venerdì 19 giugno 2009

Se avessi un figlio...


Se avessi un figlio gli insegnerei che essere bambino non è la cosa più bella del mondo, essere grandi, ragionare, rendersi conto di cosa sia la libertà, capire cose come questa, lo è.

Se avessi un figlio gli spieghierei che la religione non è una fede ma una dottrina, e che in chiesa ci dovrà andare solo se ne ha veramente voglia e che il catechismo va bene solo fino alla prima comunione, dopodichè dovrà decidere da sè. Gli insegnerei che dopo la morte c'è solo il nero di uno spazio vuoto, ma che questo spazio possiamo riempirlo di colori, di questo o quel dio, padri e spiriti santi o anche solo lasciarlo così com'è, e che qualunque cosa va bene ed è giustificata se ci può far stare meglio.

Se avessi un figlio gli insegnerei sì, che il rispetto per il prossimo è cosa importante, ma che che è cosa soggettiva e che risiede nell'educazione ricevuta e che se anche è bene darne è ancora più importante riceverne, e che probabilmente non sarà quel tipo di rispetto che ti aspetti. E che molto spesso questo rispetto aumenta con l'aumentare della paura, o della forza economica e della corruzione. E che sta a lui decidere da che parte stare, il resto sono chiacchiere.

Se avessi un figlio gli direi di non preoccuparsi di essere omosessuale, se dovesse capitare, e che nessun padre, fatta eccezione di Dio, lo metterebbe su una croce qualunque sia la ragione. Piuttosto ci andrei io. E che se un padre non la pensa così non è degno di essere padre quindi a perderlo ci si guadagna.

Se avessi un figlio gli farei capire che ci sono tre modi di vivere in un paese la cui economia è basata sul capitale: cavalcare l'onda, essere l'onda, morire sotto il peso dell'onda.
E che per entrare in una di queste tre possibilità devi rispettivamente, essere sveglio e sufficientemente figlio di troia, essere ricco e cattivo, essere povero e onesto.
E gli insegnerei che l'onestà non paga.

Se avessi un figlio gli direi di non temere l'inferno e di vivere la vita.
Gli permetterei di camminare su quei muretti alti e pericolanti, perchè è meglio rischiare e avere un profitto con la possibilità di farsi male, che stare a casa e invecchiare. E prima lo capisce meglio è.

Se avessi un figlio gli direi che studiare non è probabilmente la mossa più intelligente del mondo e che mi sarebbe piaciuto sapere quale è, per potergliela dire e non fargli perdere tempo, che si vive una volta sola e cha quando lo capisci è certamente troppo tardi.

Se avessi un figlio me lo porterei in giro la sera, con gli amici, per farlo sentire un ometto e fargli fare tardi, perchè a me piaceva quando facevo tardi con mio padre, e lo porterei a vedere un film di guerra al cinema quando avrà compiuto 8 anni, come mio padre fece con me portandomi a vedere Platoon nell'86, perchè il sangue fa male, ma non così tanto se non è il tuo.

Se avessi un figlio gli insegnerei che un uomo dice più no che si, che un uomo stringe la mano di un altro uomo in maniera decisa, che un uomo deve lavorare per gratificarsi ma che non deve dimenticare la sua famiglia in favore del lavoro.

Se avessi un figlio gli regalerei un pallone di cuoio, un sacco e un pc, ma senz'altro non gli farei mancare le costruzioni, perchè la fantasia è l'arma e le armi sono importanti anche a 2 anni.

Se avessi un figlio gli insegnerei che la vita è importante e che morire per ciò in cui si crede fa figo, ma vale realmente la pena solo se vale ciò in cui si crede.

Se avessi un figlio gli spieghierei che lui ha 10 anni e io 50 perchè non me lo sono potuto permettere prima. Come quell'auto che ancora non ho potuto comprare.
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10 commenti:

ilalà ha detto...

qualunque figlio ti vorrebbe come papà

dark0 ha detto...

io non ti vorrei mai come papà, ma è un post bellissimo.

Anonimo ha detto...

Fortunatamente non hai un figlio.

HulkSpakk ha detto...

@ ilalà: Anche un figlio che si chiama Vladimiro?

@ dark0: Grazie dark0, io però ti vorrei come figli.

@ Anonimo: Fortunatamente tu hai avuto molti papà.

Anonimo ha detto...

Ho avuto anche molti figli...

Alessandro Boni ha detto...

IO HO TRE FIGLI...e non posso che condividere se non per la scuola....
il poter sognare di avere un futuro rimanendo onesti, di guadagnarsi il rispetto rispettando per prima, del poter cambiare le cose annullando l'ignoranza (vero male del mondo) con la propria cultura e' un loro diritto.

Qualche sogno bisogna pur lasciarglielo no??? Altrimenti che si campa a fare...

Sarah Tognetti ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sarah Tognetti ha detto...

Se avessi un figlio faresti molto bene a fare queste cose soprattutto se te le senti venire da dentro, ma se avessi un figlio dovresti lasciargli vivere la sua infanzia felice e spensierta, perchè se avessi un figlio, il solo guardarlo negli occhi ti farebbe render conto che c'è una luce speciale che vale più del rispetto, vale più del cavalcare l'onda, negli occhi dei nostri figli c'è l'insegnamanto che LORO fanno a noi, dicendoci (involontariamente) che a volte l'innocenza di essere bambino racchiude in se il senso della vita. Il poter guardare il mondo con i loro occhi, questo è la bellezza della vita! Il sorprendesi di un tramonto, di un fiore sbocciato in mezzo ad un campo di erbacce, di una palla che vola alta nel cielo. Se da adulti queste cose ci fanno ancora stupire allora vuol dire che il bambino che dentro di noi (e non è la solita retorica) è sopravvissuto alle cavalcate delle onde, anche se a volte ti hanno schiacciato, al rispetto, anche se qualcuno ti ha preso a pesci in faccia, alle religioni, anche se a scuola non ti fanno portare il velo. Vorrei che un giorno, il giorno che avrai un figlio, ti ricordassi di questo post che feci nel lontano Giugno 2009 e ci raccontassi veramente: "Oggi ho un figlio e gli insegno..." Buona fortuna.
Sarah

Il Prigioniero ha detto...

È un ibrido fra il Se di Kipling e In Te di Nek...
Ma dove sono i sacchetti di popcorn che può spargere in macchina? :'(
Se avrai un figlio, ci pensa lo zio SalvatoreAntonio a portarlo al Prophet e a fargli bere la Kwak, e poi al Malibù a bere i cicchetti di assenzio.

Massimo Vaj ha detto...

Una lunga sequela di banalità che farebbero scalpitare un bambino dalla voglia di andare a giocare in cortile.

Io, se avessi avuto un figlio, non gli avrei inculcato le mie credenze, perché lo vorrei libero di scegliere. Le uniche cose che avrei detto sono queste:

Non credere a nulla, figlio, ma obbedisci al desiderio di sapere.
Il sapere è la sala d'aspetto del conoscere
e il conoscere assomiglia alla poltrona di un dentista
La conoscenza non si trova nei libri
La conoscenza è già in te che aspetta
Lei aspetta che ti si apra lo sguardo interiore
e ti accorga che dentro e fuori di te
c'è lo stesso mondo che rifiuti ora
ed è lo stesso mondo che amerai domani
se riuscirai a riconoscere
le sue nobili
ragioni
di essere.