...

salvatore ha detto...

Mi sembra più offensivo un editore di fumetti che definisce i propri prodotti giornaletti.