Star Comics mi ha recentemente mandato un plico con degli omaggi. Me lo ha mandato perchè Star Comics è un editore di fumetti e io ho una fumetteria. Non è la prima volta che Star Comics invia plichi con degli omaggi alle fumetterie.
Le motivazioni presumo sia una tra queste o entrambe:
- Far conoscere al libraio alcune proposte con l'ottica di avvantaggiarsi degli ordini successivi.
- Ringraziare il libraio per il lavoro svolto, omaggiandolo di un bene rivendibile.
Piccoli omaggi, grande soddisfazione.
In 11 anni di attività credo di poter dire di aver ricevuto omaggi, oltre che da Star Comics, da altri due editori: Edizioni BD (diverse volte) e Double Shot. Dai distributori un volume da parte di Alastor.
Fermo restando che ognuno propone il proprio materiale come meglio crede, penso a quante volte al mese siti di informazione fumettistica ricevano plichi da parte degli editori con la preghiera (e l'unica motivazione) di recensirli sul proprio portale.
Spesso la recensione proposta è peraltro un semplice indicatore della trama che poco ha a che fare con ciò che è realmente la recensione di un prodotto: non ci sono confronti storici con altre produzioni, non c'è riferimento al passato professionale dell'autore, quasi sempre si parla del soggetto della storia e ci si pronuncia sui disegni in merito a quanto garbano all'autore dell'articolo.
Va da sè che se un sito riceve dei fumetti, per poterne avere altri è quasi tenuto a scriverne bene, quindi è presumibile che le recensioni siano in qualche modo guidate nel giudizio.
Quello che sarei curioso di conoscere è il criterio per il quale un sito valga più di cento librai (quindi due siti più di 200 librai, e così via). A cosa il costo di un libro inviato a un sito e recensito dai fan dello stesso, corrisponda in termini di vendite e quanto questo determinatore sia superiore a quello per il quale non valga la pena inviare lo stesso libro a un libraio.
Se l'obiettivo è pubblicizzare, non è interessante quantomeno valutare l'importanza di un libraio all'interno di questa equazione? Metterlo a conoscenza di quanto è pubblicato.
Se si inviano costantemente dei volumi a un sito, non è interessante avere la certezza di quanto questo sforzo economico sia valso in termini di vendite?
Spesso viene avanzata come motivazione il numero, la quantità necessaria di copie che servirebbero per soddisfare i librai, e io sono anche daccordo: pochi siti costano, in termini di copie, molto meno che tutti i librai. Ma poi mi torna alla mente che mai, mai, mai vengono inviate copie, quindi è sempre lo zero in 11 anni (prendo a riferimento l'età della mia attività) confrontato con la mole di libri inviata a un sito nello stesso periodo. Alla faccia del risparmio.
4 commenti:
Veramente un'ottima riflessione.
hai perfettamente ragione.
ti taggo in ognidddove!
ciao, vado un attimo OT
passando per Antani sono finito a leggere la discussione su Facebook riguardo Walking Dead 4 ma non avendo un mio account non ho risposto e anche sul Blog di Antani non riesco a scrivere quindi lo aggiungo qua, sia mai che a qualcuno arrivi alle orecchie
in merito a quanto scritto da Ciccarelli su facebook devo dire che la fumetteria dove mi servo lavora solo con il distributore Star Shop e le novità del circuito Alastor arrivano puntualmente il venerdi.
Quindi se non sono arrivate il giorno 15 è perchè il suo distributore non è stato in grado di lavorarle, forse troppo impegnato con le novità Lion? (che si tratti della legge del contrappasso per Ciccarelli che per anni si è lamentato del connubio Pan-Panini?)
Oppure vuole raccontarci che un distributore nazionale riesce a far arrivare in 30000? edicole e uno non ci riesce nello stesso tempo in 200?
Ciao! A parte che sono un affezionato lettore del tuo blog (e di quello di Antani comics!), sono anche un editore. La mia casa editrice è piccola e si chiama Renbooks. Molti la conoscono perchè pubblichiamo solo materiale LGBT, cioè con protagonisti personaggi omosessuali (gay o lesbiche) e transessuali (da uomo a donna o da donna a uomo).
A me farebbe molto piacere poter omaggiare i librai che ci tengono in libreria e ci stiamo muovendo in tal senso, anche solo regalando un paio di copie in più da vendere al negoziante o inviando in forma gratuita quei volumetti che regaliamo alle fiere (finora uno, ormai esaurito, ma contiamo di ripetere l'esperimento).
Se devo essere sincero, ma non è il tuo caso, credo, un po' mi è passata la voglia del dialogo quando ho saputo che molti librai non ci vogliono perchè... siamo froci. La voce ci è giunta più o meno subito dall'inizio delle nostre pubblicazioni. Ma non ci abbiamo dato peso più di tanto, in fondo anche taaaanti librai di varia, nella bella e liberale Bologna, ci hanno detto "Da noi clienti del genere non ce ne sono!" (mentre le finocchie sculettavano allegre davanti ai libri della parodi e le lesbiche controllavano che gli scaffali reggessero!), però un pochino mi brucia.
Forse vado OT, ma alla fine mi ricollegherò al discorso iniziale: quando io e il mio socio/compagno abbiamo aperto Renbooks lo abbiamo fatto con un scopo preciso, cioè quello di portare nel mondo del fumetto qualche nuovo lettore e di dire ai tanti ragazzetti e ragazzette, ma anche ai tanti uomini e donne impauriti, che non erano soli, che non sono soli e che essere omosessuali equivale a preferire le caramelle al miele piuttosto che al cioccolato. Volevo dire: "non abbiate paura". Ma fin da subito ci siamo scontrati con questa "omofobia", anche se non mi sento di chiamarla così, ma piuttosto di dire "con i librai che non vogliono rischiare di trovarsi dei prodotti invenduti". E li capisco, credimi. Il momento è quello che è e sono stra-sicuro che di gay dichiarati o che acquistano direttamente in libreria ce ne siano pochi, perchè appunto spaventati o semplicemente riservati, ma sono sicuro che esponendo materiale LGBT queste paure cadrebbero, non subito, ma cadrebbero.
Molti editori pubblicano titoli LGBT e di sicuro i librai non si creano problemi a comprarli dal distributore, perchè nel 70% dei casi non sanno neanche che si tratta di titoli LGBT, mentre noi abbiamo una connotazione ben precisa, ci mettiamo la faccia e, ma questo è un mio parere personale, molti pensano che se vendi del materiale da culattoni sei un culattone anche tu.
Attenzione, non mi sto lamentando di non vendere, nè di essere un editore di serie B: abbiamo vinto premi come azienda innovativa, abbiamo fatto scoprire il fumetto a chi credeva che i fumetti LGBT non esistessero ed il nostro shop online funziona che è una meraviglia, ma mi sembra che molti i librai ci considerino di serie B, al contrario degli editori giapponesi, per esempio, che quando abbiamo raccontato loro il progetto ci hanno detto: "Ma che bello! FINALMENTE dall'Italia un progetto innovativo."
Il mio intento era anche quello di portare in fumetteria (tanto che nelle librerie di varia si fatica a trovarci) un pubblico che non ci fosse mai entrato. In parte è stato così anche se molti librai ci hanno snobbato.
Mi piacerebbe poter premiare quei librai che puntano su di noi e stiamo lavorando ad un modo efficace per avvicinare alle fumetterie una clientela come quella LGBT che all'inizio compra i nostri fumetti ma poi vede "Kiss me Licia" e "Georgie" e si compra pure quelli, per dire due titoli noti.
Forse ci vuole del tempo, ma post come il tuo mi fanno ritrovare la voglia di fare l'editore sia pure per una nicchia. Ma per una nicchia che in fumetteria non ci va e che forse comincerà ad andarci cominciando a capire che non ci sono nè librerie nè editori di serie B.
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